Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Si tratta di un dipinto di paesaggio proveniente dalla collezione del mecenate bresciano Antonio Pitozzi, che alla sua morte nel 1857 donò un importante nucleo di dipinti e di sculture alla neonata Pinacoteca Tosio Martinengo. Il legato Pitozzi è tanto più importante in quanto fu il primo dono di un privato dopo il generoso gesto con il quale Paolo Tosio, nel 1842, determinò l'atto fondativo della Pinacoteca Tosio Martinengo: si deve anzi sottolineare che nel suo testamento Pitozzi espresse l'intenzione che la sua raccolta andasse a costituire il primo nucleo di una collezione civica distinta e separata dalla Galleria Tosio. Di fatto, questa visione trovò concretezza per un breve torno di anni, quando la città poteva vantare due sedi museali distinte: una in palazzo Tosio e una in palazzo Martinengo (questa seconda riservata alle opere provenienti da edifici della città o dai doni di privati cittadini che avevano voluto seguire l'esempio del conte Tosio).
Il dipinto è opera di uno dei protagonisti della scena pittorica bresciana, Luigi Basiletti, amico di Tosio e artista particolarmente amato anche da Pitozzi, che da lui si era fatto ritrarre. Nella collezione Pitozzi si conservava anche, sempre di Basiletti, una Veduta di Napoli, che fu esposta in città a una mostraorganizzata dall'Ateneo nel 1833. Anche la Veduta della campagna romana - nella quale due personaggi seduti accanto ad un arco diruto osservano un ampio e luminoso paesaggio con rovine di acquedotti e una carrozza in lontananza - fu esposta all'Ateneo nel 1837. Da un punto di vista tematico e compositivo, il dipinto è da mettere in relazione con i numerosi disegni che l'artista prese dal vero durante i suoi numerosi viaggi a Roma e che sono in gran parte conservati presso i Civici Musei.
Informazioni sullo stato della conservazione
L’opera, eseguita ad olio su tela, si presenta ben tensionata sul telaio, senza
lacerazioni, tagli o deformazioni del supporto; quest’ultimo è costituito da una
pezza di tela di lino a trama sottile e con tessitura compatta e regolare.
Il telaio è in buone condizioni, in essenza di abete, con incastri alla francese
muniti di zeppe per l’espansione.
La pellicola pittorica, eseguita ad olio, è in discrete condizioni: si osserva un
craquelure da invecchiamento a maglia larga, particolarmente evidente in
corrispondenza della campitura. In alcune zone il cretto presenta
bordi particolarmente rialzati, che possono mettere a rischio la conservazione del dipinto.
Sull’intera superficie è presente una vernice non originale, fortemente
ossidata e imbrunita, che altera notevolmente la cromia originale dell’opera compromettendone la corretta percezione. Anche la cornice presenta diffusi imbrunimenti e considerevoli accumuli di polvere.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Attualmente il dipinto è conservato nei depositi del Museo di Santa Giulia e può essere esposto o concesso in prestito per mostre temporanee. Sarà esposto alla mostra "Luigi Basiletti. Paesaggi e vedute nell'Italia del Grand Tour" (Montichiari, Museo Lechi, 8 aprile - 2 luglio 2017).