Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La ex chiesa di Sant’Agostino, parte del più ampio antico complesso monastico degli agostiniani di Bergamo oggi adibito a sede universitaria, presenta i caratteri costruttivi riconducibili all’epoca medievale
Stando al Calvi (1676), la grande chiesa annessa al complesso monastico degli Eremitani di S. Agostino fu fondata nel 1290 per volontà del vescovo Roberto Bonghi e consacrata nel 1347. La presenza di un sepolcro recante la data del 1315 fra la porta laterale della chiesa e la sacrestia testimonia come già in quell'anno data la zona presbiteriale e le campate più vicine ad essa fossero adibite al culto. Nel 1442 agli Agostiniani subentrarono i Minori Osservanti, che promossero un vasto rinnovamento degli edifici conventuali, nei quali ancora si colgono, accanto a parti trecentesche, brani tardoquattrocenteschi. In seguito alla soppressione degli ordini religiosi, nell'Ottocento chiesa e convento furono adibiti a caserma e deposito di armi; gli affreschi furono allora nascosti dietro una cortina muraria in laterizio, rimossa soltanto negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.
L'interno si distingue per la presenza di un programma decorativo ad affresco esteso a tutte le superfici e riferibili a differenti momenti storici.
In ragione della non coerente e comune vicenda cronologica, le superfici pittoriche presentano fra loro sostanziali diversità dal punto di vista materico: si possono distinguere dalle realizzazioni a buon fresco, alle finiture a mezzo fresco, alle decorazioni a calce.
Le numerosissime unità iconografiche individuate risalgono a differenti periodi poiché l'apparato decorativo accompagna le vicende edilizie della chiesa, che risulta già esistente nel 1147: dalla fine del XIII secolo, (l'affresco più antico -1290/95- risulta essere l'Ultima Cena presente nella Cappella 03 Est), alla fine del XVIII secolo; è nel 1796 che i padri agostiniani vengono trasferiti nel convento di San Francesco per lasciare il complesso alle truppe francesi).
La maggior parte delle decorazioni copre quindi un arco di tempo che va dalla seconda metà del Trecento alla fine del Cinquecento. Sono affreschi realizzati dalla volontà di committenze private che si affiancano a esempi pregevoli, talvolta autentici capolavori.
Informazioni sullo stato della conservazione
La chiesa è stata oggetto di un ampio intervento di recupero delle strutture per essere adibita ad aula magna dell'Università degli Studi di Bergamo.
Le fenomenologie di degrado rilevate sull'apparato pittorico sono imputabili principalmente alla scarsa e frazionata manutenzione della struttura nel tempo e, quindi, all’ umidità che ha agito su parti del complesso.
Le analisi presentate nel progetto di indagine a cura del Prof. A. Bellini, le manifestazioni di degrado vengono così valutate:
- deadesione tra gli strati d’intonaco e tra questi e il supporto murario è diffusa che interessa gran parte delle superfici;
- ugualmente diffusa è la formazione dei depositi superficiali coerenti e perlopiù costituiti da patine grigio-bruno, esito dell’alterazione di materiali protettivi per effetto dei fenomeni di condensazione;
- decoesioni e disgregazioni degli strati superficiali di intonaco;
- presenza di sali che si manifesta come efflorescenza o con formazione di patine biancastre, spesso connesse alla presenza di malte impiegate durante precedenti interventi di restauro;
- quadri fessurativi da riferirsi alle sollecitazioni esercitate dalle murature sui frammenti di intonaco di più modesta dimensione;
- graffi ed incisioni anche di antica data sono rilevabili soprattutto nei registri inferiori; pur essendo questa una forma di degrado antropico, oggi rappresentano documenti utili alla datazione degli affreschi;
- effetti di procedure meccaniche (raschiature e martellinature) adottate per la rimozione delle scialbature e delle tinteggiature sovrammesse agli intonaci affrescati, quali abrasioni corticali ovunque diffuse.
Le superfici intonacate presenti all'interno della chiesa sono distinguibili secondo due tipi.
Il primo raccoglie tutte le superfici che non presentano alcuna decorazione, qui troviamo ciò che resta degli intonaci che rivestivano l'ambiente durante il suo utilizzo a caserma (fine 1700-metà 1900) e le integrazioni a fondo neutro delle lacune delle parti decorate eseguite durante i restauri degli anni '50.
Il secondo comprende invece gli intonaci decorati, prevalentemente osservabili sui setti superiori delle cappelle, sulla controfacciata e sugli arconi. Anche questo strato presenta numerose aree in cui è visibile l'intervento di restauro degli anni '50, realizzato mediante integrazioni di intonaco a fondo bianco e con la riproposizione dei motivi decorativi originari.
Sono largamente diffusi i rigonfiamenti degli strati , si rileva inoltre un generalizzato distacco dell'intonaco dal supporto murario e un'accentuata rete di fessurazioni.
Vi sono superfici ove rimango a vista le murature, ciò a seguito della caduta degli intonaci o della rimozione di elementi architettonici nel corso degli anni. Queste murature, in blocchi squadrati o miste, saranno consolidate e mantenute allo stato attuale a testimonianza delle trasformazioni che la chiesa ha subito.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Adibita ad aula magna dell'Università degli Studi di Bergamo è aperta per le attivita universitarie, convegni e manifestazioni. Non ha un'orario definito di apertura al pubblico.