Attività principali dell'istituzione
L'area archeologica è chiusa per la scandenza di una precedente convenzione tra SABAP, Comune di Pomezia e Società Nova Lavinium srl
Tra le strutture individuate all'esterno dell'antica Lavinium, particolare importanza assumono gli edifici sacri. Gli scavi dell'Istituto di Topografia dell'Università degli Studi di Roma tra gli anni '50 e '70 del Novecento hanno portato alla scoperta nella zona extraurbana meridionale di due complessi, forse legati, il cd. Heroon di Enea e il Santuario dei XIII Altari.
Il monumento commemorativo della figura di Enea risulta un unicum per la particolarità delle sue fasi. La più antica è riferibile ad una sepoltura, un tumulo con tomba ad inumazione entro cassone litico della meta del VII sec. a.C., da attribuire ad un eminente personaggio dell’abitato di capanne, forse un aristocratico o vero un re, sepolto con oggetti personali ed un ricco corredo.
Durante la prima meta del VI sec. a.C. la sepoltura venne riaperta, per motivazioni ignote, e, quale riconsacrazione, furono deposti una brocca in bucchero ed un’anfora vinaria etrusca. Appare questo il momento in cui il personaggio sepolto un secolo prima, forse il fondatore o comunque l’artefice dell’unità cittadina, viene identificato con il Pater Indiges dei Lavinati.
Alla fine del IV sec. a.C., dopo la conquista romana, l’antico tumulo ricevette una diversa sistemazione con l’aggiunta di una falsa cella, munita di piccolo ingresso e finta porta in tufo. Deve essere in questo momento che si verifica, soprattutto su spinta di Roma, l’identificazione del fondatore di Lavinium con la figura di Enea.
La venerazione della tomba appare strettamente collegata al culto praticato nel vicino santuario, comprendente tredici altari allineati per una lunghezza di 50 m. e un edificio rettangolare. In realtà gli altari, tutti orientati a E, sono tredici solo come risultato dell’esplorazione archeologica, in quanto nacquero in epoche diverse e non convissero mai tutti insieme. Legato alla fase arcaica di questi altari, a poca distanza, sorgeva nel VI sec. a.C. un edificio rettangolare con porticati, probabilmente a servizio del luogo.
Il culto del santuario nasce quindi in età arcaica ed era caratterizzato da libagioni; nella fase finale il culto invece vira verso richieste di salute e guarigione.
La molteplicità degli altari e delle dediche è stata interpretata come testimonianza del carattere federale del culto, ed ogni altare potrebbe rappresentare una delle città latine aderenti alla lega.
Un momento importante può essere visto nella fine della guerra tra Roma e la confederazione latina nel 338 a.C. Dopo la vittoria, i Romani vollero infatti ricostruire, con vincolo sacro, l’unità dei Latini sotto la propria supremazia e questa funzione fu affidata proprio a Lavinium. Ecco perché proprio alla fine del IV sec. a.C. si intervenne con una ricostruzione monumentale del cd. Heroon.