Attività principali dell'istituzione
I Musei Civici sono ospitati dal 1936 nella sede di proprietà comunale di Palazzo Mosca, un tempo residenza di una delle più importanti famiglie della nobiltà pesarese. I Mosca, ricchissimi mercanti bergamaschi, giungono a Pesaro verso la metà del ‘500 entrando ben presto a far parte della nobiltà cittadina. La loro rapida ascesa economica e sociale gli consente di costruire la suburbana Villa Caprile e il Palazzo in pieno centro che ancor oggi porta il loro nome.
L’originario impianto seicentesco della residenza viene ammodernato nel Settecento dal marchese Francesco che si affida, per tale compito, all’architetto Luigi Baldelli, probabile allievo del Lazzarini. Ed è proprio in questo periodo che l’abitazione dei Mosca gode di particolare splendore: in virtù degli intensi legami politici e culturali che la famiglia instaura nel Settecento, il palazzo diviene un vivace cenacolo di intellettuali ed aristocratici.
Oltre a Vincenzo Monti, anche Napoleone Bonaparte viene ospitato a Palazzo da Francesco Mosca, allora esponente del governo della Repubblica Cisalpina di Milano.
Residenza della marchesa Vittoria fino al 1844, l’edificio rimane dimora della sorella Bianca e del marito Tommaso Chiaramonti. Divenuto di proprietà comunale dopo vari passaggi, viene scelto come sede dei Musei Civici, fino ad allora ospitati a Palazzo Ducale.
Palazzo Mosca oggi è caratterizzato da una sobria facciata dominata al centro da un sontuoso portale bugnato. Varcato il portone, all’interno si succedono tre ampie corti.
Il percorso museale è stato rinnovato nel 2013 ad eccezione della Sala Bellini e tiene conto di criteri sia cronologici che emozionali.
La collezione museale è disposta nelle cinque sale del primo piano di Palazzo Mosca. La prima sala ospita uno dei capolavori del Rinascimento italiano: la Pala dell’Incoronazione della Vergine di Giovanni Bellini. Eseguita dal pittore veneto intorno al 1475, era originariamente collocata nella chiesa pesarese di San Francesco. Divenne da subito oggetto di devozione da parte dei fedeli, nonostante il complesso e non immediato messaggio mistico- allegorico sotteso nell’iconografia, evidente soprattutto alla luce del credo francescano. Stilisticamente si nota come alla solennità dell’evento mistico raffigurato nella tavola centrale, si contrappongono i vivaci episodi della vita dei santi nella predella.
Oltre al significato teologico, la pala potrebbe anche rinviare ad un riconoscimento del dominio degli Sforza sulla città sancito, nel 1483, dal matrimonio di Camilla e Giovanni Sforza. Nella sala, oltre alla pala, sono esposti dipinti che provengono da chiese e conventi della città e che rappresentano momenti significativi della cultura figurativa locale.