Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
I lavori per la costruzione della chiesa e del convento dei Padri Minori Cappuccini furono iniziati con grande solennità il 16 agosto 1608, con benedizione e posa della prima pietra. Nonostante le difficoltà dovute alla lentezza della costruzione, i frati riuscirono da subito ad integrarsi efficacemente nella comunità castellazzese, svolgendo opera di assistenza ai cittadini colpiti dalle epidemie e dalle devastanti invasioni di quei tempi. La chiesa venne consacrata e dedicata a Santa Maria e San Francesco nell’anno 1667.
Per tutta la sua storia il convento fu sottoposto a modifiche legate alle necessità dei Padri, alle calamità naturali (particolarmente grave l’inondazione della Bormida del 1750). L’epoca napoleonica, con la forzata scomparsa degli ordini religiosi e la vendita dei loro beni, segnò un periodo di occupazione che terminò con la restituzione del complesso all’ordine nel 1816. Il convento venne destinato a noviziato e tale fu fino alla chiusura, con due interruzioni dovute alle soppressioni del governo piemontese nel 1855 e del governo italiano nel 1866. Risalgono alla fine dell’Ottocento gli importanti interventi eseguiti in chiesa tra cui il rifacimento degli intonaci interni ed esterni, decorati dal pittore Rodolfo Gambini (autore anche delle decorazioni interne della parrocchiale di Santa Maria della Corte) e il rifacimento del pavimento in cotto con “marmette alla veneziana” da parte della ditta Ghilardi di Milano. Forse durante queste opere sono stati modificati i capitelli sulla facciata.
Nel 1960 i novizi vengono trasferiti a Novara dalle autorità ecclesiastiche e il convento viene definitivamente chiuso l’anno dopo. Tutte le opere d’arte contenute in chiesa, tra cui sicuramente una del Moncalvo, furono disperse tra i numerosi complessi francescani piemontesi. Rimasero purtroppo a Castellazzo solo pochissimi arredi tra cui i confessionali e alcune parti lignee degli altari. Difficile dire se tali elementi furono lasciati in loco perché difficili da ricollocare negli altri conventi oppure perché già a quei tempi aveva suscitato qualche perplessità la partenza di tutte quelle opere dal convento castellazzese. Nel 1973 l’intero complesso architettonico viene venduto al Comune di Castellazzo Bormida. Attualmente gli spazi dell’ex convento sono stati ristrutturati e dati in gestione ad un ente pubblico che si occupa di edilizia economica popolare. Al piano terra del lato sud-est si trova un bar, mentre la sacrestia della chiesa e i bassi fabbricati a nord-est sono stati dati in comodato a un Motoclub che ne ha fatto la propria sede. Gli orti del convento sono invece stati occupati da strutture sportive e aree verdi. La ex chiesa che in un primo momento è stata utilizzata come sala polifunzionale, soprattutto dal Motoclub, attualmente è interdetta al pubblico dopo i cedimenti che si sono verificati nella struttura di copertura.
Informazioni sullo stato della conservazione
L’intervento consiste nel ripristino della copertura lignea dell’ex Chiesa di San Francesco (detta “dei Padri Minori Cappuccini”), facente parte dell’omonimo ex complesso monastico, risalente alla prima metà del XVII secolo, ora di proprietà comunale. Particolarmente compromesse risultano tutte le capriate del tetto e i relativi appoggi dela catena in legno sono marcescenti.
La media orditura, costituita da terzere più o meno coeve alle capriate, quasi tutte in pioppo con sezioni molto disomogenee e con alcuni elementi recuperati da altre coperture, riscontrano diversi elementi con evidenti inflessioni o punti di marcescenza dovuti a discontinuità nel manto che lasciano infiltrare l’acqua piovana all’interno dell’edificio.
Necessita di essere ripulita anche tutta la lattoneria e anche la copertura del campanile presenta problematiche di disomogeneita'.
Per questi motivi l'edificio e' stato dichiarato inagibile.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il complesso immobiliare, di cui la chiesa fa parte, posto a ridosso del centro storico, possiede una notevole vitalità ed assume molteplici funzioni , in quanto è sede del centro sportivo comunale, una sua parte ha un utilizzo residenziale poiché sono localizzati alloggi dell’istituto autonomo case popolari, è sede del moto-club Madonna dei Centauri, associazione nata nel 1933 e che organizza raduni motociclistici di importanza europea, polo culturale ed è punto di partenza di itinerari cicalabili e pedonali di interesse locale.
La finalità è quella di restituire la fruibilità dell’immobile, prevenendo crolli ed ulteriori danneggiamenti ad un edificio avete uno specifico interesse culturale oltre che simbolico per la comunità locale, impedendone l’abbandono L’intervento avverrà contestualmente al restauro storico/architettonico della facciata, di minore entità e già precedentemente previsto dall’Amministrazione, oggetto di un iter finanziario e realizzativo già avviato, in modo tale da poter permettere la fruizione completa della struttura.
In questo modo l’edificio potrà essere restituito all’uso precedente di sala pubblica per eventi e conferenze, anche in considerazione del fatto che il comune non possiede strutture analoghe per dimensione e capienza, che risultano necessarie in funzione della popolazione.
Inoltre potrà tornare ad essere sede delle iniziative culturali promosse dall'associazione Madonnina dei Centauri, società organizzatrice di un motoraduno di importanza europea, risalente al 1946 e con migliaia di partecipanti ogni anno.