Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La chiesetta campestre intitolata alla Beata Vergine e ai santi Rocco e Sebastiano, ma detta di San Rocco, si trova nella Valle dei Mercanti, in comune di Torrebelvicino. In qesta valle, già in tempi antichi, sono attestate importanti attività minerarie estrattive. Con l'arrivo della pestedel 1630 il comune si trovò nella necessità di destinare un luogo, fuori dall'abitato, nel quale trasferire gli ammalati e decise di costruire la chiesa presso il torrente Rillaro. Negli atti del notaio Virginio Scalabrin, in data 24 ottobre 1630, è documentata la decisione: "Havendo il comune, et homini di Torrebelvicino distretto et diocese vicentina per sua particolare divotione in questi tempi calamitosi di peste proposto, et deliberato di frabicare una chiesa nel detto loco...ad honor di Sua Divina Maestà et Beatissima Vergine, et di San Rocho, et Sebastiano...Essendo perciò stata fatta general convincinia, et deliberato,et fermato di fabricare, et costruire detta chiesa in tutto, et per tutto conforme a detta mandacione. Così ms. Baldesera Pilato, sindico et Giacomo Dal lago per nome di detto comun et huomini hanno promesso di fare a tutte sue spese et ornarla et mantenirla...". Presso lo stesso notaio si trova che il 13 ottobre 1630 in contrà di Pedevivo, Girolama Scalabrin "essendo in detto loco sopra la sua porta inferma alquanto del mal contagio" lascia 25 ducati "alla chiesa che si ha da far di San Rocho". Il 20 ottobre, in Parè, Matteo di Otto "dubitando del mal contagio" lascia troni 6 annui. Probabilmente la chiesa fu adibita a lazzaretto già durante l'epidemia del 1631; in seguito fu custodita da eremiti. Nella visita vescovile del 1902 la chiesa fu trovata molto decaduta, tanto che era stata sospesa la messa che ogni anno si celebrava nel giorno del santo protettore.
Informazioni sullo stato della conservazione
La chiesa è costruita con elementi poveri e presenta un'unica navata senza volte o controsoffitti. La crocera dell'abside e parte del tetto sono crollati. Le strutture murarie sono molto degradate in parte anche per effetto del crollo delle strutture di copertura e per la conseguente più copiosa infiltrazione di acque meteoriche nelle murature con effetto disgregante in particolare nei confronti di malte e attraverso le alternanze gelo disgelo e le attività vegetazionali. Anche l'abside è profondamente daneggiata visto il crollo della volta in mattoni a crociera che la copriva. Il tetto è molto degradato con parti crollate e parti marcite. Le capriate della copertura sono appoggiate a alle murature tramite delle grandi mensole in pietra massiccia. Una di queste mensole è stata sostituita da un getto in c.a. Le fondazioni del fabbricato necessitano di un saggio per verificare la profondità e il loro stato di conservazione.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Al momento la struttura non è fruibile.