Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La collezione delle Tavolette di Biccherna è costituita da 105 tavole dal 1258 agli inizi del XVIII secolo. Sono, o per lo meno erano all’inizio della loro storia plurisecolare, le copertine dei registri di amministrazione della più importante ed antica magistratura finanziaria del Comune di Siena, la Biccherna appunto, i cui ufficiali dal 1257 cominciarono a far realizzare delle pitture. Le tavolette furono commissionate in seguito anche da altre magistrature del Comune di Siena: la Gabella, il Concistoro, la Camera del Comune, l’amministrazione dei Casseri e delle Fortezze, nonché da diversi enti cittadini: l’Ospedale Santa Maria della Scala, l’Opera Metropolitana, la Compagnia di S. Giovanni Battista della Morte. A partire dalla seconda metà del XV secolo vennero commissionati veri e propri quadri, dovuti spesso ai massimi artisti senesi. In mostra si possono ammirare tavole realizzate da Ambrogio Lorenzetti, Paolo di Giovanni Fei, Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, Francesco di Giorgio, Francesco Vanni, Ventura Salimbeni, Francesco Rustici detto “il Rustichino”, ecc. L'attenzione al valore culturale di questi oggetti, già diffusa alla fine del XVII secolo grazie all'opera degli eruditi senesi Galgano Bichi, Giovanni Antonio Pecci e Giulio Piccolomini che evidenziarono l'importanza artistica delle tavole presenti negli archivi del Comune, appese alle pareti degli uffici, oppure conservate nelle abitazioni dei Piccolomini e di altri nobili cittadini che erano stati membri delle magistrature, non riuscì a evitare completamente la dispersione provocata dagli effetti del collezionismo antiquario. L’interesse fu ripreso all’inizio dell’Ottocento grazie all’impegno dell’abate De Angelis, allora direttore della biblioteca cittadina che scongiurò la perdita di numerose tavolette da lui riunite presso la Biblioteca, sottraendole peraltro alla requisizione napoleonica. Questo gruppo di opere nel 1816 fu trasferito all’Accademia di Belle Arti e nel 1867 presso l’Archivio di Stato, dove erano già state raccolte le poche Biccherne trovate ancora legate ai registri conservati negli archivi comunali e quelle consegnate dalla famiglia Piccolomini e da altri cittadini privati. Nel 1868 la Collezione fu esposta al pubblico per la prima volta. Negli anni seguenti furono realizzati nuovi allestimenti fino al recente allestimento del 2004. La Collezione rappresenta un documento importantissimo per lo studio della storia di Siena e della gestione della cosa pubblica, inoltre consente di osservare l'evoluzione della forma e della funzione dell'oggetto nel corso del tempo, da semplice copertina lignea di un normale registro a vera e propria opera d’arte che esprime l’orgoglio civico del committente.
Informazioni sullo stato della conservazione
Le tavolette sono in un generale buono stato di conservazione, conservate a temperatura costante all'interno di teche di legno e vetro, recentemente sottoposte a pulitura e controllo microrganismi (2019). Sono molto richieste per mostre ed esposizioni attraverso prestiti sia in Italia che all'estero e pertanto sottoposte a costante controllo. Sono 24 (su 106) quelle che allo stato attuale necessitano di intervento di restauro che va da semplici fermature di colore in una piccola parte ad interventi antitarlo e reintegro di piccole parti dicornice a interventi più complessi su tutta la superficie pittorica.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
L’area espositiva è inserita all'interno dell'Archivio di Stato di Siena. Le opere sono esposte in cinque sale, di cui tre sono ambienti adibiti anche a deposito archivistico. Con questa scelta nell'allestimento del 2004 si volle sottolineare la dimensione archivistica delle Biccherne, il loro nascere cioè come semplici segnature archivistiche, il loro essere all’inizio solo copertine di registri di conti, registri che costituivano ovviamente degli archivi. La mostra è normalmente aperta tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, con tre ingressi programmati alle ore 10.00, 11.00, 12.00 e chiusura alle ore 13.00; i visitatori vengono accompagnati nella loro visita da unità del personale di custodia dell’Archivio. L’ingresso è gratuito ma non libero trattandosi di sale adibite a deposito archivistico. Sono possibili visite guidate (sia con guida propria che con personale dell'Istituto) ed attività didattiche.