Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Carlo Cesare Malvasia ne Le pitture di Bologna esortava il visitatore a compiere, scendendo dalla chiesa di San Michele in Bosco, una sosta presso la chiesa dei Padri Cappuccini di Monte Calvario “se non altro per vedere il più bel Cristo Crocifisso, che sia mai stato dipinto al mondo”.
Il Gesù Cristo Crocefisso, la Vergine Addolorata e i santi Maria Maddalena e Giovanni Evangelista fu dipinto da Guido Reni nel 1619 per l’altare maggiore della chiesa del complesso conventuale soppresso nel 1809 e successivamente demolito, situato nel luogo dove attualmente sorge Villa Revedin.
Il costo dell’opera, 300 scudi per l’esecuzione delle figure di Cristo, di san Giovanni e della Vergine, fu sostenuto dai fratelli Giovanni Paolo e Giovanni Battista Boselli, mentre Guido Reni aggiunse gratuitamente la Maddalena per via della particolare affezione che lo legava ai Padri Cappuccini, tanto che alla sua morte il pittore fu sepolto indossando il saio dell’ordine.
Il Gesù Cristo Crocefisso, la Vergine Addolorata e i santi Maria Maddalena e Giovanni Evangelista è uno dei dipinti più suggestivi e apprezzati di Guido Reni: il corpo del Cristo, copiato e riprodotto numerosissime volte, si traduce in un perfetto equilibrio tra verità e irreale perfezione. La composizione, studiata attentamente dal pittore attraverso numerosi disegni preparatori e oggetto di vari ripensamenti, si accende su uno sfondo indefinito di nubi buie, esaltando le abilità di Reni nel bilanciare il contrasto tra il divino e l’immanente attraverso una misurata semplicità.
Il dipinto era destinato a partire per la Francia nel luglio 1796, ma fu lasciato nella sua collocazione poiché giudicato in cattivo stato di conservazione dai commissari francesi addetti alla requisizione delle opere d’arte italiane. Dopo la soppressione del convento il Gesù Cristo Crocefisso, la Vergine Addolorata e i santi Maria Maddalena e Giovanni Evangelista fu depositato nel 1810 presso la quadreria dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, da cui nacque la Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Informazioni sullo stato della conservazione
Il dipinto presenta un cattivo stato di conservazione, diffuso soprattutto sulla superficie pittorica che appare compromessa sia sul profilo morfologico che cromatico. Tale situazione, già rilevata alla fine del XVIII secolo e sottolineata nei riscontri successivi, si è evoluta a causa degli antichi interventi di restauro, che hanno provocato fenomeni di deformazione e perdita di coesione della pellicola pittorica.
La storia conservativa, le vecchie foderature e i ripetuti tentativi di appianamento tramite calore della superficie pittorica hanno generato ulteriori tensioni e alterazioni. Per tale motivo la superficie del dipinto appare ruvida e indebolita da fitte microfratture e incrinature. È evidente, inoltre, un consistente fenomeno ossidativo, che ha generato degli imbianchimenti sulla composizione figurativa. In generale l’opera presenta una discontinuità sia materica che cromatica, con relativa riduzione della qualità figurativa dell’autore.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Pinacoteca Nazionale di Bologna, Via delle Belle Arti 56, Bologna.
Orario di apertura al pubblico: da martedì a domenica e festivi ore 9-19.