I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.
L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 N.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Sant’Orsola con le compagne salva Pisa dall’alluvione”, artista toscano, sec. XIV, tempera e oro su tavola, Inv. 1656, dimensioni: cm. 187 x 354 x 10,5

La peculiare tavola dipinta, più simile per le dimensioni e la raffigurazione ad un affresco che ad una pala d’altare, proveniente dalla Chiesa di San Paolo a Ripa d'Arno, poi trasferita nella casa di commenda già Grifoni, poi Pesciolini Veronesi, raffigura Sant'Orsola seguita da dieci Vergini che salva dalle acque la città di Pisa personificata da una fanciulla incoronata e con la veste ricamata con aquile imperiali. Tale iconografia lascia credere che essa fu dipinta come ringraziamento dopo uno scampato pericolo, forse una piena dell'Arno.  Vasari (1568/1906) descrisse l'opera e la attribuì a Bruno di Giovanni, collaboratore di Buffalmacco negli affreschi di San Paolo a Ripa d'Arno. (Cavalcaselle Milanesi?) Tale attribuzione, ripresa da Supino (1894) e da Bellini Pietri (1906), che implicherebbe una datazione nella prima metà del XIV secolo, quando era attivo Buffalmacco, è stata respinta dalla critica successiva, che ha collocato l'opera nel tardo Trecento. Sirèn (1914) l'ha riferita a Turino Vanni o bottega, e così pure Van Marle (1925) . Lavagnino vi ha riscontrato derivazioni dai senesi Andrea Vanni e Bartolo di Fredi, mentre Vigni (1950) riferisce il dipinto ad un allievo pisano di Andrea da Buonaiuti quando questi nel 1377 affrescava in Camposanto Le Storie di San Ranieri. Carli (1961, 1974, 1994) definisce l'autore "Maestro di Sant'Orsola", un collaterale del cosiddetto "Maestro dell'Universitas Aurificum" (autore di un'opera conservata nello stesso museo di San Matteo e che reca in basso l'iscrizione UNIVERSITAS AURIFICUM...), rispetto al quale peraltro sarebbe superiore, e data l'opera verso il 1380. Caleca (1978) l'ha attribuita ad artista toscano della prima metà del XIV secolo.

Informazioni sullo stato della conservazione

L’opera si presenta in cattivo stato di conservazione: sono presenti numerosi sollevamenti a tenda e a sacca degli strati pittorici dal supporto ligneo. Gli interventi di fermatura localizzati effettuati a più riprese negli ultimi anni, non sono ormai più sufficienti a scongiurare il rischio della caduta con conseguente grave perdita del colore distaccato; si rende quindi necessario e urgente un intervento di restauro che coinvolga il dipinto nella  sua totalità materica, dagli strati pittorici superficiali fino al supporto ligneo.

Il supporto del grande dipinto su tavola è composto da undici assi di legno verticali, collegate tra di loro sul verso da incastri a farfalla, posizionati in un antico intervento di risanamento e da traverse orizzontali in alluminio, scorrevoli sotto ponticelli lignei, inserite nell’ultimo intervento di restauro ultimato nel 1987. A limitare le estremità laterali della grande tavola, sul verso, sono presenti due traverse di legno (cm. 187 x 7 x 5), poste in verticale, residuo dell’originale sistema di sostegno, del quale sono state eliminate, nell’intervento del 1987, le traverse orizzontali. Perimetralmente, sul recto, sono applicati quattro listelli lignei decorati a tempera (sezione rettangolare, cm. 11 x 1), collegati agli angoli con taglio a quartabono, che incorniciano il dipinto; di questa cornice si rende necessaria la verifica di congruità con l’opera.

Il dipinto, che è stato sottoposto nel tempo a più interventi di restauro, (Fiscali, fine XIX sec.; anni venti del novecento e infine negli anni 1985 - 1987), ha sempre presentato problemi di adesione del colore al supporto, come dimostrano le numerose e ampie lacune di colore, oggi stuccate e integrate.

Gran parte delle lacune integrate si trovano in prossimità delle connessioni delle assi, dove maggiori sono le tensioni determinate dalle deformazioni dei legni accostati, ma anche in varie altre zone; la non buona adesione del colore può essere stata causata dalle tensioni determinate dalle deformazioni del legno, considerevoli a causa  dell’esiguo spessore delle assi del supporto (cm. 2,5) in rapporto alla estesa superficie dipinta, e per l’inadeguatezza dei diversi sistemi di sostegno sostituiti nel tempo.

Le numerose lacune di colore formatesi in passato sono state stuccate e integrate cromaticamente nel restauro del 1987. Si rende oggi necessaria la revisione di tali integrazioni che presentano in molte zone problemi di adesione al supporto sottostante, appaiono di tonalità cromatica non adeguata a causa dell’alterazione che i colori usati hanno subito nei trent’anni trascorsi dalla realizzazione e inoltre non risultano conformi ad una più aggiornata metodologia di restauro estetico: la superficie delle stuccature è troppo piana rispetto all’andamento della superficie del colore originale circostante e la tecnica del tratteggio utilizzato per rendere identificabile l’integrazione, “rigatino”, è particolarmente grossolano.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il dipinto è esposto nel Museo nazionale di San Matteo, Pisa, aperto al pubblico con i seguenti orari

Da martedì a sabato, ingresso alle ore 9.00, 11.30, 15.30, 17.30;
domenica e festivi alle ore 9.00 e 11.30.

Chiuso: lunedì, 1 gennaio, 25 dicembre.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 59.056,48 €

 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

L’intervento di restauro del dipinto a tempera e oro su tavola raffigurante “Sant’Orsola con le compagne salva Pisa dall’alluvione”, è da considerarsi fondamentale per consentire la conservazione dell’integrità dell’opera e la sua valorizzazione e conoscenza attraverso le indagini diagnostiche e conoscitive preliminari.

Il restauro sarà eseguito nel laboratorio allestito in una sala, visibile attraverso una vetrata, posta alla fine del percorso espositivo del Museo Nazionale di San Matteo, dando la possibilità ai visitatori di vedere i restauratori all’opera. L’interesse suscitato nei visitatori dai restauri effettuati in questo laboratorio “trasparente” è stato verificato in passato durante altri interventi realizzati con il contributo della Fondazione Pisa, su importanti opere del museo: il polittico di Simone Martini, la “Maestà” di Ugolino di Tedice, il “Redentore benedicente” del Beato Angelico, la Croce dipinta di Giunta Pisano.

In occasione del termine del restauro e della ricollocazione del dipinto nel percorso espositivo del museo sarà organizzato un evento di presentazione, che darà ai visitatori la possibilità di conoscere il prezioso lavoro di recupero e di ricerca sul delicato manufatto.

Il museo, mediante personale interno qualificato, ha inoltre avviato percorsi didattici, completamente gratuiti e finalizzati alla conoscenza della collezione rivolti alle scuole. “Sant’Orsola con le compagne salva Pisa dall’alluvione” farà parte di un nuovo percorso sull’allegoria della città.

Al fine di monitorare il gradimento dell’iniziativa da parte dell’utenza, il museo predisporrà una serie di agili strumenti di valutazione destinati ai visitatori.

Nell’intervento di restauro si prevedono le seguenti operazioni:

  • Interventi conoscitivi e di documentazione
  • Realizzazione di opere provvisionali
  • Movimentazione del dipinto: dalla collocazione attuale fino al laboratorio di restauro (allestito allo stesso piano nel museo), durante il corso dell’intervento e a intervento ultimato per la ricollocazione
  • Operazioni di protezione della pellicola pittorica
  • Consolidamento della pellicola pittorica e degli strati preparatori
  • Consolidamento del supporto
  • Disinfezione e disinfestazione
  • Pulitura chimica e/o meccanica del retro del supporto e rimozione della cornice
  • Progettazione ed applicazione di una nuova struttura di sostegno e contenimento per garantire la stabilità strutturale del supporto ligneo
  • Ricollocazione della cornice con idonei ancoraggi sul recto del dipinto
  • Pulitura degli strati superficiali
  • Stuccatura delle lacune degli strati pittorici
  • Reintegrazione pittorica delle lacune degli strati pittorici
  • Verniciatura finale protettiva della pellicola pittorica

Si prevede il completamento degli interventi sopra indicati nell’arco di 12 mesi.