Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Il prezioso manufatto, destinato alla devozione privata, si compone di un’edicola lignea, un vero capolavoro dell’intaglio veneto di gusto lombardesco, e di una immagine di grande qualità dipinta da Cosmè Tura, importante protagonista della pittura a Ferrara al tempo di Borso e Ercole I d’Este. Febbrile fu l’attività svolta da Tura per la corte di Borso d’Este, dove fu impegnato in mansioni diverse dagli anni cinquanta del Quattrocento: dalla preparazione di cartoni per arazzi, alla esecuzione di dipinti su tavola per luoghi pubblici e privati, alla grande decorazione murale; sotto il successore Ercole I d’Este venne nominato ritrattista di corte, incarico che mantenne fino al 1486 quando venne sostituito da Ercole d’ Roberti.
La critica tende a datare questo raffinato esemplare in stretta prossimità alle ante d’organo della Cattedrale di Ferrara raffiguranti l’Annunciazione e San Giorgio che libera la principessa dal drago pagate a Tura nel giugno del 1469.
Il dipinto raffigura la Vergine colta nell’atto di svegliare il Bambino dal sonno, un gesto dal significato salvifico, allusivo alla futura resurrezione, che trova chiara esplicitazione nella seguente iscrizione in volgare posta sul parapetto: “SVIGLIA EL TUO FILIO DOLCE MADRE PIA/ PER FAR IN FIN FELICE L’ANIMA MIA”. Alla Resurrezione allude anche il picchio muraiolo, simbolo del risveglio dalla morte perché frequentatore di luoghi solitari e cimiteriali, che sta posato su di un grappolo d’uva rossa, mentre sull’altro tralcio di vite sosta un cardellino, allusivo alla Passione. Gli inserti naturalistici sono disposti ai margini di una composizione rigorosamente prospettica inquadrata entro gli stipiti lignei di una finestra, aperta su un paesaggio visto in lontananza e dal basso orizzonte. Alle spalle della Vergine, seppure abrasa, si intravvede una mandorla con i segni zodiacali lumeggiati in oro, da interpretarsi probabilmente in chiave cristiana, quali segni celesti della volontà divina. Si tratta di un particolare prezioso, significativo del vivo interesse rivolto all’astrologia nella corte estense del tempo.
Informazioni sullo stato della conservazione
Il dipinto appare in discreto stato di conservazione. La tavola, assottigliata, è interessata da una fessurazione, situata in basso a destra, che progredisce verso l’alto: aggravatasi negli ultimi mesi, ha provocato recentemente una piccola caduta del colore. Il sistema costitutivo del supporto, al momento non visionabile, è stato dettagliatamente descritto in occasione dell’intervento di restauro del 1982 durante il quale si è intervenuto sul supporto con risanamenti strutturali. La superficie pittorica presenta una crettatura leggermente in rilievo, di cui sarà importante verificare l’adesione al supporto, vernici ingiallite, altri materiali sovrammessi dovuti ad interventi precedenti, e ritocchi alterati. Dalle relazioni degli interventi precedenti si evince come la pellicola pittorica sia fortemente abrasa in diverse aree (fronte, mano destra e veste della Madonna in particolare). La cornice lignea, parte integrante dell’opera, è decorata a guazzo con foglia oro: la superficie dorata è piuttosto abrasa ed offuscata dai depositi. Le modanature del basamento sono particolarmente lacunose, diversi altri motivi decorativi a rilievo sono mancanti presumibilmente per un grave attacco xilofago del passato. Sono inoltre visibili varie fratture e separazioni dei diversi elementi che la compongono. La superficie dorata sembra piuttosto abrasa a causa di interventi di pulitura del passato, ma non si vedono evidenti integrazioni della doratura.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Lunedì 8.15 - 14
Martedì Domenica 8.15 - 19.15