Attività principali dell'istituzione
Sullo sperone roccioso che sovrasta la città di Varallo, si erge il Sacro Monte di Varallo
Il Sacro Monte, costituito da 45 cappelle e da una basilica, sorge alla fine del XV secolo per iniziativa del padre francescano Bernardino Caimi (1486 – 1500) che, tornato in Italia dopo essere stato custode del S.Sepolcro a Gerusalemme, vuole qui riprodurre i luoghi della Terra Santa. Egli fece costruire modesti edifici dall'aspetto rurale, che riproducevano i principali luoghi di Gerusalemme legati alla vita di Cristo.
Dal primo Cinquecento, con l'opera del grande artista valsesiano Gaudenzio Ferrari, le scene furono popolate da sculture tridimensionali, grandi come persone vere, con abiti colorati, barbe e capelli, inserite in ambientazioni dipinte avvolgenti e ed estremamente persuasive. Le espressioni naturali dei personaggi, il forte realismo delle rappresentazioni e lo studiato dialogo tra scultura e pittura intendevano coinvolgere il visitatore ed immergerlo nella narrazione, rendendolo partecipe del dramma sacro.
Il complesso attuale è frutto delle modifiche e degli ampliamenti che sono stati realizzati nel corso dei secoli successivi.
Già a partire dal tardo Cinquecento il Sacro Monte viene riorganizzato secondo il progetto contenuto nel Libro dei Misteri (1565 – 1569) dell’architetto Galeazzo Alessi, uno dei principali architetti del tempo, che disegnò per il committente milanese Giacomo d'Adda un ambizioso piano di rinnovamento del complesso. Il progetto di Alessi, illustrato in un volume manoscritto conosciuto come "Libro dei Misteri", fu realizzato soltanto in parte, ma costituì il punto di partenza per gli interventi dei vescovi della Diocesi di Novara in epoca di Controriforma.
Sotto la regia di Carlo Bascapé (vescovo dal 1593 al 1615) e dei suoi successori, il Sacro Monte di Varallo si trasformò in un grande percorso di pedagogia spirituale, un catechismo illustrato con pitture e statue a grandezza naturale, che raccontavano la storia di Cristo in modo realistico e credibile, come tante istantanee di vita vera.
Nel corso del XVII e XVIII secolo operarono artisti e architetti di grande fama, come il Tabacchetti, i Fiammenghini, il Morazzone, Tanzio da Varallo, Giovanni d’Enrico, Pier Francesco Gianoli, Dionigi Bussola, Giovanni Battista Bernero e Benedetto Alfieri.
Dal 2003 il S.Monte di Varallo è riconosciuto patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Oggi il Sacro Monte può essere considerato una grande via crucis campestre che si snoda sul pendio di una collina, ma ha anche l’aspetto di una città fortificata costruita su una ripida parete rocciosa, con la sua cinta di mura, la monumentale porta d'ingresso, le due piazze, quella civile e quella religiosa, che emulano quelle dell'antica città di Gerusalemme, palazzi porticati e teorie di colonne, veri palazzi e vere piazze. Non si tratta tuttavia di una città abitata da persone, ma da dipinti e statue (oltre ottocento): il Sacro Monte è insieme racconto sacro, teatro, arte, architettura, giardino e bosco.