Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La lunga carriera di Lazzaro Bastiani si sviluppò in parallelo a quella di Giovanni Bellini lungo tutto il corso della seconda metà del Quattrocento. Avviatosi nella Venezia ancora permeata dal Rinascimento umbratile di Jacopo Bellini e Antonio Vivarini, Bastiani giunse negli ultimi anni di vita ad assistere alla rivelazione del nuovo corso impresso alla pittura da Giorgione e dal giovane Tiziano. La considerazione di cui ancora godeva nel primo decennio del Cinquecento è testimoniata dalla sua chiamata a valutare gli affreschi eseguiti da Giorgione al Fondaco dei Tedeschi per volere di Giovanni Bellini. Il ruolo del pittore nelle vicende artistiche veneziane è stato oggetto di una attenta riconsiderazione da parte degli studi più recenti, volti a far luce sull’originale modo di coniugare gli esiti della giovanile frequentazione della bottega vivarinesca con l’influenza della cultura figurativa padovano-mantegnesca e di quella belliniana.Le due tavole provenienti dalla chiesa del Corpus Domini a Venezia, raffiguranti l’Incontro di Cristo con la Samaritana e Cristo e la Cananea, seppure in passato ritenute spettare alla fase giovanile del pittore, poco oltre la metà del secolo XV, sono ora giudicate dalla critica attuale rappresentative dello stile composito del pittore già nella fase matura: pur nella persistenza di tratti consueti al pittore, ravvisabili nelle eleganti silhouette delle figure, ritagliate sull’arcaico fondo dorato e definite con persistente linearismo, tradiscono un interesse per la cultura mantegnesca, che pur rimane molto esteriore, nella tendenza a rivestire le figure di abbondanti panneggi e a segnare le dolci fisionomie con tratti caricati così come nell’inserimento di rilievi classicheggianti nelle architetture del fondo. Nell’impiego di tonalità spente, nettamente meno squillanti rispetto alle prove giovanili, la critica ha letto il tentativo del Bastiani di adattare la propria pittura al nuovo uso di luce e colore dei modelli belliniani.
Informazioni sullo stato della conservazione
Il dipinto (cm 226 x 165 x 4,5), cat. n.827, come il suo pendant Cristo e la samaritana, cat 828, si presenta in cattivo stato di conservazione. Il supporto ligneo è di scarsa qualità, con assi ricavate da tagli con fibra deformata e nodi; è stato, inoltre, assottigliato in precedenti interventi, probabilmente in concomitanza del montaggio sul retro della parchettatura che ancora reca, risalente presumibilmente al periodo fra il 1839-1919 durante il quale l’opera, insieme al Cristo e la samaritana, cat 828, era alle Gallerie Viennesi.I movimenti delle tavole sono stati bloccati dalla parchettatura, probabilmente incollata alle tavole originali, le tensioni da ciò createsi si sono scaricate sulle assi formando spaccature, sconnessure e fessurazioni passanti; le sezioni di asse createsi hanno sviluppato ulteriori deformazioni, probabilmente irreversibili. La pellicola pittorica appare rigida e deformata in maniera critica e presenta sollevamenti e diffuse e vaste aree di crettatura, con innumerevoli fessurazioni che interessano tutti gli strati pittorici. Sono presenti cadute di colore, specie lungo i margini del dipinto: nell’angolo in basso a sinistra vi è un’ampia caduta che lascia esposto il supporto ligneo sottostante e che appare interessato da schiacciamento, foliazione e deformazione. Gli strati pittorici sono inoltre interessati da vernici alterate, evidenti ritocchi e probabili ridipinture; essi appaiono molto gravati dagli effetti di una energica pulitura del passato, visibili sotto la vernice. Di dubbia originalità sono i fondi e i dettagli dorati nei brani pittorici: le lamine metalliche, spesse e coprenti, sono prive dell’aspetto e della trasparenza propri delle foglie d’oro dell’epoca; le figure, scontornate dalla doratura, creano un effetto irreale, specie nel paesaggio.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Dipinto attualmente in deposito.
Orari di apertura del museo :
Lunedì 8.15 - 14
Martedì Domenica 8.15 - 19.15