Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Il dipinto, commissionato al pittore bresciano Luigi Basiletti dal conte Cesare Cigola, fu presentato alla prestigiosa esposizione di Brera nel 1835 e definito dal letterato Cesare Arici come un “paesaggio storico” di grandissima armonia e un “lavoro studiatissimo e difficile”. L’opera si contraddistingue per la sapiente fusione tra la precisa rievocazione di un fatto storico e la componente vedutistica, per la quale Basiletti nutriva una straordinaria sensibilità.
L’opera raffigura l’assistenza fornita dalla famiglia bresciana dei Cigola al francese Pierre Terrail, signore di Bayard durante il terribile Sacco di Brescia del 1512. Il fulcro narrativo della composizione è l’episodio raffigurato sulla sinistra: il generale francese ferito è trasportato all’interno del palazzo Cigola, oggi Fenaroli. Grazie al soccorso prestato, interpretabile in chiave anti-veneziana, la famiglia bresciana fu risparmiata dal drammatico saccheggio perpetrato dai francesi a danno della città. Nel dipinto i violenti scontri sono rievocati sullo sfondo, dove si riconoscono una barricata, alcuni bresciani che scagliano oggetti dalle abitazioni e le milizie cittadine, con un vessillo raffigurante un leone rampante, impegnate nell’affrontare quelle francesi.
Basiletti conferisce un ampio respiro al racconto, contestualizzando l’episodio nel tessuto urbano: la scena è infatti ambientata nell’attuale piazza Tebaldo Brusato (anticamente nominata platea Mercati Novi). Il pittore fornisce così un’immagine ideale di una delle piazze più importanti della Brescia medievale, un polo aggregatore la cui stessa progettazione costituì un “manifesto” dell’azione politica dell’amministrazione cittadina. Nell’ampia veduta sono ben identificabili, oltre al già citato palazzo Cigola, parte della facciata della chiesa di Santa Marta sulla destra, e, in progressione sul colle Cidneo, le chiese di San Salvatore e di San Cristo, il complesso di San Pietro in Oliveto, il torrione della Pusterla e il Castello, luogo da cui partì il feroce attacco a Brescia. Nel dipinto si possono scorgere in lontananza soldati francesi impegnati in una frenetica discesa per raggiungere il cuore della città.
Informazioni sullo stato della conservazione
La presenza di precedenti operazioni di restauro (foderatura, sostituzione del telaio e corposo intervento di reintegrazione pittorica) testimonia che il dipinto, in un certo momento della sua storia conservativa, ha richiesto l’esecuzione di interventi di recupero invasivi al fine di garantirne la tutela nel tempo. È quindi possibile affermare con certezza che supporto tessile, telaio e strati pittorici hanno evidenziato in passato criticità importanti, tali da motivare l’esecuzione degli interventi sopra citati.
Da una prima analisi l’opera presenta oggi un buono stato di conservazione per quel che riguarda il sistema telaio-supporto tessile: il dipinto è ancorato a una struttura di fattura moderna, estensibile mediante biette, e mostra un rintelo databile alla seconda metà del Novecento. L’osservazione con luce radente del recto evidenzia al centro del dipinto un sormonto di tele, in senso longitudinale, probabilmente identificabile come una fascetta applicata sul retro, prima della foderatura, per sostenere la cucitura delle due vele che formano il supporto. Nella zona inferiore è individuabile la presenza di materiale estraneo che compromette la planarità della tela, creando dei piccoli rigonfiamenti. L’opera possiede comunque una buona tensionatura e un ancoraggio completo ed efficiente al telaio.
Il principale problema di conservazione del dipinto è rappresentato dall’alterazione/invecchiamento dei materiali presenti sulla superficie e riconducibili in particolare a un intervento di riordino pittorico, eseguito in modo mimetico secondo diverse modalità: integrazioni puntuali e delimitate, rivelature più estese e realizzate su zone di pellicola pittorica macchiate o impoverite cromaticamente.
Al problema di alterazione cromatica delle integrazioni, si aggiunge la presenza di un corposo strato di vernice protettiva ossidata, che impartisce un forte viraggio verso toni caldi e giallastri a tutte le cromie dell’opera. Sulla superficie si rileva la presenza di un discreto strato di polvere e sporcizia incoerente, parzialmente inglobata nello strato molle della resina.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il dipinto è attualmente custodito nei depositi dei Musei Civici di Brescia. L'esecuzione del restauro è condizione necessaria per esporre l’opera in una sede di rappresentanza del Comune di Brescia e per consentire la pubblica fruizione da parte della cittadinanza da settembre 2025.