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Attività principali dell'istituzione

I Musei Reali di Torino sono situati nel cuore della città antica e propongono un itinerario di storia, arte e natura attraverso 50.000 mq. Il Palazzo Reale, centro di comando della famiglia Savoia, conserva ambienti, arredi e opere d'arte realizzati tra il XVI e il XX secolo. La facciata cela interni sfarzosi, progettati e decorati da artisti come Seyter, Beaumont, De Mura, e da architetti quali Juvarra e Benedetto Alfieri. Attraverso la Sala del Medagliere, si accede all'Armeria Reale, aperta al pubblico nel 1837, che accoglie una ricca collezione con armi e armature dal periodo archeologico fino all'Ottocento. Lo scalone alfieriano collega l'Armeria alla Biblioteca Reale, fondata nel 1831 da Carlo Alberto. Di grande pregio la raccolta dei disegni, con esemplari dal Quattrocento al Settecento, opera di grandi maestri tra i quali Michelangelo, Raffaello, Rembrandt. Tra questi anche il celebre nucleo di Leonardo da Vinci, con l’Autoritratto e il Codice sul volo degli uccelli. La Galleria Sabauda, ubicata nella Manica Nuova, conserva capolavori delle principali scuole europee, da van Eyck a Rubens e van Dyck, da Mantegna, al Veronese, Gentileschi, Reni, oltre che due importanti collezioni: quella di Riccardo Gualino e quella di pittura fiamminga e olandese appartenuta al Principe Eugenio di Savoia-Soissons. Il piano sotterraneo dello stesso edificio e le Orangeries ospitano il Museo di Antichità, nato nel Cinquecento come raccolta dinastica dei duchi di Savoia. La collezione fu poi arricchita dalla raccolta egizia di Drovetti e divenne nel 1832 Museo di antichità ed egizie. Dopo la separazione dal Museo Egizio, ospita i reperti archeologici provenienti dal territorio piemontese, tra i quali il Tesoro di Marengo. I Giardini, punto di snodo dell'intero complesso, furono realizzati a partire dal Seicento e completati nel secolo successivo con il gruppo statuario dei Tritoni, opera del Martinez. È parte dei Musei Reali anche il piano terreno del Palazzo Chiablese.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


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FASE ATTUATIVA

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IMPORTO 24.949,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Paurl Brill (maniera di) - Adorazione dei Magi - Prima metà del XVII secolo - Olio su pietra (micrite detta anche calcare venato)

L'opera, venduta alla Reale Galleria di Torino nel 1851 dall'incisore Pietro Giovanni Palmieri con un'attribuzione al pittore fiammingo Frans Floris, è stata successivamente assegnata da Alessandro Baudi di Vesme a un altro artista fiammingo, Sebastian Vrancx, che l’avrebbe eseguita durante il suo soggiorno in Italia tra il 1597 e il 1602. Tuttavia, la critica ritiene oggi che il dipinto sia più verosimilmente lavoro di un pittore italiano o fiammingo profondamente influenzato dalla produzione di Paul Brill e attivo nella penisola durante il XVII secolo. Gli elementi architettonici e le rovine che incorniciano la scena, per la cui esecuzione l’autore si avvale delle venature e delle diverse sfumature della pietra, e l’attento studio della prospettiva tradiscono, infatti, una conoscenza dell'ambiente artistico romano della prima metà del Seicento e l’esperienza diretta delle vestigia dell’antica Roma. Le figure sono caratterizzate da un’estrema cura nella restituzione dei dettagli raffinati delle vesti e nel trattamento delicato degli incarnati. La gamma cromatica preziosa e brillante accentua la levigatezza della superficie pittorica.

L’attuale situazione del supporto appare particolarmente compromessa a causa di due considerevoli fratture passanti sul retro della lastra e alcune fessurazioni visibili sulla parte dipinta. L’opera necessita, pertanto, di un restauro che potrà rivelarsi utile anche per approfondire la conoscenza di questa originale e complessa tecnica pittorica, nota sin dall’antichità e ripresa a Roma nel corso del Cinquecento per la produzione di oggetti di lusso, e di valutare meglio i caratteri stilistici del dipinto, anche alla luce dei più recenti studi sull’argomento.  


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IMPORTO 159.740,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

L’Appartamento di Rappresentanza del Palazzo Reale di Torino comprende una sala di straordinaria bellezza: la Galleria del Daniel, dal nome del viennese Daniel Seiter autore delle decorazioni sulla volta.  

Per ornare le pareti a specchio il re Carlo Alberto di Savoia commissiona a Pietro Ayres tre grandi ritratti per celebrare Umberto Biancamano, Emanuele Filiberto, Amedeo VI e una serie di cinquantaquattro dipinti raffiguranti celebri personaggi del Regno di Sardegna, affidandoli ad artisti vari tra cui Francesco Gonin, Giovanni Battista Biscarra, Giovanni Marghinotti e Camilla Gandolfi. 

Il programma iconografico, elaborato nel 1840 da Cesare Saluzzo di Monesiglio, comprende illustri ecclesiastici, ad esempio san Massimo primo vescovo di Torino e san Francesco di Sales, grandi benefattori (il genovese Emanuele Brignole, Giovanni Bellezia sindaco di Torino), politici e militari (Giovanni Battista Bogino e Vincenzo Ferrero d’Ormea ministri di Carlo Emanuele III, Renato di Challant), magistrati, scrittori e letterati.  

Nella Galleria si prevede di intervenire, inoltre, sulla zoccolatura della boiserie, sui lampadari e appliques e nel Gabinetto delle Scritture Private del Re con opere di Carlo Antonio Grue, Pietro Piffetti e Claudio Francesco Beaumont. 

Lo stato di conservazione delle opere è  problematico: le superfici pittoriche dei dipinti sono offuscate da depositi e dall’imbrunimento delle vernici. I ritratti presentano lievi deformazioni della tela e abrasioni. Si evidenziano macchie e vecchi ritocchi alterati. Le cornici sono in discreto stato conservativo, con distacchi degli strati di finitura e polveri di deposito. Le appliques denunciano un inscurimento delle superfici e i lampadari presentano depositi di polveri.

PROPOSTA DI INTERVENTO

L’intervento richiesto prevede la pulitura delle superfici pittoriche di tutti i tratti e delle cornici. Si procederà con la rimozione dei depositi, delle vernici non originali e dei vecchi ritocchi alteratisi nel tempo, usando tamponi localizzati di soluzioni solventi, opportunamente supportati per limitarne l’invasività. I dissesti più gravi del supporto saranno risanati tramite applicazione di bande perimetrali di tessuto per il ritensionamento; in presenza di eventuali sollevamenti del colore si procederà con la fermatura e il consolidamento. Le lacune e le abrasioni degli strati originali saranno risarciti matericamente e pittoricamente. Le operazioni termineranno con la verniciatura delle superfici. Le porzioni metalliche e i vetri dei lampadari e delle appliques saranno attentamente ripuliti. Uguale attenzione sarà rivolta alla superficie originale della zoccolatura lignea.  

Le opere saranno restaurate nelle sale di Palazzo Reale, in modo da rendere il pubblico partecipe all’iniziativa, unica e coinvolgente anche attraverso apposite visite a tema.


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FASE ATTUATIVA

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IMPORTO 2.400,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto si propone di riprodurre, mediante calchi dalle parti simmetriche esistenti e per fusione, alcune anse mancanti dagli antichi vasi dei Musei Reali.

Tutto il percorso espositivo dei Musei Reali è accompagnato dalla presenza di questi mervaigliosi vasi, di epoche e stili diversi, alcuni dei quali, sfortunatamente, portano i segni del tempo e di eventuali "incidenti" di trasporto occorsi nella loro storia.

Sarebbe magnifico poter riproporre nella loro interezza questi preziosi "testimoni silenti" della quotidianità all'interno della Corte sabauda... e con l'aiuto di tutti sarà certamente possibile!


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FASE ATTUATIVA

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IMPORTO 501.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

I Musei Reali di Torino sono situati nel cuore della città antica e offrono un affascinante itinerario di storia, arte e natura che si snoda attraverso 55.000 mq con testimonianze che datano dalla preistoria all'età moderna all’interno di un unico grande complesso museale.

Il patrimonio culturale, inteso nell’accezione più ampia rivolta sia alla componente architettonica, con le collezioni in essa custodite, sia ai Giardini storici, ha bisogno di cure costanti nel tempo che ne garantiscano la conservazione e la fruizione futura.

A valle degli interventi di restauro che riportano i beni ad una condizione ottimale di stabilità, è fondamentale attuare una programmazione delle attività e una conseguente pianificazione delle risorse economiche che consentano il mantenimento dell’integrità e dell’identità dei beni con il fine ultimo di preservarli per le generazioni future.

La conservazione preventiva passa attraverso la redazione di un piano di manutenzione programmata che individua i controlli, il monitoraggio e le attività da eseguire secondo cadenze temporali predefinite.

Si tratta in particolare di prevedere l’evolversi dei processi, valutare la gravità dei fenomeni, dare significato di sintomo alle osservazioni e delineare, di conseguenza, una diagnosi precoce finalizzata alla conservazione “preventiva”, in una logica pro-attiva dove si pongono al centro della strategia il valore culturale e la sostenibilità del patrimonio culturale, incrementandone e diffondendone al contempo la conoscenza.

L’attuazione di tali pratiche su un patrimonio così vasto ha bisogno anche del sostegno attivo della collettività attraverso donazioni e contributi.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


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Fine Lavori

IMPORTO 40.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Uno degli accessi dei Giardini della Cavallerizza è un cancello posizionato sulla Salita delle Carrozze che collega i Giardini Reali a Corso San Maurizio. Il cancello è un manufatto in ferro lavorato, ancorato a due colonne in muratura intonacata collegate con la recinzione perimetrale. Nel corso degli ultimi anni, il peso delle due ante del cancello ha causato un fenomento di deformazione e cedimento dei due punti di vincolo con le murature delle colonne che, a causa di fenomeni di dilavamento causati dalle acque meteoriche, presentano fessurazioni da abbassamento del piano fondale.

Nel corso del 2022, per mettere in sicurezza il canello mantenendo la possibilità di passaggio, le due ante di ferro sono state aperte verso l'esterno e il cedimento verso il basso arrestato con l'interposizione di corsi di mattoni fra i correnti inferiori ed il terreno. Per il restauro e la rifunzionalizzazione dell'ingresso si prevedono due interventi: uno sul cancello e uno sulle colonne in muratura. 

1- recupero del cancello esistente con opere da fabbro che ripristinino le parti ammalorate previo smontaggio del manufatto; - realizzazione di nuova struttura di sostegno costituita da fondazione in calcestruzzo armato e colonne in acciaio a cui saranno vincolate le ante.

2- consolidamento delle colonne in muratura, con sottomurazione dei basamenti e ripristino delle parti fessurate mediante l'utilizzo di malte specifiche e nuova intonacatura con materiali compatibili; - regimentazione delle acque meteoriche, per evitare futuri fenomeni di dilavamento del terreno di fondazione.

Si prevede la redazione di un progetto in forma esecutiva e affidamento dei lavori entro maggio 2023 e fine lavori entro luglio 2023 al fine di poter offrire al pubblico, nel corso dell'estate, i giardini della Cavallerizza con uno degli ingressi storici restaurato e ripristinata la sua funzionalità.


NOTE Intervento archiviato


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Fine Lavori

IMPORTO 50.500,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

L’edizione 2023 dell’esposizione A tu per tu con Leonardo propone, accanto all’esposizione degli autografi di Leonardo, un percorso dedicato al tempo di Leonardo. La mostra sarà divisa in due distinti momenti: A tu per tu con Leonardo. Un’emozione autentica, dal  7 al 16 aprile 2023; A tu per tu con Leonardo. L’esperienza continua, dal 18 aprile al 9 luglio 2023.

Nella seconda fase, i disegni autografi saranno sostituiti da copie simil-vere, realizzate attraverso lo studio approfondito degli originali. 

In entrambe le fasi il Caveau 2 accoglierà invece il percorso Il tempo di Leonardo, dedicato ai grandi eventi storici che punteggiano l’arco di tempo della vita di Leonardo. Il visitatore sarà condotto alla scoperta di questo periodo storico, dei suoi protagonisti e delle relazioni tra questi e il Maestro di Vinci, attraverso manoscritti miniati, incunaboli, cinquecentine, preziose carte geografiche antiche, disegni e incisioni, selezionate nel prezioso patrimonio della Biblioteca Reale.


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FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 19.520,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il trittico è attribuito al fiorentino Niccolò di Tommaso, pittore ancora per larga parte misterioso, documentato dal 1346 al 1375. Allievo di Nardo di Cione, è attivo a Firenze per Santa Maria del Fiore e a Napoli. Il suo capolavoro giovanile è stato individuato negli affreschi dei Tau di Pistoia. La sua opera documenta la fortuna e la diffusione del linguaggio giottesco nella seconda metà del Trecento. L’opera faceva parte della prestigiosa collezione di Riccardo Gualino, il noto e poliedrico imprenditore biellese diventato uno dei personaggi di spicco del panorama finanziario, economico e collezionistico dell’Italia di primo Novecento e documentato come parte della collezione almeno dal 1918. Dopo l’ingresso nelle collezioni della Galleria Sabauda nel 1930, il dipinto venne scelto tra le opere più prestigiose da inviare a Londra per decorare gli ambienti della nuova sede dell’Ambasciata italiana e, in seguito a insistenti richieste, venne poco dopo rispedito a Torino. A causa del suo pessimo stato di conservazione l’opera si trova da lungo tempo nei depositi della Pinacoteca e non è stato possibile esporlo in occasione del nuovo allestimento della Collezione al secondo piano della Galleria Sabauda, dove invece troverebbe un posto di primo piano nella parete centrale di una delle due sale dedicate alla pittura antica, intitolata “Il gusto dei primitivi” a testimonianza delle scelte collezionistiche dell’imprenditore.

PROPOSTA DI INTERVENTO

L’opera è composta da 3 tavole, racchiuse in un’incorniciatura lignea cuspidata, raffiguranti la Madonna con il Bambino e gli angeli musicanti al centro, san Gaudenzio e santa Caterina ai lati, realizzati a tempera su tavola su fondo oro. Le condizioni maggiormente degradate si riscontrano a carico dei supporti lignei, che appaiono fessurati lungo le linee di assemblaggio. Allo stato attuale sembrano necessari ulteriori approfondimenti, con l’identificazione puntuale dei pigmenti originali e la definizione delle successive stratigrafie pittoriche. Ancora più urgente la campagna di risanamento strutturale dei supporti lignei, tale da assicurare all’opera adeguate condizioni di stabilità nel tempo; l’intervento sarà da eseguirsi presso un laboratorio specializzato in questo tipo di problematiche conservative. Il restauro dovrà inoltre prevedere la rimozione delle ridipinture presenti, la riadesione dei sollevamenti della pellicola pittorica e degli strati di doratura, la stuccatura delle lacune e la riproposizione di partiture decorative mancanti nella incorniciatura lignea, e a seguire il reintegro estetico delle superfici e l’apposizione di strati protettivi di verniciatura. Tutte le operazioni saranno testimoniate da un’attenta campagna di documentazione fotografica.


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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 44.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto è relativo al fregio dipinto della Sala degli Staffieri, la seconda anticamera del percorso di visita al primo piano di Palazzo Reale; il fregio è composto da 12 tele realizzate ad olio, di forma rettangolare, inserite in cornici lignee dorate e inframmezzate da telamoni aggettanti. Gli autori del fregio documentati sono B. Caravoglia, S. Carello, D. Tignola, L. Dameret, G.A. Casella e G. Casella, pittori attivi in ambito piemontese, i dipinti risalgono al 1660 circa. La superficie dipinta è pari a 40,5 mq totali.
Le tele raffigurano le allegorie delle virtù di casa Savoia: clemenza, giustizia, liberalità, modestia, Pietà, religiosità, severità, celerità, facondia, fedeltà, fortezza e magnificenza; ognuna di esse è rappresentata da un membro celebre della gloria stirpe!

Lo stato di conservazione delle opere è decisamente problematico: consistenti depositi incoerenti e di materiale coerente rendono difficoltosa la lettura dei soggetti e sono diffusi su tutte le superfici pittoriche che appaiono completamente annerite.  

I dipinti presentano lievi deformazioni del supporto tessile, localizzate in prossimità dei regoli verticali del telaio. Su quattro tele le deformazioni del supporto sono più rilevanti, localizzate prevalentemente in prossimità dei margini laterali. Sono altresì evidenti alcune deformazioni del supporto ligneo, con svergolamento dei regoli superiori del telaio.
Abrasioni di lieve entità sono diffuse su tutte le superfici pittoriche, mentre lo strato protettivo presenta rilevanti ossidazioni e una opacizzazione generalizzata, diffusa su tutta la superficie. Si evidenziano inoltre localmente gore e macchie di lieve entità.
Le opere sono state sottoposte in passato ad interventi di adeguamento dimensionale, che hanno previsto l’inserimento di un listello ligneo, accordato cromaticamente, sul lato inferiore di tutti i dipinti delle pareti sud, est e nord.  Si riscontra anche la presenza di alcuni vecchi ritocchi.

L’intervento richiesto prevede la pulitura superficiale dell’intero fregio dipinto, con la rimozione delle stratificazioni di deposito più compatte e delle vernici non originali eventualmente presenti, e di tutti i vecchi ritocchi alteratesi nel tempo. I dissesti più gravi del supporto tessile saranno risanati grazie allo smontaggio dei dipinti dal telaio e il loro successivo ritensionamento, tramite applicazione di bande perimetrali di tessuto; in presenza di eventuali sollevamenti del colore si procederà localmente con la fermatura e il consolidamento; le lacune e le abrasioni degli strati originali saranno risarciti matericamente. Le operazioni termineranno con la verniciatura finale delle superfici.


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Fine Lavori

IMPORTO 49.500,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

La scultura equestre del duca Vittorio Amedeo I di Savoia si trova in una nicchia alla base dello Scalone d'Onore di Palazzo Reale. La nicchia, decorata a stucco con motivi di panoplie, è l'unica sopravvivenza dell'antico Scalone d'Onore seicentesco, stravolto nel 1861 dall'intervento dello scenografo Domenico Ferri su commissione di Vittorio Emanuele II. La scultura equestre venne realizzata tra il 1619 e il 1620 da Andrea Rivalta, artista di origine francese e al servizio dei duchi di Savoia nella corte di Torino. La scultura rappresenta il duca Vittorio Amedeo I su un cavallo rampante, nell'atto di reggere nella mano lo scettro della giustizia. Originariamente il progetto di questo monumento equestre, tra i più antichi presenti in città ancora oggi, doveva raffigurare il duca Emanuele Filiberto. Tuttavia, a causa della morte prematura dell'artista, i pezzi del monumento vennero conservati per alcuni decenni nei depositi del palazzo, per essere recuperati e assemblati solo nel 1663 dal duca Carlo Emanuele II, il quale scelse di dedicare la scultura non più all'antenato Emanuele Filiberto, bensì a suo padre, Vittorio Amedeo I.

L'opera, realizzata in bronzo e marmo, costituisce una raffinata espressione della scultura piemontese seicentesca e abbisogna di un massivo intervento di restauro e pulitura. I materiali della scultura, dal basamento fino agli elementi decorativi, devono essere consolidati e ripristinati nella loro integrità, ripuliti dalle sedimentazioni e dai pulviscoli accumulatisi nel corso degli anni anche a causa dell'esposizione agli agenti esterni dovuta alla sua collocazione. In condizioni ancora peggiori versa la nicchia, dove gli stucchi presentano evidenti lacune e luoghi di degrado, con distacco delle decorazioni e fioriture dovute a precedenti infiltrazioni d'acqua. Il progetto di restauro della scultura mira anche a compiere una campagna diagnostica completa sull'opera di Andrea Rivalta, per conoscere tecniche e materiali di lavoro usati anticamente. 

Congiuntamente all'intervento principale di restauro che riguarderà la scultura del Duca, l'intera rampa di accesso dello Scalone d'Onore - quella che conduce alla scultura in oggetto e che rappresenta il "biglietto da visita" dei Musei Reali verso il proprio pubblico - verrà interessata da una importante operazione di revisione conservativa e pulitura che la valorizzerà appieno e ne consentirà una nuova lettura da parte dei visitatori.


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Fine Lavori

IMPORTO 6.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

All'interno della mostra "Animali dalla A alla Z" saranno esposti capolavori del patrimonio dei Musei Reali attualmente non visibili al pubblico, in quanto conservati all'interno dei nostri depositi oppure bisognosi di interventi di restauro.

Questo progetto su Art Bonus si prefigge l'obiettivo di raccogliere quanto necessario al ricondizionamento delle opere del patrimonio affinché possano essere esposte in mostra.

Gli oggetti più bisognosi sono anche tra i più interessanti della mostra: uno stupendo arazzo, un superbo orologio e una antica borraccia; naturalmente tutti a tema "animali"!

Oltre a questi restauri principali, occorre predisporre nuove cornici e pass conservativi per dipinti e materiali cartacei.

Solamente grazie al contributo di ciascuno sarà possibile restituire questi oggetti ai visitatori e all'intera cittadinanza!


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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 40.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

I Musei Reali hanno scelto di investire su un’operazione inedita e specificatamente dedicata al gruppo umano che ritengono più duramente colpito dalla pandemia, vale a dire i bambini.

Non si tratta di un tentativo di risarcirli di socialità sospese o surrogate, la mostra Animali dalla A alla Z vuole essere piuttosto un’esortazione a non smettere di investire nel sapere, declinato con quella materialità polimorfa e multisensoriale che il museo sa magistralmente offrire.

Il progetto rappresenta altresì per i Musei Reali un format sperimentale di “esposizione sartoriale”, dove tutto – dall’altezza delle vetrine alle modalità di fruizione, passando per le soluzioni grafiche – sarà concepito e realizzato in funzione del pubblico cui ci si rivolge.

La scelta tematica è ricaduta su un ambito il più possibile universale e inclusivo, quel regno animale che rappresenta a ben vedere il primo termine rispetto al quale i cuccioli d’uomo misurano la propria specificità in relazione al mondo animato circostante.

Animali dalla A alla Z costituirà inoltre l’occasione per esporre una selezione di opere generalmente poco note, per lo più escluse dai percorsi di visita permanenti. Saranno raggruppati nello Spazio Scoperte, al secondo piano della Galleria Sabauda, circa 40 tra dipinti, disegni, incisioni, reperti archeologici, oggetti d’arte decorativa, accomunati dalla presenza di animali in qualità di soggetto principale ovvero di imprescindibile complemento di scena.

In una modalità di fruizione che si vuole il più possibile partecipata, i piccoli visitatori saranno chiamati a individuare i protagonisti e a fissare graficamente le proprie impressioni e suggestioni: i loro contributi potranno all’occorrenza divenire gli exhibits di una sezione appositamente dedicata.

La dimensione ludica e il tema prescelto si prestano contestualmente a sensibilizzare i cittadini del futuro sui temi dell’agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile – con particolare riferimento agli obiettivi #14 (vita sott’acqua) e #15 (vita sulla terra) – rispetto alla quale i Musei Reali si confermano un recettore sensibile e impegnato.


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FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 1.300,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto si propone di restaurare 5 magnifici volumi facenti parte delle Collezioni della Biblioteca Reale di Torino.

Opera principale di questo nucleo scelto è il raro volume "Dizionario delle favole in compendio" (1742), donato di recente ai Musei Reali.

Assieme a questo prezioso volume, abbiamo rilevato la necessità di interventi conservativi anche per le seguenti opere:

"Cronaca del secolo XVIII", manoscritto del XIX secolo

"Jeux Historiques" (1698)

"Costituzione politica" (1823)

"Theorie de la guerre", manoscritto antecedente XIX secolo

Gli interventi di restauro necessari riguardano la conservazione delle carte, delle coperte e delle rilegature.


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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 11.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto si focalizza su due diverse opere conservate nei depositi della Galleria Sabauda, lontane per epoca, autore e tecnica esecutiva, che proprio grazie a questo intervento ritroveranno la composizione e i colori originali, attualmente celati da pesanti ridipinture.

Il restauro permetterà di riportare i due dipinti nelle sale espositive, restituendoli alla luce e al pubblico.

Luca di Paolo da Matelica
L’incontro di sant’Anna e San Gioacchino alla porta Aurea
seconda metà del XV secolo, tempera su tavola

L’opera, composta da più tavole assemblate orizzontalmente e dipinta a tempera su fondo oro, mostra diversi personaggi inseriti in un ambiente architettonico di grande suggestione, con le mura turrite di una città che simboleggia Gerusalemme e un prato con elementi naturalistici estremamente dettagliati. È contenuta entro una cornice rettangolare, non coeva, realizzata in legno intagliato, dipinto e dorato.
La lunetta, attribuita al maestro marchigiano Luca di Paolo da Matelica, è stata oggetto di un recente intervento di revisione conservativa che ha interessato in una prima fase il risanamento del supporto ligneo, la fermatura ed il consolidamento dei sollevamenti presenti sulla superficie pittorica e la pulitura della cornice. Le operazioni sono quindi proseguite con la rimozione dei depositi coerenti e delle vernici alterate che ottenebravano pesantemente il dipinto.
La pulitura delle superfici pittoriche ha permesso di individuare l’estensione delle numerose ridipinture presenti, testimoniate anche dalle indagini multispettrali già condotte dall’ Istituto Centrale del Restauro di Roma, che evidenziano la presenza di uno strato soggiacente, originale, con numerose variazioni compositive rispetto a quanto attualmente visibile. L’apertura di piccoli tasselli ha confermato la presenza di una stesura più antica ancora in buono stato conservativo.

Vincenzo Malò
L’amor materno (o La carità?)
prima metà del XVII secolo, olio su tela

L’opera, un ampio dipinto realizzato ad olio su tela, è contenuta entro una cornice in legno intagliato, dipinto e dorato.
Lo stato di conservazione del supporto è discreto: la tela originale, già rinforzata nel corso dei precedenti restauri, si presenta leggermente morbida sul telaio ma non mostra particolari criticità strutturali. Le pellicole pittoriche mostrano un cretto a conchiglia, piuttosto evidente, tuttavia appaiono ben adese allo strato preparatorio e alla tela.
Dalle verifiche effettuate in archivio sono stati accertati due diversi restauri pregressi dell’opera, risalenti al 1972 e al 1985, di cui non è stato possibile individuare ulteriori specifiche. Le maggiori problematiche conservative riscontrabili sul dipinto sono da far risalire proprio ad uno di questi due interventi: sulla superficie insistono pesanti integrazioni pittoriche, che debordano dalle lacune sugli strati originali, alterando le tonalità originali e la definizione dei profili del disegno.


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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 5.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Nella Galleria della Sindone è rimasto un grande vuoto che vorremmo colmare ricollocandovi il magnifico quadro Amedeo VI presenta a Urbano V il patriarca di Costantinopoli (1848), del pittore livornese Tommaso Gazzarrini, danneggiato nel corso dell'incendio della Cappella della Sindone nel 1997.

La campagna di raccolta fondi "Il Grande Assente", avente come oggetto il restauro del dipinto, ha raccolto poco più di 13 dei quindicimila euro necessari al recupero completo dell'opera. L'opera necessità in realtà anche di un importante lavoro di diagnostica, studio e documentazione fotografica che porta il costo reale dei lavori a poco più di diciottomila euro.

Speriamo di trovare un mecenate che possa donare 5.000 € per rendere realtà questo obettivo ormai così vicino!

IL QUADRO

Protagonista del quadro è Amedeo VI, noto come Conte Verde per via del colore delle sue insegne, immortalato nell’atto di presentare il patriarca di Costantinopoli all’allora pontefice Urbano V.
Amedeo VI trascorse in Oriente molti decenni combattendo come crociato attorno alla seconda metà del 1300, riconquistando inoltre per l’imperatore d’Oriente importanti territori di fronte a Costantinopoli.
Altro suo merito particolare fu quello di tentare la riconciliazione tra le Chiese d’Oriente e d’Occidente e per questo il personaggio interesserà particolarmente a Carlo Alberto (committente del dipinto), il quale voleva in qualche modo espandere i territori sabaudi, pur in accordo col pontefice Pio IX.

L’acqua utilizzata nello spegnimento del terribile incendio della Cappella della Sindone ha danneggiato molte delle opere presenti nelle sue immediate vicinanze, tra le quali naturalmente anche questo dipinto. In particolare, l’eccessivo ristagno di acqua nel telaio del quadro ha inficiato la tensione della tela e prodotto il distacco di piccole porzioni di pellicola pittorica, danni che si possono quantificare in circa 15.000 €.

L’opera è attualmente conservata nella sacrestia della Curia Regia di Palazzo Reale e non è visibile ai visitatori dei Musei Reali di Torino a causa delle sue delicate condizioni conservative.
Un pezzo di storia e di cultura assente da troppo tempo.


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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 500.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

I Musei Reali di Torino, al fine di adempiere nel miglior modo possibile alla proprio mission statutaria, hanno redatto un Business Plan strategico per il triennio 2019 - 2021, finalizzato alla valorizzazione del museo attraverso servizi di accoglienza arricchita, tra i quali spicca l'apertura del Palazzo Reale 7 giorni su 7.
Il sostegno all'attuazione del Business Plan rappresenta un investimento strategico, in quanto le azioni programmate sono volte al raggiungimento di obiettivi di evoluzione gestionale/organizativa e di miglioramento della sostenibilità economico-finanziaria dei Musei Reali, con conseguente maggior autonomia e minor necessità di sostegni esterni.

Per l'ottenimento di maggiori risorse, il Business Plan identifica principalmente quattro direttrici di sviluppo delle misure:
- risparmio sui costi di funzionamento
- miglioramento delle performance dei ricavi derivanti da attività attuali
- nuovi ricavi derivanti da attività integrative
- impiego di risorse operative specializzate

Come previsto dallo stesso Business Plan, i Musei Reali si impegnano ad un monitoraggio progressivo periodico dell'attuazione delle azioni previste e dei risultati ottenuti, definendo opportuni indicatori.


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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 7.500,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

La miniatura, raffigurante il duca Emanuele Filiberto di Savoia, è un capolavoro della celebre pittrice Giovanna Garzoni, operante in Italia nel XVII secolo. L'artista esegue questo ritratto a tempera su pergamena, in seguito alla morte del duca a Torino e dopo un soggiorno compiuto a Napoli. Secondo la critica, l'opera potrebbe appartenere a una serie genealogica di ritratti in miniatura che traggono ispirazione da modelli precedenti. Nei dettagli quasi fotografici dell’armatura ritratta possiamo ammirare la rara abilità di miniaturista della Garzoni, che la fece apprezzare anche al di fuori dei confini nazionali.

Il ritratto è conservato nello Studio dell'Appartamento dei Principi Forestieri di Palazzo Reale, secondo un allestimento storico voluto dai Savoia, assieme al ritratto di Carlo Emanuele I, sempre della stessa autrice.

Entrambe le opere, già state restaurate in passato, sono inserite all’interno di cornici condizionate, in grado di assicurare il mantenimento di uno stato climaticamente adeguato alla loro conservazione. Tuttavia, il ritratto di Emanuele Filiberto di Savoia, a differenza di quello del padre Carlo Emanuele I, manifesta alcune problematiche conservative in rapida e preoccupante evoluzione.

Il supporto presenta numerose ondulazioni che evidenziano la reattività della pergamena alle variazioni di temperatura e umidità ambientali, in grado di influire negativamente sulla conservazione stessa degli strati pittorici.

L’intervento prevede la rimozione dell’opera dall’attuale cornice condizionata (clima-frame) ed il suo completo smontaggio dal sistema di tiranti in cartoncino (brachette) che inizialmente ne assicuravano la planarità, per procedere alle operazioni più idonee al trattamento della pergamena.

Successivamente alla restituzione della planarità della pergamena, avvenuto il rimontaggio su un supporto adeguato, sarà necessario procedere con il consolidamento dei piccoli sollevamenti presenti e con la revisione della pulitura delle delicate pellicole pittoriche realizzate a tempera.

Occorrerà poi prevedere la fornitura di un nuovo e più adeguato sistema clima-frame.

Nell’occasione si procederà anche alla revisione del ritratto gemello, comprensiva dello smontaggio ispettivo del sistema clima–frame e dell’eventuale sua implementazione, con la sostituzione dei fogli di climatizzazione interni (art-sorb ed accoppiato barriera) e dei regoli di sigillatura presenti.

I lavori dovranno essere affidati a restauratori in possesso di adeguata qualifica, con comprovata esperienza nell’intervento su materiale membranaceo.


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 9.500,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

La lunetta, inizialmente acquistata dall’imprenditore e collezionista Riccardo Gualino come opera di Nicolò da Foligno, è attualmente attribuita al maestro marchigiano Luca di Paolo da Matelica, un protagonista, per molti aspetti ancora misterioso, del Rinascimento nell’Italia centrale.

La storia conservativa di quest’opera è molto particolare: faceva parte del nucleo di 48 opere della Collezione Gualino partite nel 1934 da Torino per decorare l’ambasciata italiana a Londra, fece rientro in Italia all’incirca negli anni ‘50, per essere sottoposta ad un intervento conservativo presso l’Istituto Centrale del Restauro di Roma, dove è rimasta sino al suo recentissimo rientro nella Galleria Sabauda, in occasione della mostra sulle collezioni di Riccardo Gualino.

L’opera, composta da più tavole assemblate orizzontalmente è dipinta a tempera su fondo oro, mostra diversi personaggi inseriti in un ambiente architettonico di grande suggestione, con le mura turrite di una città che simboleggia Gerusalemme e un prato con elementi naturalistici estremamente dettagliati. È contenuta entro una cornice rettangolare, non coeva, realizzata in legno intagliato, dipinto e dorato.

Il dipinto mostra alcune evidenti problematiche conservative, riferibili all’influenza che i naturali movimenti del supporto ligneo producono sui superiori strati decorati. Si evidenziano diffusi sollevamenti delle pellicole pittoriche, allineati lungo il senso delle fibre del legno sottostante ed in concomitanza delle linee di giunzione degli assemblaggi. Le superfici pittoriche appaiono offuscate e gli strati di vernice sono ingialliti, nascondendo l’originale brillantezza delle stesure pittoriche.

Preliminarmente all’intervento sulle superfici andrà effettuata una verifica del supporto ligneo, in grado si scongiurare future condizioni di instabilità a carico degli strati pittorici che al momento sembrano sollevarsi, a seguito di sollecitazioni strutturali delle tavole.

L’intervento di restauro dovrà prevedere le operazioni di pulitura superficiale, con la rimozione delle eventuali ridipinture e degli strati di verniciatura alterata presenti, la riadesione dei sollevamenti delle pellicole pittoriche e degli strati di doratura, la stuccatura delle lacune, infine il reintegro estetico delle superfici e l’apposizione di strati di strati protettivi di verniciatura.

Tutte le operazioni saranno testimoniate da un’attenta campagna di documentazione fotografica.


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 2.500,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Per quanto i fogli siano nel complesso ben conservati e non presentino processi di degrado, la loro attuale modalità di conservazione non è conforme alle prescrizioni in vigore per questo tipo di materiale e necessiterebbe di un intervento complessivo di riordino e ricondizionamento, con sistemi e materiali raccomandati e certificati per la tutela delle opere grafiche su carta.

Gli interventi principali cui andranno sottoposti i disegni sono:

Intervento di pulitura: a secco, con micro-aspiratore professionale a bassa potenza, schermato con membrana protettiva (ove possibile recto verso); per via umida, rimozione sul verso dei residui di adesivi e rivestimenti polimerici con applicazione di Nanorestore Max Dry. I tempi di applicazione dei gel dipendono dal materiale che si si intende rimuovere e dalla natura della superficie su cui si interviene.

Allestimento conservativo: Montaggio su passe-partout in cartone conservativo da 2.5 mm, a finestra singola, mediante una serie di vincoli in carta coreana o hanji. Lo spessore e le dimensioni di questi ultimi dovranno essere stabiliti di volta in volta secondo le caratteristiche, le necessità conservative di ciascun disegno e il grado di irregolarità dei rispettivi profili. I vincoli, in carta Hanji, sono adesi per pochi millimetri lungo il margine di testa sul verso del disegno e quindi direttamente assicurati con adesivo (Tylose MH 300P al 4% in soluzione idroalcolica) al cartone posteriore di ogni passe-partout. Applicazione di segnacolo inferiore, adeso direttamente al cartone posteriore per consentire la visione del verso dell’opera.

Tutti i materiali utilizzati dovranno essere certificati come idonei alla conservazione dei beni cartacei e realizzati in carta acid-free, a riserva alcalina.

Le operazioni dovranno essere testimoniate da una estesa campagna di documentazione fotografica di cantiere.

A conclusione delle attività di pulizia e condizionamento si prevede una campagna di digitalizzazione ad alta definizione fronte/retro di ciascuna carta, al fine di implementare la metateca dei Musei Reali rendendo disponibili le immagini sul sito internet all’interno di un data base dotato di interfaccia utente che ne faciliti l’interrogazione, con un indubbio vantaggio in termini di valorizzazione delle opere e di accessibilità per l’utenza locale e remota.


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 5.500,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

La mostra propone un percorso sull'accessorio di abbigliamento nella protostoria italiana. Elemento centrale è la spilla di sicurezza (la fibula), presentata come elemento del vestiario -prima del bottone, appunto- e nella sua funzione ornamentale, e mettendo in evidenza i suoi vari significati. L'aspetto tecnologico è approfondito grazie al contributo del restauro e delle analisi diagnostiche, che permettono una dettagliata conoscenza dei processi produttivi. Le opere provengono in gran parte dalla collezione Assi del Museo di Antichità di Torino, che annovera ben 406 esemplari raccolti nella seconda metà dell’Ottocento, accanto a reperti del territorio piemontese, alcuni dei quali rinvenuti nel corso di scavi archeologici recentissimi e restaurati grazie al contributo di SNAM Retegas S.p.A. (quali, ad esempio, la necropoli golasecchiana di Gattinara di f. VI – i. V sec. a.C., scoperta nel 2016, che ha restituito splendidi bronzi di ornamento). La raccolta di fibule del Museo di Antichità è una delle più grandi raccolte italiane, con esemplari databili dall’età dal Bronzo Finale fino al V-IV secolo a.C., in prevalenza provenienti dall’Italia centrale e meridionale: un patrimonio culturale di grande rilevanza per contenuti e per ricchezza tipologica. La mostra si terrà dal 15 giugno 2017 al 15 novembre 2017 ed è a cura di Elisa Panero con la collaborazione di Valentina Faudino


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 450.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Maggio – giugno 2016. Avviata la campagna fotografica; inviate le richieste di prestito per le opere conservate in altri musei (Torino, Parigi, Londra, Vienna, Dresda); tracciato il progetto del catalogo e individuati gli autori delle schede; individuato il progettista dell’allestimento. Agosto – settembre 2016. Studiato l’ordinamento delle opere e il percorso della mostra, con definizione dei nuclei tematici e delle modalità di rappresentazione negli spazi disponibili. Individuate le professionalità aggiuntive necessarie (grafico per comunicazione interna alla mostra; gruppo tecnico/creativo per dotazioni multimediali). Perfezionato il budget definitivo e iniziate le procedure di gara, le verifiche impiantistiche, gli approfondimenti sulla sicurezza. Ottobre – novembre 2016. Individuazione, attraverso procedura negoziata, dell’editore del catalogo. Raccolta dei testi e redazione. Sviluppo del progetto di allestimento, dei testi in mostra e delle dotazioni multimediali, del progetto di comunicazione. 16 dicembre 2016. Inaugurazione della mostra. La mostra sarà allestita al primo piano della Galleria Sabauda, intimamente connessa con le sale che ospitano capolavori di pittura acquistati da Carlo Emanuele I (Veronese, Bassano, Orazio Gentileschi ecc.), e a molte opere mai esposte di antichità e di oreficeria (cassaforte di Palazzo Reale). La mostra si pone, culturalmente e anche spazialmente, come “atto interpretativo” del patrimonio. Circa un centinaio di opere fotografate, restaurate e pubblicate. Atteso un incremento di pubblico della Galleria Sabauda pari ad almeno 40.000 unità, pari a circa 250.000 Euro di incasso, con effetti destinati a consolidare nel tempo il legame della cittadinanza con il Museo.