I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.
L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 N.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Le Terme di Caracalla sono l’esempio meglio conservato dei grandi edifici termali imperiali romani, complessi monumentali dalla caratteristica pianta assiale, e dalle dimensioni eccezionali, per poter contenere migliaia di persone contemporaneamente. Tali complessi erano anche caratterizzati da un perfetto orientamento nordest-sudovest, in modo di poter sfruttare al massimo l’irraggiamento solare necessario nelle sale calde; da una disposizione e distribuzione lungo un asse principale delle sale più importanti; da una distribuzione degli ambienti non termali, ma che fungevano da spogliatoi, palestre, biblioteche ecc. in modo simmetrico e doppio; da grandi strutture spesso ipogee connesse con il loro funzionamento. I primi esempi di questo tipo di imponente edificio termale sorsero a Roma con le Terme di Tito, poi inglobate in quelle di Traiano, sul colle Oppio, alle quali le magnifiche Terme di Caracalla si ispirarono fortemente. La loro estensione era di circa 130.000 mq e anche gli imponenti recinti, dai quali erano circondate, ospitavano infrastrutture funzionali quali tabernae, biblioteche, sale di riunione, porticati per proteggersi dal caldo e dalla pioggia. I ruderi delle Terme di Caracalla, che si ammirano ancora per la notevole altezza di oltre 37 metri in numerosi punti, forniscono oggi solo un’idea della grandiosità del complesso termale, impreziosita da decorazioni ancora conservate presso i suoi sotterranei, e capolavori dell’arte antica oggi in importanti musei quali il MANN e il MNR. 

Informazioni sullo stato della conservazione

La costruzione delle Terme, inaugurate nel 216 d.C., deve avere costituito un avvenimento eccezionale per i Romani: esse furono chiamate “le ville della plebe” perché accessibili a tutti, ma il loro carattere popolare e democratico non impedì all’imperatore di renderle bellissime, con marmi rari, eccezionali mosaici e pavimenti marmorei e mirabili opere di. Secoli di abbandono e di ruberie di marmi, statue e di materiali da costruzione le hanno lasciate quali nudi scheletri di paramenti laterizi e nuclei cementizi, altissime e inconfondibili nel panorama dell’ingresso a Roma dalla via Appia, testimonianza millenaria della grande architettura romana, che ancora oggi fa rimanere attoniti per le dimensioni e la maestria costruttiva. Monumento molto noto, ma poco studiato, ha sofferto anche di un lungo abbandono e di poca attenzione perché occupato quasi del tutto per circa settanta anni (1937-1998) dal teatro dell’Opera. Dopo la sua liberazione dal vecchio e arrugginito Teatro, nel 1999-2000, le Terme hanno ripreso il loro ruolo di fondamentale complesso archeologico della città, luogo ideale per la fuga dalle più affollate mete turistiche romane, e in continua crescita di visitatori.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Aperto tutti i giorni tranne il lunedì dalle ore 09.00 al tramonto (orari su www.soprintendenzaspecialeroma.it)

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 600.000,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

I pavementi a mosaico degli ambienti termali sono ancora oggi uno dei simboli del complesso; molte porzioni degli stessi, al piano terra e al primo piano, necessitano di importanti opere di consolidamento e restauro. 

Lungo il lato ovest del complesso erano inoltre presenti due grandi biblioteche simmetriche, una delle quali in parte fruibile, l’altra ancora da bonificare e il cui scavo va completato. 

I sotterranei erano invece il fulcro della vita del complesso, il luogo in cui lavoravano centinaia di schiavi e di operai specializzati in grado di far funzionare l'ingegnosa macchina tecnologica delle Terme. Conservati per circa due chilometri ancora in gran parte praticabili, i sotterranei erano un dedalo di gallerie carrozzabili dove si trovavano, oltre ai depositi di legname, l'impianto di riscaldamento, costituito da forni e caldaie, un impianto idrico, un mulino e il Mitreo, uno dei più grandi conservati nella città di Roma. 

L’intervento prevede: 
- opere di bonifica, messa in sicurezza, scavo, consolidamento e restauro delle murature pertinenti in particolare alle biblioteche e ai sotterranei; 

- pulitura, restauro e protezione delle superfici decorate a mosaico; 
- pulitura e protezione delle superfici archeologiche; 
- miglioramento dell’accessibilità con abbattimento di barriere architettoniche; 

Obiettivi dell’intervento: 

- Conservare e tutelare porzioni di un bene di rilevanza storica e culturale. 
- Restituire al pubblico porzioni del sito in modo sicuro e pienamente accessibile.