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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Il ritratto appartiene alla collezione storica di Palazzo Spinola e costituisce una mirabile prova del pittore genovese Bernardo Strozzi, noto anche come “Il Prete” o “Il Cappuccino” per la sua appartenenza a questo ordine religioso. La tela giunse nella dimora in cui è ancora oggi custodita intorno al 1824, quando ne divenne proprietario Giacomo Spinola di Luccoli, che aveva ereditato il palazzo dal cugino materno Paolo Francesco Spinola di San Luca. In quel momento, Giacomo portò nella nuova abitazione la propria quadrarie, ivi inclusi i dipinti della moglie Valentina Balbi, tra i quali appunto il Ritratto di monaca in questione.

Si presume, in ragione della sua provenienza, che la religiosa effigiata sia un membro della famiglia Balbi.

La tela venne realizzata poco prima della partenza di Strozzi avvenuta nel 1633 per Venezia, città presso la quale trovò rifugio e dove poi concluse la sua carriera a seguito di una rocambolesca fuga per sottrarsi a un processo intentato dall’Ordine dei Cappuccini proprio per il praticare la professione pittorica.

Nella Serenissima, così come a Genova, Strozzi ricevette commissioni di grande rilievo a testimoniare l’apprezzamento da parte di mecenati di prim’ordine per il suo innovativo fare artistico. Egli fu tra i primi interpreti del lessico barocco nella Superba, avendo recepito precocemente la rivoluzione apportata nella Repubblica da Pieter Paul Rubens, di cui offrì un’interpretazione non di maniera. La gestione del colore e della materia, insieme ai volumi generosi di alcuni suoi soggetti ricorrenti costituiscono elementi ben riconoscibili del suo percorso figurativo, contraddistinto anche da numerose incursioni nella ritrattistica sia dal vivo sia postuma.

Il dipinto che necessita di restauro è oggi di formato rettangolare, dopo essere stato per alcuni secoli mistilineo per essere riadattato alle quadrature trompe l’oeil come era abbastanza consueto nel corso del Settecento. Per la semplicità dell’impostazione con lo sfondo scuro e la figura ritratta contraddistinta da un abbigliamento alquanto severo, l’aspetto che più colpisce è l’accuratezza nella fedele riproduzione sia dei caratteri fisionomici sia psicologici.

Informazioni sullo stato della conservazione

Il dipinto si presenta in discrete condizioni, non presentando importanti cadute di colore. Tuttavia il consistente strato di vernice non originale appare ossidato e opacizzato, rendendo dunque necessario un intervento di pulitura al fine di rendere pienamente fruibile l’opera. La cornice è a sagoma romana con doratura a mecca ed è in cattivo stato di conservazione, con sbollamenti, cadute e abrasioni.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

La tela è collocata nell’ultimo salotto del percorso espositivo del secondo piano nobile di Palazzo Spinola, attuale Sala da pranzo. L’ambiente è raggiungibile tramite lo scalone monumentale oppure con l’ascensore (dimensioni: cm 215 x 140 x 110, con apertura di cm 79). L’allestimento dei piani nobili, secondo i precisi criteri espositivi indicati nell’atto di donazione che diede origine al Museo nel 1958, restituisce fedelmente l’aspetto sei-settecentesco della dimora. Il dipinto è quindi esposto come all’interno di una quadreria antica.

Orari di apertura 

Lunedì: chiuso

Martedì: 13.30 – 19.00

Mercoledì-sabato: 9.00 – 19.00

Domenica e festivi: chiuso (aperto la prima domenica del mese con ingresso gratuito e la terza domenica del mese 13.30 – 19.00)

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 4.270,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

L’intervento di restauro sarà finalizzato alla rimozione del consistente strato di sporco e vernice ossidata e delle reintegrazioni pittoriche alterate. La metodologia dell'intervento sarà definita previa esecuzione di test di solubilità e dopo l’apertura di saggi che consentiranno di valutare in modo corretto lo stato della cromia originale; l’operazione sarà realizzata con miscele di solventi di Fd adeguato e a bassa aggressività, compatibili con la superficie pittorica, in quest’ottica il solvente potrà essere supportato (solvent gel, emulsioni, soluzioni addensate) per garantire un totale rispetto degli strati originali. L’intervento sarà condotto con l’ausilio di un microscopio ottico e costantemente controllato con visione a fluorescenza UV.

Sarà poi rifinita la pulitura passando quindi alle operazioni di stuccatura a livello delle lacune e di reintegrazione pittorica intervenendo con una tecnica riconoscibile. Questa operazione dovrà essere condotta in modo molto rigoroso e puntuale per non alterare la corretta lettura dell’opera.

CONCLUSIONE DELL’INTERVENTO

L’intervento di rimozione del consistente strato di sporco e di vernice ossidata è stata l’operazione più significativa. Esso è stato eseguito con una miscela di solventi, previ test di solubilità, e in alcuni punti con l’ausilio di microscopio ottico, costantemente controllato con visione a fluorescenza UV. La pulitura ha consentito in primis di riottenere una piena leggibilità del ritratto che ha così riacquistato profondità e definizione. In secondo luogo, ha permesso di meglio conoscere le “giunte” che in epoca passata avevano trasformato il dipinto da mistilineo a rettangolare. Si è compreso che per tali porzioni sono state utilizzate parti di dipinti antichi dei quali, grazie alla pulitura, si nota lo strato pittorico e si intuisce la raffigurazione.

Si è proceduto con minime reintegrazioni, evitando ricostruzioni ma preferendo piuttosto un leggero “accompagnamento” cromatico della parte originale mistilinea alle aggiunte successive per evitare traumi visivi ma, nel contempo, mantenere la distinzione delle due “storie” del dipinto.

Si è provveduto infine a pulire anche il telaio e a trattarlo con un adeguato prodotto antitarlo, a conferire maggiore stabilità al sistema di montaggio del dipinto nella cornice e alla pulitura a secco della cornice stessa.

Allo stato attuale non si ritiene necessario intervenire sulla foderatura del supporto che sembra ancora in grado di sostenere correttamente il dipinto. La sua tenuta sarà comunque attentamente valutata ed eventualmente si procederà con un intervento atto a dare all’opera un corretto sostegno.

Per appianare le deformazioni degli angoli si agirà localmente con appianamenti e fissaggi del supporto tessile.

Le operazioni di verniciatura saranno condotte a pennello e a spruzzo con materiali che conservino nel tempo buona protezione ai raggi UV (minimo ingiallimento) e buona reversibilità.

 

Intervento sul dipinto

  • Eventuali fissaggi di porzioni pericolanti dello strato pittorico con soluzione acquosa di alga Funori al 1%
  • Pulitura e disinfestazione preventiva del telaio con un prodotto antitarlo a base di permetrina (Perxil)
  • Interventi localizzati sul sistema di supporto: umidificazione puntuale controllata e fissaggi della tela con adesivo a base acquosa addensato (resina Plextol B500+resina Dispersion 360 addensate con Klucel G) ed eventuali inserti di tessuto ignifugo in poliestere per permettere il ritensionamento della tela
  • Pulitura della superficie pittorica tramite la rimozione dello sporco di deposito con una soluzione acquosa di un tensioattivo non ionico a basso dosaggio
  • Pulitura finalizzata alla rimozione della vernice e dei ritocchi alterati previa apertura di saggi di pulitura per definire la metodologia operativa idonea
  • Rimozione meccanica degli stucchi debordanti sul colore originale
  • Stuccatura a livello delle lacune di strato pittorico con gesso di Bologna
  • Reintegrazione pittorica con colori ad acquerello e velature con pigmenti puri legati a vernice Laropal A81
  • Verniciature interinali e finali con resine ad elevate resistenza all’invecchiamento (Laropal A81 e Regalrez 1094)