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Attività principali dell'istituzione

Situata poco all'interno dell’attuale Porta Romana a Siena, la chiesa di Santa Maria degli Angeli, nota come il Santuccio, fu realizzata tra il 1320 e il 1352 da alcune monache dell’ordine di Santa Maria Maddalena provienienti da una località nelle campagne senesi, Melianda. La casata senese dei Santucci contribuì all’edificazione, dando probabilmente il nome. Altra ipotesi di fondazione del monastero, meno attendibile, è da ricercare nella figura della beata Santuccia Tarabelli da Gubbio, abbadessa generale delle monache agostiniane in Toscana che avrebbe fondato la chiesa intorno agli anni ’70 del Duecento. Nella prima metà del Quattrocento le monache di Melianda si fusero con le consorelle di Santa Maria degli Angeli in Valli, fuori Porta Romana.

Notizie sulla chiesa si hanno poi nuovamente nel Cinquecento, epoca di rinnovamento a cui si deve l’attuale aspetto architettonico con la costruzione di un grandioso altare, realizzato in ossequio ai dettami della Controriforma. Evento di particolare interesse per il monastero è l’arrivo, nella notte del 23 marzo 1550 (1549 secondo l’anno senese), del reliquiario duecentesco contenente la testa di San Galgano, trasferito nel Museo dell’Opera del Duomo intorno al 1925. Alcuni ritengono che l’appellativo “Santuccio” attribuito alla chiesa derivasse proprio dalla presenza di questa reliquia di San Galgano, così chiamato poiché morto in età giovanile.

La chiesa, a navata unica, presenta una struttura semplice con l’altare maggiore sulla parete di fondo, opposta all’ingresso principale. In un vano in muratura che divide la chiesa pubblica dal coro si trovava uno dei più pregevoli e antichi organi esistenti (attualmente in restauro). Il patrimonio artistico della chiesa di Santa Maria degli Angeli comprende numerose opere di rilievo realizzate dai maggiori artisti senesi tra la seconda metà del XVI e i primi decenni del XVII secolo. A Ventura Salimbeni si deve  il ciclo di affreschi che decora le pareti della chiesa con episodi della vita di San Galgano; erano originariamente nella chiesa del Santuccio le due sculture lignee di Jacopo della Quercia attualmente pure conservate in Pinacoteca Nazionale.

Il Santuccio ebbe un ruolo significativo anche nella tradizione del Palio di Siena. La chiesa fungeva da punto di partenza per il "Palio alla lunga", una versione storica del Palio che si correva lungo le strade cittadine fino a Piazza del Duomo prima dell'introduzione del Palio moderno in Piazza del Campo. Il Palio alla Lunga venne ufficialmente inserito nello statuto comunale nel 1310 e rimase una delle tradizioni più importanti di Siena fino alla sua soppressione nel 1861, con l'avvento dell'Unità d'Italia. Nonostante vari tentativi di ripristino, la corsa venne definitivamente abolita nel 1874.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 79.695,95 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

L’organo del convento di S. Maria degli Angeli detta il Santuccio di Siena (dal 2024 parte del circuito dei Musei Nazionali di Siena) rappresenta un unicum da molti punti di vista. L’antichità del materiale fonico e meccanico che ancora si conserva, la particolarità dei doppi comandi che ne consentivano l’uso sia dalla clausura sia durante le celebrazioni che si svolgevano nella chiesa esterna e la sopravvivenza di un impianto fonico basato sul Fa di 6’ rendono questo strumento, sebbene stratificato - realizzato nel 1531, ma ammodernato tra il 1610 e il 1612 da Cesare Romani -, una preziosa testimonianza della scuola organaria rinascimentale toscana e della storia organaria senese, miracolosamente scampato alle riforme “ceciliane” di inizio secolo che portarono alla scomparsa o all’alterazione irreversibile di molti strumenti. All'unico somiere sono quindi collegate due tastiere con relativa catenacciatura, due pedaliere e due serie di comandi dei registri, separati da una porzione di muratura e da una grata; attorno al vano, sul lato destro dell’altar maggiore, compaiono numerose decorazioni (animali fantastici, volti d’angelo) e fini dorature.

Del resto, tutta la chiesa ha una vocazione musicale: le opere ai lati dell’altare – la tela con Santa Cecilia all’organo attribuita ad Antonio Buonfigli (primo quarto del Seicento) l’affresco con Concerto d’angeli firmato da Ventura Salimbeni (1612), così come quello di Rutilio Manetti nella strombatura lato clausura (1610) – richiamano la passione per la musica delle giovani agostiniane del Santuccio che suonavano e si dedicavano al canto.

L’organo, di fatto muto dall’inizio del ‘900, è totalmente inefficiente anche se le condizioni conservative dei materiali interni sono abbastanza buone. L’intervento si compone del restauro di materiale fonico e meccanico conservato (ad eccezione del mantice Cummins, che verrà sostituito con uno appositamente costruito), del ripristino della meccanica, in cui particolari difficoltà presenta il registro del Flauto, manomesso, della ricostruzione delle pannellature; e del restauro dei dipinti murali parte del complesso.

Il restauro, a cura dello studio Marco Fratti di Campogalliano (Modena), specializzato nel settore, è stato avviato nel 2011 e articolato in 2 lotti di lavori, il secondo dei quali, al decadere dei contributi previsti, è rimasto sospeso e necessita di un completamento per salvaguardare questo straordinario oggetto e renderlo funzionante, restituendolo al suo uso e alla comunità.