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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Il primo edificio descritto nell’area di S. Secondo presentava proporzioni considerevoli e alcune strutture dell'antico portico, esigue ma significative, sono visibili nel seminterrato dell'attuale Municipio e nelle prime due campate della navata sinistra di San Secondo. Al piano superiore vi era un'unica grande sala utilizzata per i consigli cittadini.

In epoca più tarda, verso il 1335 gli altri edifici preesistenti a fianco del palazzo che delimitavano la Curia communis furono ristrutturati ed ampliati per ricavare il Palazzo del Popolo, poi diventato sede del Podestà alla fine del Trecento.

Nel 1702 nell'antico cortile della Curia comunale e nel sedime risultato dal crollo del Palazzo del Popolo fu costruita l'Alla nuova del Mercato, cioè una tettoia di coppi sorretta da pilastri di mattoni destinata ad ospitare parte delle bancarelle del mercato. Nel 1727 le strutture medievali dell'edificio comunale furono radicalmente modificate dall'intervento dell'architetto conte Benedetto Alfieri (1700-1767) che per la città fu dapprima consigliere e poi sindaco (1726 – 1730).

Oltre ai locali di rappresentanza e per il disbrigo degli atti amministrativi posti al piano superiore, nello stesso palazzo furono realizzati spazi da affittare ai negozianti, mentre l'attigua area verso la canonica di S. Secondo era ancora riservata al mercato del bestiame, sotto la tettoia detta "Alla" o "Ala".

Il 27 settembre 1740, il conte Alfieri presentò il progetto per lo "scalone" con quattro rampe del nuovo Palazzo di Città. I lavori furono affidati al capomastro Mantigassa e terminati nel 1741.

Nel corso dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, il palazzo subisce dunque sostanziali trasformazioni nella parte retrostante, dove viene demolita l’ala e costruita una scala di servizio. Nel 1929 il pittore Ottavio Baussano (1898 – 1970) viene incaricato di affrescare lo scalone dove nei quattro medaglioni inseriti fra le riquadrature del soffitto sono raffigurati: l’architetto Benedetto Alfieri; il commediografo Giangiorgio Alione (1460 - 1525); l’ebanista Giuseppe Maria Bonzanigo (1744 – 1820) e l’ingegnere matematico Alberto Castigliano (1847 – 1884); tutti personaggi illustri della città.

Alle pareti dello scalone è presente una riproduzione della carta di Asti come appare in un ex-voto datato 1677 conservato nell’Arciconfraternita della SS. Trinità, riproducente il percorso del palio dalla zona Pilone all’angolo di palazzo Mazzetti.

All’interno, nel salone dei ricevimenti, il soffitto è invece affrescato dal pittore astigiano Paolo Arri (1868 – 1939) autore anche di pregevoli ritratti fra cui quello di Angelo Brofferio e Vincenzo Gioberti, posti nella sala Commissioni.

Nell'atrio di ingresso al Piano Terreno, ancora oggi si conserva la pietra di paragone per le misure lineari dei mattoni e dei coppi, in uso sul mercato astigiano fino al tardo medioevo.

Informazioni sullo stato della conservazione

STUCCHI

Stato di conservazione

I rilievi presenti sulla facciata del Palazzo presentano un degrado dovuto a infiltrazioni di acque meteoriche, umidità di condensazione superficiale o interstiziale e risalita capillare. Si evidenziano estese fessurazioni e fratture, lacune di finitura e strati preparatori. Sono presenti estese fessurazioni e cadute che coinvolgono sia la finitura sia gli strati preparatori. Si evidenziano depositi spessi e aderenti di sovrammissioni incoerenti quali polveri e particellato atmosferico.

Le tinteggiature eseguite nel precedente restauro risultano alterate con conseguente abbassamento del tono della bicromia che evidenziava il modellato.

L’intervento di restauro prevede il risanamento e l’individuazione dell’origine della causa di degrado.

Gli interventi saranno calibrati al fine di minimizzarne quantità e impatto, individuando soluzioni e tecniche compatibili, reversibili, Solo in caso di parti limitate ritenute degradate in modo irreversibile e per le quali non sarà possibile ripristinarne la funzionalità e la consistenza sarà valutata l’eventuale rimozione e sostituzione con rifacimenti simili per materiale, consistenza e colore.

INTONACI

Stato di conservazione

Le pareti delle facciate sono attualmente tinteggiate con colori di silicati. Si evidenziano estese fessurazioni e fratture, lacune di finitura e strati preparatori.

ELEMENTI METALLICI

Stato di conservazione

Le parti metalliche di tutta la struttura della facciata (ringhiere dei balconi, inferriate delle finestre e la cancellata dell’androne) si presentano in discreto stato di conservazione, sono presenti depositi superficiali e locali fenomeni di ossidazione e vernici soprammesse.

MATERIALE LAPIDEO

Stato di conservazione

La superficie è estesamente scurita da depositi coerenti, incoerenti ed incrostazioni di croste nere

Le modanature presentano lesioni e rotture.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

da Lunedì a Venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 18.00

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 143.000,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

La facciata presenta un degrado dovuto a infiltrazioni di acque meteoriche, umidità di condensazione superficiale o interstiziale e risalita capillare, estese fessurazioni e fratture, lacune di finitura e strati preparatori

L’intervento di restauro prevede il risanamento e l’individuazione dell’origine della causa di degrado. Gli interventi saranno calibrati al fine di minimizzarne quantità e impatto, individuando soluzioni e tecniche compatibili, reversibili. Solo in caso di parti limitate ritenute degradate in modo irreversibile e per le quali non sarà possibile ripristinarne la funzionalità e la consistenza sarà valutata l’eventuale rimozione e sostituzione con rifacimenti simili per materiale, consistenza e colore.

L’intervento sarà realizzato secondo le seguenti indicazioni della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Alessandria Asti e Cuneo del 18.1.2021: “…si evidenzia fin da ora l'opportunità di indagare con particolare attenzione le fasi di intervento susseguitesi in facciata”.

La Soprintendenza, con nota dell’8.7.2022, ha autorizzato la realizzazione di saggi stratigrafici integrativi sulla facciata, affidati alla dott. Barbara Rinetti - Conservazione Restauro Beni Culturali – che in merito ha relazionato quanto segue:

Da una prima lettura delle analisi si evidenzia la presenza di un intonaco contenente calce, sabbia e tracce di gesso. Al di sopra è presente un sottile strato ocra con tracce di collante sintetizzato (probabilmente steso a protezione in una fase successiva o utilizzato come fissativo di questo strato. Gli strati di colore successivi contengono tutti il pigmento bianco di titanio quindi sono stati realizzati nel novecento. Si propone di mantenere il colore chiaro attuale della facciata a restituzione della cromia che in origine potrebbe essere stata di intonaco lasciato a vista.”