Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Giorgio Vasari, nelle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architettori, attribuisce ad Arnolfo di Cambio la costruzione della “terra nuova” di San Giovanni Valdarno e, per analogia stilistica, anche il Palazzo Pretorio, pur in assenza di documenti. Elementi come i pilastri ottagonali e i capitelli smussati richiamano lo stile dell’architetto, attivo a Firenze tra fine XIII e inizio XIV secolo.
La fondazione della terra nuova risale al 1299, su iniziativa di Firenze per rafforzare il controllo territoriale. Arnolfo, impegnato in quegli anni nella realizzazione di opere simboliche fiorentine come Palazzo Vecchio e Santa Maria del Fiore, avrebbe progettato l’impianto urbanistico del borgo e del suo edificio principale, pur non seguendone direttamente i lavori, conclusi dopo la sua morte (1302-1310).
L’aspetto attuale del palazzo è frutto di profonde ristrutturazioni che ne hanno modificato le proporzioni originarie, calibrate sull’assetto geometrico della terra nuova. Sede della podesteria (1336-1513) e del vicariato (1408-1771), ha subito numerosi adattamenti funzionali. Le tracce degli occupanti si trovano nei numerosi stemmi sulla facciata nord-est, databili tra il 1410 e il 1769.
Nel XIV secolo, il palazzo si sviluppava attorno a un corridoio centrale in asse con la direttrice nord/sud tra Porta S. Lorenzo e Porta S. Andrea. Un porticato con archi e pilastri circondava il nucleo centrale, esclusa una torre sul lato est. A ovest, una loggia aperta si affacciava sulla piazza maggiore.
Nel XV secolo, problemi strutturali portarono alla tamponatura delle arcate inferiori e al rifacimento parziale del portico. La ristrutturazione fu legata anche alla nascita del Vicariato del Valdarno (1409), che richiese nuovi spazi e servizi igienici. La torre fu ricostruita nel 1427, con uno stanziamento di 500 fiorini “per fare la torre dell’orologio”.
Una terza fase edilizia, tra fine Quattrocento e primi del Cinquecento, introdusse il portico esterno su tre lati e le logge rinascimentali al primo piano. Nel 1553, la pianta di Piero della Zucca mostra 22 (anziché 20) colonne ottagonali lapidee. Durante i lavori, furono costruiti silos per il grano destinato all’ammasso pubblico.
Nei secoli XVII-XIX, gli interventi furono limitati. Nel Seicento, il vicario Antonio Mario Leonida fece costruire un tramezzo che interrompeva il corridoio centrale, mentre il vicario Vincenzo Manieri (1618) eseguì opere non del tutto chiarite, testimoniato da iscrizioni sui pilastri del loggiato.
Un progetto del 1815, conservato nell’Archivio Comunale, mostra le piante del palazzo con una scala principale diversa e un salone consiliare allora diviso da un tramezzo. Il vestibolo attuale al primo piano fu realizzato successivamente, tra il 1815 e il 1925, modificando gli spazi originali. In quel periodo, il palazzo continuava a svolgere funzioni giudiziarie, con numerosi ambienti destinati a carcere.
Informazioni sullo stato della conservazione
Dal 2007 al 2010 sono stati progettati e realizzati, a distanza di quasi venti anni dai precedenti, nuovi lavori di restauro dell’edificio. Sono di seguito elencati i principali interventi eseguiti:
- Recupero per uso pubblico degli ambienti del sottotetto mediante prosecuzione della scala esistente sino al sottotetto;
- Dotazione di servoscala nella rampa finale non servita dall'ascensore per l’accesso del disabile al sottotetto;
- Adeguamento dell’impianto ascensore esistente;
- Consolidamento di parte dell’impalcato del secondo livello;
- Revisione del sistema di aperture dell’infilata delle stanze laterali al piano primo (già modificate in varie fasi storiche);
- Rifacimento del gruppo di servizi igienici al primo piano con realizzazione di un bagno per disabili e adeguamento dell’ingresso ai bagni Rifacimento parziale di intonaco con materiale traspirante in alcuni ambienti del piano terra interessati da umidità di risalita;
- Rifacimento delle pavimentazioni dei locali sottotetto;
- Restauro di due stemmi affrescati all’interno delle sale e della Madonna in terracotta nel loggiato;
- Revisione completa dei manti di copertura e dei sistemi di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche;
- Intervento di consolidamento delle murature e rifacimento completo degli intonaci della torre;
- Consolidamento della parte sommitale con sostituzione delle mensole in pietra;
- Restauro delle decorazioni e degli elementi architettonici in pietra della torre e ripulitura di quelli delle facciate esterne;
- Restauro della mostra dell’orologio;
- Consolidamento di n. 3 basamenti e di una colonna del loggiato.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
I loggiati del Palazzo d'Arnolfo sono liberamente accessibili tutto l'anno senza alcuna restrizione di orario.
Gli interni del Palazzo d'Arnolfo (che ospita anche la sede del Museo delle Terre Nuove, museo di rilevanza regionale facente parte del Sistema Museale del Valdarno Superiore) sono visitabili tutto l'anno con i seguenti orari: da martedì a venerdì h. 15.00 - 19.00; sabato, domenica e festivi h. 10.00 - 13.00 e 15.00 - 19:00. L'accesso agli interni del Palazzo è possibile acquistando il biglietto di ingresso al museo, oppure in occasione di specifiche iniziative istituzionali o culturali.