Attività principali dell'istituzione
L'area "dell'Olmo" rappresenta un luogo ricco di storia e testimonianze archeologiche risalenti all'Ateste romana. In quest'epoca l'area ha avuto un ruolo cardine nel definire il disegno della urbs. Gli scavi archeologici eseguiti durante le campagne 1975-1980, hanno fatto emergere le tracce dei principali assi ordinatori della città romana (il cardo minore ed il decumanus massimo, e i resti dell’imponente portico che definiva il foro dell’antica città) identificano l’area come un luogo centrale nella costruzione della res pubblica. Inoltre, durante le campagne di scavo è stato rinvenuto un edificio con 16 vani, pavimentato in tessellato nero, riconoscibile come atrio; la maggior parte delle pavimentazioni corrisponde a quelle tradizionalmente chiamate in opus signinum. Per tale motivo il complesso è conosciuto come Domus dei Signini. La sua importanza risiede nel fatto che la datazione dei pavimenti in cementizio è attribuibile alla metà del I sec a.C.: si tratta quindi di una delle più antiche case di Este.
Attualmente l’area rappresenta un grande vuoto urbano, in un contesto consolidata, al margine sud-ovest del centro storico e pertanto esclusa anche dai percorsi più frequentati che gravitano su Piazza Maggiore e sugli spazi pubblici ad essa limitrofi.Oltre alla sua posizione, un altro fattore esclude quest’area dalla vita della città: recintata su tutti i lati confinata tra due spazi riservati alle auto, è inaccessibile alla cittadinanza. All’ampia area verde viene pertanto delegato un ruolo residuale, dove si è evoluto quasi un “terzo paesaggio”: luogo abbandonato, luogo di indecisione, la cui vegetazione cresce spontaneamente in assenza di un pensiero che coinvolga attivamente natura e comunità.Attualmente l'area è chiusa al pubblico e verrà riaperta in modo continuativo dopo l'intervento di riqualificazione e valorizzazione in progetto per il 2025-2027.
L’obiettivo cardine del progetto è ricostruire una nuova trama socio-architettonica che sia in grado di stabilire relazioni (fisiche, funzionali, percettive, semantiche ed ecologiche) tra le strutture archeologiche, i percorsi di visita, il sistema vegetale ed il contesto urbano circostante. I tessuti che compongono questo spazio sono diversi: in parte estesi arealmente e in parte lineari, devono essere tenuti insieme da interventi che rendano conto della loro specificità, ma che mantengano un’omogeneità volta a donare un’identità coesa all’area di intervento. Si vuole quindi sviluppare una narrazione immersiva della memoria storica e culturale del luogo, attraverso interventi che limitino la costruzione di muri a favore invece di linee di tensione in grado di orientare i flussi di percorrenza; ossia, la progettazione di luoghi “camminabili”, con cui sia effettivamente possibile costruire relazioni di cura e partecipazione. E’ dunque necessario valorizzate tutte le stratificazioni che l’area dell’Olmo ha subìto nel tempo e renderla fruibile dalla comunità mediante ambiti diversificati.