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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

L’apparato decorativo ad affresco della chiesa dei SS. Pietro e Paolo Apostoli doveva coprire un arco temporale piuttosto ampio, corrispondente alla lunga e complessa realizzazione dell’edificio, il cui primo nucleo risale al periodo tra IX e XI secolo, per poi essere allargato ed innalzato intorno al XIV secolo, con numerose fasi costruttive di cui è difficile stabilire la successione a causa della carenza di fonti documentali e di alcuni interventi di ristrutturazione e consolidamento avvenuti nella seconda metà del Novecento.

Le pareti interne della chiesa e del vano di accesso alla torre campanaria dovevano essere quasi completamente affrescate, come si evince dalle tracce di decorazione pittorica che rivestono molte porzioni di muro e raffiguranti vari santi e diverse rappresentazioni di Madonna con il Bambino. Gran parte di essi furono distrutti dall'inserimento di nuovi altari nel corso del XVI e XVII secolo. In particolare, nella navata laterale, in seguito alla rimozione degli altari, sotto la scialbatura in calce bianca, sono stati trovati diversi affreschi del XV e XVI secolo, già oggetto di intervento nel 1989 a cura della Soprintendenza di Urbino. Il più grande affresco del XV secolo, completamente intatto, rappresenta la Madonna del Latte con i santi Pietro e Giacomo Maggiore.

Nella zona presbiteriale della chiesa varie porzioni di affresco sono state riportate alla luce in seguito a sondaggi effettuati in passato e dopo gli eventi sismici del 2016 che hanno danneggiato gravemente la parete dell’altare maggiore. Per facilitare il rinforzo strutturale della stessa, si è proceduto allo stacco di tali porzioni, già gravemente compromesse.

Sulla parete sud, a destra della porta d'ingresso, spicca l'affresco raffigurante il Giudizio Universale coperto dall'installazione dell'altare di San Giuseppe, a metà del Settecento, ora ricollocato nel vano della torre campanaria. Tale opera è tornata visibile grazie all'intervento realizzato tra il 1990 e il 1993 dalle Soprintendenze di Urbino e di Ancona. La parte centrale dell'affresco è stata irrimediabilmente perduta a causa dell'apertura di una grande nicchia destinata a contenere la statua di San Giuseppe.

Anche il livello della cripta doveva presentare pareti quasi completamente affrescate, ma oggi ne restano solo alcune tracce. In una nicchia a sinistra dell'abside è visibile un pregevole affresco attribuito al pittore Vincenzo Pagani (1490 ca-1568), raffigurante la Madonna col Bambino tra i SS. Antonio da Padova e Giuseppe, mentre nelle spallette delle nicchie sono raffigurati i due santi invocati contro la peste: S. Sebastiano trafitto da frecce e S. Rocco che mostra la ferita della gamba.

Informazioni sullo stato della conservazione

Tutti gli affreschi oggetto dell’intervento risultano, nel complesso, in cattivo stato di conservazione, presentando criticità sia strutturali sia estetiche e danni subiti durante il sisma del 2016. Tutte le superfici affrescate presentano un copioso strato di polvere sulla superficie, piccole abrasioni dovute all’usura ed alcune piccole cadute della pellicola e pertanto saranno oggetto di revisione dello stato conservativo ed estetico. Tra i danni principali riportati a seguito del sisma del 2016, sono risultate evidenze di schiacciamento sulle murature portanti, in particolare le colonne presenti nella cripta al piano seminterrato, lesioni e distacchi tra la torre campanaria e il resto dell’edificio. L’intervento di riparazione del danno e miglioramento sismico dell’edificio ha visto la Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto come soggetto attuatore, grazie al contributo fornito dall’USR con i fondi del Commissario straordinario per la ricostruzione; tuttavia in questo intervento non era stato compreso il restauro dell’apparato decorativo ad affresco a cui viene dedicata la presente raccolta fondi.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

La chiesa non è al momento visitabile.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 86.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Nell’insieme l’apparato decorativo presenta esigenze di restauro differenti, qui di seguito elencate in ordine di intervento:

PARETE ALTARE MAGGIORE

Stacco/strappo della superficie pittorica e restauro.

PARETE ALTARE MAGGIORE - PARETI LATERALI (DESTRA E SINISTRA PRESBITERIO) – FRAMMENTI RINVENUTI IN VARIE ZONE DELL’EDIFICIO - VANO TORRE CAMPANARIA - CRIPTA - NICCHIA

Rimozione degli strati di calce, consolidamento pellicola pittorica, risanamento dei distacchi, stuccatura, pulitura, integrazione pittorica.

REVISIONE DELLO STATO CONSERVATIVO ED ESTETICO DEGLI AFFRESCHI PRESENTI NELL’EDIFICIO (CHIESA E CRIPTA)

Spolveratura della superficie, consolidamento della pellicola pittorica, revisione della condizione estetica dei dipinti ad acquerello, eventuale trattamento finale delle superfici.

DOCUMENTAZIONE CONCLUSIVA

Al termine di tutti gli interventi sarà consegnata una Relazione Finale dettagliata sul lavoro effettuato, corredata da schede tecniche sui materiali impiegati, immagini fotografiche prima, durante, dopo il restauro.

Inoltre, a seguito della presenza di rilevanti fenomeni di umidità di risalita capillare negli ambienti della cella campanaria, si prevede un intervento conservativo finalizzato alla mitigazione dell'umidità e alla tutela degli apparati decorativi presenti, in particolare degli affreschi storici (interventi in categoria OG2).

Gli interventi previsti comprendono:

  • Smontaggio della pavimentazione esistente, conservando attentamente gli elementi originali per la successiva re-installazione;
  • inserimento di un vespaio areato mediante casseri a perdere, al fine di migliorare la ventilazione del sottofondo e interrompere la risalita dell'umidità;
  • rimontaggio della pavimentazione originaria, mantenendo la posa e l'orientamento esistenti.

È previsto, inoltre:

  • Lo smontaggio del telaio finestra esistente e l'inserimento di un nuovo infisso fisso in acciaio corten, realizzato in analogia formale e materica con gli altri infissi già presenti nella chiesa;
  • al primo piano della cella campanaria, la posa di un bussolotto in vetro apribile, funzionale a limitare il passaggio incontrollato d'aria e umidità dagli ambienti esterni;
  • l’installazione di un deumidificatore con controllo igrometrico, in grado di mantenere l'umidità relativa al di sotto della soglia critica per la conservazione degli affreschi.

L'intervento è volto a migliorare le condizioni microclimatiche interne e garantire la conservazione a lungo termine del patrimonio storico-artistico custodito nella torre campanaria.