Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
L’attuale piazzale antistante Porta Romana, uno degli snodi viari più importanti della città di Foligno, è delineato da due esedre semicircolari, la prima è divisa in due da Viale Mezzetti e prospiciente la Caserma Generale Ferrante Gonzaga del Vodige e i sedici villini in stile Liberty progettati dall’ingegnere Felice Sabatini fra il 1925 e il 1927, mentre la seconda unisce i due propilei del Campo Sportivo, costruito nel 1932 su disegno di Cesare Bazzani. Quest’area fu interessata da un grande intervento di ristrutturazione urbanistica, sul finire del XIX secolo e agli inizi del XX secolo, che riguardò la demolizione dell’ingresso della cinta medievale nel 1870, l’antica Porta Contrastanga edificata negli anni 1280-1291, per dar posto ad una moderna struttura con una cinta daziaria su progetto dell’ing. Pio Pizzamiglio. Due anni dopo, nello spazio antistante i due propilei, venne inaugurato il monumento a Nicolò di Liberatore, come si legge nell’iscrizione dedicatoria che compare su un lato del basamento “A/NICOLO’ DI LIBERATORE/DETTO L’ALUNNO/FOLIGNO SUA PATRIA/MDCCCLXXII”, mentre l’anno successivo venne costruita la Caserma. Il Comune di Foligno assegnò l’incarico di erigere la statua di Nicolò Alunno allo scultore Ottaviano Ottaviani già nel 1866, come testimonia la lettera autografa che lo stesso artista indirizza al Sindaco del Comune per ringraziare dell’incarico ricevuto, preceduto da un’iniziativa della cittadinanza volta a raccogliere le firme per il concorso nella spesa di erezione della statua del pittore. Formatosi a Roma come allievo del maestro Pietro Tenerani, scultore fra i più raffinati e noti interpreti del purismo ottocentesco in contrapposizione alle norme dell’accademia neoclassica, Ottaviano Ottaviani fu un artista folignate vissuto tra il 1834 e il 1908 e particolarmente attivo nella sua città natale, tanto da essergli riconosciuto il ruolo di “artista civico”. Il ritratto d’autorità e i monumenti celebrativi pubblici della fine del XIX secolo sono indubbiamente tra i soggetti più rappresentativi dell’iconografia risorgimentale italiana, come attestano le opere realizzate dallo scultore in questi anni: il busto ritratto di Vittorio Emanuele II di Savoia del 1864, il busto ritratto della scienziata Caterina Scarpellini del 1874, il bozzetto in gesso per il monumento di Giuseppe Garibaldi, inaugurato il 20 settembre 1891 dal Comune di Foligno e il busto di Vittorio Emanuele III, datato 1899. L'artista scelse di rappresentare l’Alunno secondo i canoni della scultura celebrativa ottocentesca in posizione gradiente, con la gamba sinistra che alza in direzione dell’osservatore, il corpo avvolto in un lungo mantello dal pesante drappeggio. Nella mano sinistra una tavolozza dei colori e nella destra il pennello, oggi perduto. La leggera torsione del collo e lo sguardo rivolto verso l’orizzonte ritornano anche nei due ritratti sul basamento. La chioma a caschetto, quasi coperta dal berretto, incornicia il volto.
Informazioni sullo stato della conservazione
La statua di Nicolò Alunno è alta 2,5 m e poggia su un piedistallo ottagonale e un alto basamento di 4 metri di altezza composto da due corpi, il primo più ampio arricchito da volute angolari, il secondo a forma di parallelepipedo che presenta quattro facciate: a destra e a sinistra, entro clipei ornati a motivi vegetali, compaiono i ritratti in bassorilievo di Pietro Vannucci il Perugino e di Raffaello Sanzio, sul retro è scolpito lo stemma della città di Foligno e sulla facciata frontale la dedica in lettere metalliche. Un gradino ottagonale e 4 gradoni sostengono il basamento marmoreo composito, disegnato da Benedetto Faustini da Terni ed eseguito dal marmista folignate Niccolò Brunelli. Quindi l’altezza totale da terra dell’intero monumento è di circa 7,5 metri. E’ evidente una differente tipologia della pietra calcarea con cui sono scolpite la figura e le effigi rispetto all’intero basamento. Sono presenti numerosi interventi di rifacimento plastico, in particolare i nasi dei bassorilievi e le dita di entrambe le mani dell’artista. Questo elemento, accompagnato all’osservazione del manufatto che presenta delle rotture e sfondamenti all’altezza del mantello, sulla spalla sinistra e sui lembi inferiori della veste, suggerisce particolare attenzione nell’intervento sulla parte plastica della figura, sicuramente di matrice più fragile. La statua, in particolare il basamento e i gradini, si presenta ricoperta da uno sporco diffuso costituito da depositi di polvere mista a smog, e da qualche crosta nera e residui vegetali prodotti dall’area verde alle sue spalle. Le macchie sono particolarmente evidenti nei sottosquadri e nelle zone più in ombra perché più fredde e quindi più reattive nell’attrarre il particellato sospeso. Spesse patine scure sono visibili anche nel panneggio della veste limitatamente all’altezza delle braccia in presenza di zone che possono raccogliere lo sporco e ogni forma di deposito. La statua presenta una importante mancanza, quale il pennello del pittore. Infine si rendono necessari le rimozioni e i rifacimenti delle stuccature lungo le giunzioni delle pietre dell’intero basamento differenziando fra esso stesso e i gradini.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il monumento potrà essere fruibile liberamente da tutta la cittadinanza e dai turisti