Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La Chiesa di San Teonesto fu la prima chiesa parrocchiale di Masserano. Di origini molto antiche, è situata al di fuori del borgo sopra un poggio isolato. Edificata in stile romanico, presenta una facciata a capanna contraddistinta da due contrafforti con al centro il portale, decorato da formelle in terracotta e sovrastato da un affresco raffigurante san Francesco che abbraccia i simboli della Passione. L’interno, con volte a crociera a tutto sesto, è impreziosito dagli altari delle cappelle laterali in stucco. La prima a destra è la ricca cappella di S. Antonio da Padova, realizzata da anonimo per un ex voto nel 1650. Alla sua sinistra la cappella di S. Diego, seguita dalla cappella di S. Francesco, riccamente decorata da stucchi e affreschi con scene della vita del santo, ormai molto degradati. Dall'altro lato la cappella di S. Bonaventura, decorata a stucco, e quella di S. Pietro d'Alcantara, interamente affrescata. Oltre il presbiterio, si accede alla cappella della Salus Infirmorum, riccamente affrescata nella seconda metà del Seicento. In S. Teonesto Barocco e Romanico si mescolano, creando un sito artistico unico per la storia dell’arte piemontese.
Attualmente sconsacrata, fino al XIX secolo fu la chiesa di un Convento di frati, giunti a Masserano nel 1592 per volere della marchesa Claudia, moglie di Besso Ferrero Fieschi, per occuparsi della popolazione. In seguito alla soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone, i frati furono costretti a lasciare il convento, che, dopo un periodo di abbandono, venne acquistato dal Comune e adibito a edificio scolastico, funzione che conserva tuttora.
Informazioni sullo stato della conservazione
L’edificio si presenta in condizioni di degrado avanzato a causa del progressivo abbandono subito negli ultimi anni e della completa carenza d'interventi di manutenzione.
La struttura muraria è mista in pietrame, ciottoli e mattoni.
La copertura, in coppi su capriate lignee, presenta segni d’infiltrazione di acqua in diversi punti, dovuti alla frattura e allo scivolamento di alcuni coppi e al sollevamento dei faldali in corrispondenza dei compluvi e dei cambiamenti di pendenza della copertura.
La facciata a capanna è scandita da due contrafforti. L’intera superficie è stata oggetto di restauro nel 1992, ma a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici, risulta fortemente degradata, con rischio di perdita dei lacerti affrescati. La superficie è intonacata e presenta degrado diffuso per erosione da dilavamento e conseguente perdita della tinta a calce, affioramento della muratura in superficie; patina biologica e incrostazioni; fessurazioni superficiali. Si evidenziano aree con rappezzi e rasature dell’intonaco del 1992. Anche le aree con tracce pittoriche presentano degradi, dovuti alla continua esposizione agli agenti atmosferici: le superfici dipinte risultano indebolite, con fenomeni di decoesione, esfoliazione e polverizzazione della pellicola pittorica da dilavamento, fino alla perdita totale della stessa.
Internamente le navate sono coperte da volte a crociera, succedute nel 1592 all’originaria copertura lignea, mentre le cappelle laterali sono coperte da volte a botte.
L’intera superficie è rivestita da intonaco, al di sotto dello scialbo, affiorano tracce policrome, probabilmente ad affresco, eseguite a seguito dell’avvento dei frati alla fine del XVI sec.
Le cappelle laterali e gli altari sono impreziositi da decorazioni a stucco con motivi floreali e geometrici, che versano in condizioni di degrado avanzato.
Tutte le superfici interne sono compromesse a causa della solfatazione delle superfici per l’umidità di risalita capillare e le infiltrazioni di acqua dalle coperture e dai serramenti. Alcune parti pittoriche risultano abrase ed altre sono andate perse. Le superfici sono interessate da un diffuso accumulo di materie di sedimentazione.
Le volte delle cappelle settentrionali sono attraversate da lesioni. Si tratta di lesioni di tipo verticale, attribuibili all’assestamento del piano fondale.
Il pavimento è in malta cementizia con lapidi in pietra delle famiglie sepolte all’interno dei sepolcreti sottostanti. L’intera superficie è coperta da depositi di sporco, con segni di abrasione, affossamenti, rigonfiamenti, fessurazioni e rappezzi cementizi successivi.
Esternamente, la rampa in acciottolato di accesso al complesso si presenta sconnessa e alterata da vegetazione erbacea infestante. Il sagrato in erba è delimitato dai muretti in muratura mista, rifiniti superiormente con lastre in pietra. Alcuni elementi sono rotti o sostituiti con nuovi non congruenti. La superficie a tratti è coperta da vegetazione infestante.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Le visite guidate alla chiesa sono coordinate dall'Associazione culturale Don Vittorino Barale durante i fine settimana, in occasione di aperture straordinarie dei monumenti del polo mMuseale Masseranese e su prenotazione per gruppi e scolaresche.