Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Nel 1760, per volere di don Filippo di Borbone, vengono aperti i primi scavi sistematici nell’area corrispondente (come suggerito dal rinvenimento della grande tavola in bronzo iscritta) all’antica cittadina romana di Veleia.
I diari di scavo raccontano che questa notevole testa in bronzo viene ritrovata il 28 aprile 1760, vicino alla scala dell’ingresso occidentale della basilica della città, poco distante dal luogo di rinvenimento della famosa Tabula Alimentaria. Raffigura una giovane donna con testa lievemente inclinata a destra e i tratti del viso molto accurati; la capigliatura è corta, pettinata all’indietro, e in origine doveva essere completata da un alto ciuffo rigonfio sulla fronte, come era di moda acconciare i capelli alla fine del I sec. a.C. Il particolare dei capelli corti, non usuale per le donne romane, induce a ritenere che la giovane potesse aver rivestito un ruolo religioso.
Realizzata con la tecnica della fusione a cera persa la testa misura h 33 cm, largh.20 cm ed è databile alla fine del I secolo a.C. Eseguita probabilmente da officine locali la testa è impreziosita dalla presenza degli occhi realizzati in calcedonio.
Dedicare un ritratto in bronzo a una giovane donna è prassi decisamente rara nel mondo romano; si è dunque ipotizzato possa trattarsi di Baebia Bassilla, ricordata su un'iscrizione veleiate in marmo per aver donato (ossia finanziato l’opera) un lungo portico sul foro della città.
Veleia, impiantata dai romani alla metà del II secolo a.C. in funzione di controllo e di amministrazione del territorio montano compreso tra Taro e Trebbia popolato dai Ligures Veleiates, oppositori dell’espansione romana, visse una straordinaria fase di sviluppo nel I secolo d.C., durante la prima età imperiale. Tuttavia, già nella prima metà del secolo successivo ha inizio una progressiva crisi economica: sopravvissuta fino al V secolo d.C., Veleia viene infine abbandonata nel difficile periodo delle guerre e del crollo dell’Impero Romano di Occidente.
Informazioni sullo stato della conservazione
L’opera si presenta in discreto stato di conservazione. Si segnala tuttavia la presenza di depositi incoerenti superficiali, forse sostanze sovrammesse di varia natura, di restauri effettuati in tempi remoti e con materiali e trattamenti inadeguati.
Nella parte interna si riscontrano piccole tracce di corrosione, probabilmente attiva.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
La scultura è esposta nella quinta sala del Museo Archeologico dedicata ai reperti veleiati.
Orari: da martedì a domenica ore 10.30-19.00 (ultimo ingresso ore 18.00), lunedì chiuso.