I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.
L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi degli artt. 10, 12 e 13 del D.L.gs. 22 gennaio 2004, n.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio)

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

L'archivio fotografico dell'Arsenale triestino San Marco è parte del più ampio archivio prodotto dall’Arsenale del Lloyd Triestino, dall’Arsenale Triestino, dai CRDA San Marco, dai CRDA Fabbrica Macchine San Andrea, quindi di un complesso industriale attivo nelle costruzioni e nelle riparazioni navali del territorio giuliano dalla prima metà del XIX secolo agli anni '80 del XX secolo. La documentazione, dichiarata di interesse culturale e depositata presso l'Archivio di Stato di Trieste nel 1997 dalla Fincantieri - Cantieri Navali Italiani s.p.a., testimonia le complesse e tortuose vicende della cantieristica triestina tra XIX e XX secolo, segnate da continue fusioni e scorpori societari. Il materiale fotografico, consistente in 4.268 foto (collocate sciolte in buste non adatte alla conservazione e in 158 album), è conservato assieme a verbali del consiglio d’amministrazione e dell’assemblea generale (1940-1962), materiali degli uffici tecnici (1889- 1974), registri del personale (1837-1981). Le foto in particolare possono essere considerate una straordinaria fonte della cultura storica ed etnografica del Friuli Venezia Giulia perché testimonianza del lavoro, dei processi produttivi, della moda e del design di particolare efficacia narrativa.

Informazioni sullo stato della conservazione

Le oltre 4000 foto sciolte, collocate attualmente in buste non adatte alla conservazione, dovranno essere condizionate in apposite buste in carta antiacida. La procedura di digitalizzazione e la fruizione da remoto attraverso il sistema informativo dell'Archivio di Stato di Trieste, evitando una continua consultazione e manipolazione dei beni, garantiranno la conservazione permanente nel tempo.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

La Sala di studio dell’Archivio di Stato di Trieste è stata riaperta al pubblico a partire dal 18 maggio 2020. A causa dell'epidemia da COVID-19, è necessario regolare l’accesso agli ambienti dell'Archivio di Stato tramite contingentamento delle presenze nella Sala di studio.

Pertanto l’accesso alla Sala di studio è consentito solo previa prenotazione, da effettuarsi esclusivamente sul sito web dell’Archivio di Stato, nella pagina “Prenotazioni”, compilando la richiesta nel calendario pubblicato https://archiviodistatotrieste.it/asts/prenotazione/

Sono previsti turni di consultazione articolati per fasce orarie. Per ogni turno è ammesso due (2) studiosi alla volta, nel rispetto delle norme di distanziamento attualmente in vigore. Le fasce orarie sono le seguenti:

lunedì e giovedì: 8.30-11.00 ; 11.20-13.50 ; 14.30-17.30

martedì, mercoledì e venerdì: 8.30-11.00 ; 11.20-13.50

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 20.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto intende ripercorrere una parte importante della storia e della memoria di oltre un secolo di lavoro, di industria, di attività economica e vita sociale del territorio regionale attraverso le immagini conservate nell'archivio fotografico dell'Arsenale San Marco, parte di un complesso industriale attivo nelle costruzioni e nelle riparazioni navali del territorio dalla prima metà del XIX secolo agli anni Otttanta del XX secolo. L'inventariazione, la catalogazione, la digitalizzazione e l'accesso on line della documentazione, consistente in oltre 4000 foto, sono infatti loe preliminari e indispensabili attività necessarie alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio e della cultura industriale cantieristica. Non solo rappresentazione della realtà della produzione e del lavoro, ma anche storia dell'architettura, del design e della moda. La catalogazione delle foto, integrata nel sistema informativo dell'Archivio secondo gli standard previsti, consentirà di collegare le singole immagini degli oggetti digitali alle unità documentarie descritte attraverso il software di descrizione archivistica. La pubblicazione on line, ad accesso libero e gratuito, della documentazione digitalizzata è l'ulteriore passaggio di un progetto che intende valorizzare un patrimonio documenario capace di avere particolare efficacia narrativa solo se posto in realzione con il territorio. Lo sguardo sull'uomo al lavoro, sui mezzi e i luoghi della produzione, sugli oggetti e sui prodotti che le foto digitalizzate restituiscono al grande pubblico non consente solo di cogliere i grandi cambiamenti attraversati dall'impresa cantieristica lungo il '900, ma di ricostruire storie individuali inserite in un contesto sociale e produttivo di più ampia portata. I ritratti e le storie dei protagonisti del lavoro rappresentati nelle foto sono infatti una chiamata all'individuazione di percorsi biografici specifici, sul modello del "faccia a faccia" già sperimentato dalla Fondazione Dalmine, per connettere la storia del territorio (storia d'impresa, storia sociale, storia del lavoro) alla memoria personale e collettiva in un colloquio profondo con la contemporaneità: chi sono le persone i cui volti sono ritratti nelle foto? cosa fanno? In quale contesto produttivo sono inseriti? Un’ampia campagna di sensibilizzazione e promozione in tal senso, sugli organi di stampa e sui canali web istituzionali dell’Archivio di Stato di Trieste, consentirà di snodare i primi fili di un racconto in itinere di cui la digitalizzazione e la valorizzazione on line sono il primo passo. È intenzione inoltre di richiedere la collaborazione degli studenti delle scuole tecniche cittadine, come per esempio l’Accademia nautica dell’Adriatico di Trieste, per l’individuazione di oggetti e materiali di studio rappresentati nelle foto digitalizzate.