I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.
L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 N.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Le prime testimonianze documentarie relative a un edificio fortificato sulla collina di San Pancrazio risalgono al 1107, quando Montichiari è già al centro del feudo rurale dei conti Longhi, economicamente autonomo e posto sulla direttrice tra Brescia e Mantova.
La rocca tuttavia, col passare dei secoli, dovendo assolvere ai semplici scopi difensivi della popolazione del borgo, è sottoposta a distruzioni e ricostruzioni, legate al susseguirsi delle guerre e all’insicurezza del territorio circostante. Solo intorno alla metà del XVII secolo, nel pieno del dominio veneziano e con la perdita dell’interesse strategico, l’area del castello risulta in quasi totale abbandono, divenendo spesso una comoda cava di pietre e materiali di costruzione.
Nel 1862 le prime immagini fotografiche del colle testimoniano la rovina e il crollo di buona parte delle mura la cui pericolosità spinge il Comune nel 1890 a vendere l’area.
A questo punto la storia del castello di Montichiari è inevitabilmente la storia del suo nuovo proprietario, Gaetano Bonoris (1861 -1923), nato da una ricca famiglia di origine mantovana, educato in Svizzera come molti altri esponenti dell’alta borghesia ottocentesca e divenuto presto l’unico erede di vasti possedimenti terrieri a Montichiari, efficacemente amministrati adottando gli sviluppi moderni dell’agricoltura. Ambizioso e intraprendente il giovane Bonoris ottiene ben presto, nel 1891, il titolo nobiliare, grazie alla vicinanza con la corte sabauda e ai sensibili meriti filantropici in favore dei più poveri. È con questo presupposto che il Conte Bonoris affronta dal 1890 la “ricostruzione” della rocca di Montichiari, nell’intento di farne la propria dimora e ricreare una personale idea di Medioevo tradotta in un’architettura fiabesca e imponente, capace di rendere evidente a tutti il sogno romantico e neo-feudale del nuovo “Conte di Montichiari”. La ricostruzione del Castello in stile neogotico, inizialmente affidata all’architetto bresciano Antonio Tagliaferri, a seguito di alcuni dissapori, è condotta a termine dallo stesso Bonoris con l’aiuto di Carlo Melchiotti. Solo in questa seconda fase viene adottato come prototipo ideale il Borgo e la Rocca Medievali di Torino, costruiti nel 1884 in occasione dell’Esposizione Universale, e riproducenti nel loro insieme i più famosi esempi dell’architettura tre-quattrocentesca piemontese e valdostana, come i castelli di Fenis o Issogne. L’interesse quasi ossessivo per tali modelli artistici, coinvolge anche gli interni del Castello. Bonoris procede dunque all’ingaggio dei medesimi artigiani, mobilieri e pittori che pochi anni prima avevano preso parte alla costruzione del Borgo neo-medioevale di Torino.
Nel 1996, dopo un periodo di relativo abbandono ed incongruo utilizzo, il Castello Bonoris è stato riacquistato dal Comune di Montichiari che ne ha avviato il difficile recupero.

Informazioni sullo stato della conservazione

Sono stati effettuati gli interventi di restauro e manutenzione della cinta muraria nonchè i lavori di manutenzione e messa a norma dell'impianto antincendio e dell'impianto elettrico relativamente ad alcuni locali del castello da destinare ad attività espositive-culturali e di rappresentanza. I lavori sono stati finanziati con mezzi finanziari propri messi a bilancio dal Comune di Montichiari nel periodo dal 2017 al 2019.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Apertura dal mese di aprile al mese di ottobre, sabato con orario 15-19, domenica con orario 10-12 e 15-19. Negli altri giorni della settimana visite guidate su prenotazione.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 3.000,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto riguarda uno studio da parte di un agronomo per giungere al restauro della carpinata all'interno di un giardino del castello composta da piante di carpino messe a dimora nei primi anni del Novecento.

L'intervento prevede i seguenti passaggi:

a. Rilievo puntuale dei carpini presenti con descrizione morfometrica, fitopatologica e morfofisiologica; 

b. Rilievo e descrizione del Celtis australis incompatibile per proposta di rimozione; 

c. Rappresentazione grafica del giardino e di dettaglio della carpinata; 

d. Progetto per l’integrazione, sostituzione e programma di potatura per la conversione dalla forma semilibera a quella obbligata originale; (conversione potrà durare alcuni anni) 

e. Contatti con soprintendenza; 

f. Computo metrico estimativo; 

g. Verifica durante esecuzione dei lavori;