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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Il prezioso ricamo è frutto di un assemblaggio compiuto in epoca antica, come dimostra la consunzione di talune parti che presentano un tipo di degrado normalmente causato dalla collocazione appesa in verticale. Era del resto una prassi comune il riutilizzo di porzioni di tessuti ancora in buone condizioni per gli elevati costi di simili apparati. In questo caso però, pur avendo mutato la propria originale funzione forse di capoletto, il copritavola mostra una continuità nel decoro.

Il manufatto pertiene alla collezione storica dei Musei Nazionali di Genova – Palazzo Spinola e proviene dunque dalla donazione dei marchesi Franco e Paolo Spinola del 1958, che ha originato il museo pubblico.

Per le preziosità e la raffinatezza del decoro, nonché per gli interessanti nessi con la coeva pittura genovese, il ricamo è stato più volte pubblicato nell’ambito degli studi dedicati alla rinomata produzione tessile locale e alla altrettanto fortunata pittura naturamortista, dal momento che sull’intera superficie si sviluppa un finissimo decoro realizzato a punto raso con fili di seta a soggetto floreale – vi si riconoscono rose, anemoni semplici e doppi, narcisi, tulipani e garofani – vivacizzato dalla presenza di diversi animali esotici, quali simpatiche scimmiette, pappagalli e altri uccelli dalle variegate cromie.

Per tali caratteristiche, l’arredo è stato accostato alle ancora anonime manifatture che ricamarono il prezioso set di parati liturgici che la Repubblica di Genova donò al Convento di San Salvatore a Gerusalemme, contraddistinto da un decoro floreale piuttosto simile, e al rarissimo letto “all’imperale” commissionato probabilmente da Eugenio Durazzo, proprietario anche di Palazzo Reale, per la sua villa di Albisola, sul quale compaiono analoghe scimmiette. Datati tutti agli anni ottanta-novanta del Seicento, per stringenti affinità con talune soluzioni adottate nell’ambito di “Casa Piola”, la letteratura specialistica ha ricondotto proprio a un membro di tale rinomata bottega, forse Domenico stesso, la fase progettuale. È del resto ormai un assunto consolidato che durante il Seicento caddero definitivamente le barriere tra “arti minori” e “arti maggiori” e che maestri assoluti si cimentarono nell’ideazione di arredi o altri manufatti di arti decorative, uno su tutti Gian Lorenzo Bernini.

Sullo scadere del secolo, le dimore patrizie genovesi si impreziosivano di mobilia di legno dorato, di affreschi di tenore più leggero, di cornici trompe loeil in un continuum ornamentale che investiva gli ambienti a 360 gradi. Anche gli arredi tessili, per loro natura più delicati e quindi conservatisi in pochissimi e rarissimi esemplari spesso frammentari, partecipavano a questo clima di rinnovamento e il copritavola Spinola ne è una testimonianza preziosa che merita di poter essere restituita alla pubblica fruizione, dopo un accurato restauro che ne consenta l’esposizione.

Informazioni sullo stato della conservazione

Il manufatto si presenta in cattivo stato di conservazione. Sono infatti visibili ingenti depositi di particellato superficiale che nel tempo hanno contribuito all’incupimento dell’effetto raso. Si riscontra anche perdita dell’ordito con slegature delle trame di fondo e perdita delle trame policrome nei ricami. Si evidenziano anche tagli e lacune sparse, oltre che mancanze e deformazioni di lieve entità lungo tutto il bene.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

A causa del precario stato conservativo, il ricamo è attualmente stato collocato in deposito.

 

Lunedì: chiuso

Martedì: 13.30 – 19.00

Mercoledì-sabato: 9.00 – 19.00

Domenica e festivi: chiuso (aperto la prima e la terza domenica del mese, la prima con ingresso gratuito 13.30 – 19.00)

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 6.200,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Verranno innanzitutto effettuate indagini preliminari per dettagliare stato e cause del degrago. Seguirà pulitura meccanica (ad aria tramite micro-aspiratore con manufatto protetto da rete termosaldata a maglie fitte), vaporizzazione (con acqua demineralizzata, al fine di poter distendere le pieghe e ripristinare il drittofilo), asciugatura a temperatura ambiente e in posizione distesa. Si prevede poi lo smontaggio con rimozione temporanea della fodera attuale per effettuare interventi di consolidamento localizzato e degli inserti se ritenuti obsoleti ed eventuale sostituzione della fodera. Si procederà con il consolidamento, supportando il tessuto di fondo laddove risulti lacerato o lacunoso con tessuti della stessa natura dell’originale, tinti della giusta nuance e resinati dove risulti necessario. Verranno eseguiti punti posati e punti di fermatura regolari utilizzando un filato di poliestere titolo n. 240 (organzino di seta). Tale filato ha una sottigliezza tale da rendere i punti totalmente mimetici e grazie alla sua natura possiede maggiore tenacità rispetto ai filati di seta.

Dopo la fase di pre-consolidamento, si avvierà il consolidamento strutturale, con intervento ad inglobato, cioè posizionamento di un tulle al disopra del tessuto di fondo per evitare ulteriori peggioramenti. Il tulle verrà scelto della giusta nuance in modo da non risultare percepibile. Infine si procederà con una foderatura totale con un tessuto a tono in taffetà di seta cucito.

Si fornirà anche idoneo rullo per la conservazione in deposito o per trasporto.