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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Il complesso monumentale racchiuso tra le pendici del Colle Cidneo a nord, e via Musei a sud, corrispondente alla parte est della città antica, rappresenta in assoluto un unicum nel panorama archeologico, monumentale e storicoartistico italiano. Il teatro romano di Brescia sorge ai piedi del Colle Cidneo, di cui sfrutta la pendenza, rivestendo sin dall’antichità un ruolo fondamentale nel panorama cittadino quale luogo di aggregazione collettiva, rafforzato dalla sua adiacenza al complesso del Capitolium (il tempio dedicato alla triade capitolina, composta da Giove, Giunone e Minerva) e al foro della città, cuore pulsante dell’attività politica, amministrativa ed economica dell’antica Brixia.

Edificato a partire dall’età augustea, il teatro romano di Brescia conosce due ulteriori fasi costruttive: una durante l’età flavia, quando l’imperatore Vespasiano avvia un generale processo di crescita e monumentalizzazione della città di Brescia, a cui risale anche l’ampliamento del tempio Capitolino e la dedica di opere straordinarie quali la Vittoria Alata, e poi una più marcata monumentalizzazione datata all’età severiana, tra la fine del II secolo e gli inizi del III secolo d.C. Per tutta l’età tardoantica e altomedievale sono documentati una serie di danneggiamenti e rifacimenti: dopo il crollo della scena tra l’XI e il XII secolo, l’edificio divenne una cava a cielo aperto per l’asportazione di pietre da costruzione, pur preservando una qualche forma di funzionalità: nel XII secolo è infatti documentato un utilizzo del teatro come luogo per pubbliche udienze dei Consoli. Lo stato di abbandono in cui versava e il dilavamento della terra dal colle ne determinarono il progressivo e definitivo interro.

Al XIII secolo risale la costruzione del palazzo della famiglia Maggi, che andò ad appoggiarsi sulle murature romane integrandole nella propria struttura. Da spazio della collettività, il teatro divenne per lungo tempo un luogo riservato e privato.

L’area è stata progressivamente riportata in luce e valorizzata a partire dal 1823, quando, una sottoscrizione pubblica diede impulso alle indagini archeologiche che portarono dapprima alla luce i resti del tempio Capitolino e poi il teatro romano e il deposito dei grandi bronzi al quale appartiene anche la Vittoria Alata. Lungo tutto il XX secolo, resti e frammenti del teatro continuarono ad emergere, in un costante processo di rivelazione, fino al XXI secolo, quando fu restaurata la parte orientale della cavea, rendendo visibili resti e frammenti della scena. Il processo di disvelamento e reintegrazione del teatro nello spazio monumentale antico e nel tessuto urbano moderno ha trovato uno snodo fondamentale nella creazione di Brixia - Parco Archeologico di Brescia romana, in cui il teatro rappresenta un ruolo fondamentale di cerniera tra il Capitolium, il foro e il quartiere residenziale romano che ancora giace sotto gli edifici monumentali del monastero longobardo di San Salvatore e Santa Giulia.

Informazioni sullo stato della conservazione

Nel 1994, Antonio Frova, eminente studioso delle realtà monumentali di Brescia romana, constatava come il teatro bresciano fosse, tra gli edifici di spettacolo della Cisalpina, “il grande sconosciuto, per le condizioni nelle quali si trova, messo in luce soltanto in parte”. Una lettura chiara del monumento era gravata dall’impianto di numero sovrastrutture e sovrapposizioni, sin dall’età medievale, sulla struttura originaria dell’edificio, “in un continuo gioco di demolizioni, ricostruzioni, continue trasformazioni e adattamenti”.

A trent’anni di distanza, la conoscenza del teatro, pur migliorata, rimane parziale. Mentre si attendono le informazioni, fondamentali, che giungeranno dagli scavi della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia (avviati nel 2025), si può affermare oggi che gli elementi principali dell’edificio erano costituiti dalla cavea in appoggio al colle, con tre sezioni di gradoni raccordati da scale e corridoi concentrici secondo i precetti costruttivi comuni alla maggior parte dei teatri romani; l’accesso alle file inferiori avveniva tramite due aditus posizionati ad est e ad ovest; l’edificio scenico alto quanto la summa cavea era articolato planimetricamente in tre grandi nicchie, con la centrale di dimensioni maggiori. Il pulpito è ben leggibile ancora oggi e di fronte ad esso si sono conservati distintamente i nove pozzetti per le aste telescopiche, che consentivano le manovre del sipario dal basso verso l’alto. Un ampio ed esteso portico si sviluppava tra il muro posteriore della fronte scena e il decumano massimo, con funzione di accoglienza e di protezione durante le attese per l’ingresso e tra gli spettacoli.

In base alle conoscenze attuali, lo sviluppo in alzato della scena appariva articolato in tre piani decorati con tre diversi ordini, dei quali si conservano in Museo numerosi capitelli figurati che riproducono vittorie, eróti e raffigurazioni del ciclo dionisiaco. L’elevato quantitativo di elementi architettonici e decorativi della scena rinvenuti in situ nel corso degli scavi ci dice che questa parte dell’edificio collassò a seguito probabilmente di un sisma.

Le informazioni attualmente in nostro possesso originano da numerose campagne di scavo, di restauro e di studio, iniziate nel 1913, tutte però, sfortunatamente, solo parziali. Questa scarsità di conoscenze e di interventi è originata in parte da una oggettiva difficoltà di raggiungimento delle strutture e di acquisizione dei dati (fino al 1961, ad esempio, sorgeva sulle rovine romane la scuola Ugo Foscolo, demolita ma ancora parzialmente innestata sulle strutture antiche), che ha portato ad un interesse altalenante verso il teatro e la sua storia, spesso oscurato dalle necessità di scavo, preservazione e musealizzazione di altre aree di altissimo valore storico-artistico oggi pertinenti al Parco Archeologico di Brixia romana.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il Parco archeologico di Brescia romana offre un percorso nella città antica tra i più significativi e meglio conservati d’Italia. Riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2011, insieme al complesso monastico di San Salvatore – Santa Giulia, è oggetto di un progetto di recupero archeologico e architettonico, che valorizzerà i luoghi straordinari che ne fanno parte e li renderà completamente accessibili.

Nel corso del 2023, anno in cui a Brescia è stato conferito il titolo di Capitale italiana della cultura, è stato inaugurato un nuovo percorso di collegamento tra il Parco Archeologico di Brixia romana e il Museo di Santa Giulia, il cosiddetto Corridoio UNESCO, che ha reso accessibili anche alle persone con disabilità fisica e percorribili gratuitamente gli scenografici spazi storici del Teatro romano, oggi fruibili dalla cittadinanza come una vera e propria estensione urbana.

Il Teatro romano nel suo stato attuale è location per rassegne estive di concerti e spettacoli, nonché per eventi legati a celebrazioni e mostre, sempre molto selezionati e legati al genius loci di questo antico spazio e dell’area archeologica alla quale appartiene. Tuttavia, l’utilizzo attuale dell’edificio presenta una mancanza di fondo dovuta alla sua storia conservativa e dall’incompiutezza delle indagini archeologiche: viene infatti utilizzato al contrario, con gli artisti che si avvalgono delle murature della cavea come scenografia e con i visitatori disposti sulla zona della scena e della cavea con le spalle al palcoscenico.

 

Orario estivo (1 giugno – 30 settembre):

  • Lunedì (non festivi): Chiuso
  • Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica: 10:00 – 19:00
  • Ultimo ingresso:  18.10

 

Orario invernale (1 ottobre – 31 maggio):

  • Lunedì (non festivi): Chiuso
  • Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica: 10:00 – 18:00
  • Ultimo ingresso:  17.10

 

Il Parco archeologico di Brescia romana consente l’accesso diretto a tutte le aree del museo (biglietteria, Santuario repubblicano, Capitolium) grazie all’ascensore che collega le diverse quote; l’ingresso al teatro romano è accessibile dal Vicolo Fontanone.

Sono a disposizione dei visitatori i seguenti servizi:

  • n.1 sedia a rotelle
    (da richiedere in biglietteria al personale di custodia)
  • bagno per disabili

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 300.000,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

La progettazione per la rifunzionalizzazione è stata avviata nel corso del 2024 con la redazione da
parte dello studio David Chipperfield Architects S.R.L. di un Progetto di Massima che permetterà di
individuare i contenuti architettonici e di indirizzo per le successive fasi di progettazione.
L’idea progettuale mette a sistema le necessità di ordinaria fruizione del sito archeologico
implementandola con l'impiego per lo spettacolo dal vivo per 1000 spettatori durante la stagione
estiva, al fine di riportare nel cuore di Brescia un'importante funzione di aggregazione sociale e
culturale. L’intervento consentirà sia l’uso di parte della cavea per l’accoglienza del pubblico che
l’utilizzo del pulpito, restituendolo all’originaria funzione di palcoscenico e rievocando, attraverso
strutture parte permanenti e parte effimere, l’antica e monumentale struttura del frontescena
perduta probabilmente a causa di un terremoto. Parallelamente saranno creati percorsi di visita
che consentiranno la piena percorribilità di tutti gli ambiti del teatro, a partire dalla cavea e dal
pulpito e fino alla media cavea, includendo i vomitoria (gallerie con funzione d’ingresso) collegati
alla summa cavea. L’estensione del percorso di visita alle parti più elevate consentirà di
raggiungere un punto panoramico per godere di una straordinaria prospettiva sull'intera cornice
archeologica, spaziando con la vista anche fino all'area sacra di Piazza del Foro e del Capitolium.
Il progetto, inoltre, integrerà gli esiti del progetto di studio, restauro e rifunzionalizzazione inclusiva
del Teatro Romano e del piano terra dell’adiacente palazzo Maggi Gambara, con la finalità di
creare spazi di servizio, già in corso di attuazione da parte del comune di Brescia.
La redazione del PFTE, che si ipotizza si concluda entro la fine del 2026, verrà modulata sugli esiti
degli scavi promossi dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le provincie di
Brescia e Bergamo, e:
- svilupperà gli aspetti architettonici degli spazi destinati allo spettacolo;
- completerà i percorsi di accessibilità già avviati dal Comune;
- definirà il consolidamento del corpo nord di palazzo Maggi Gambara.