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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

La Basilica di Santa Giulia è strettamente connessa allo sviluppo nel tempo dell'area ad essa circostante. Da un lato la sua costruzione e il suo declino trovano ragioni nella storia dell'abitato di Lesina. Dall'altro il suo destino materiale in epoca moderna si lega allo sviluppo del complesso cimiteriale di Bonate Sotto.

Il complesso cimiteriale nasce e si articola proprio a partire dai resti della chiesa romanica. A seguito dell'Editto di Saint Cloud del 1804 e al seguente Decreto Ministeriale del 1806, le sepolture fino ad allora raccolte dentro e fuori le chiese dei centri abitati, vengono spostate al di fuori dei recinti urbani, in aree periferiche.

L'amministrazione comunale di allora decise di riusare i ruderi di Santa Giulia come campo santo, dando a questi una configurazione, più definitiva, costruendo un muro esattamente sul sedime dell'impianto basilicale. Il luogo così individuato formava un giardino destinato alle sepolture, mentre nella parte protetta dal tetto si andarono a cotruire tombe addossate ai muri, come era consuetudine nelle chiese.

Le prime sepolture ebbero luogo nel 1810, ma ben presto si rese necessario ampliare gli spazi. Dei conseguenti sviluppi appaiono rilevanti porzioni poste all'estremità est e ovest dell'impianto basilicale. Il primo ampliamento, posto sul retro, corrisponde a una cinta muraria in mattoni formata per tre lati da una serrata archeggiatura cieca, mentre per quanto riguarda il lato d'ingresso si sviluppa una cancellata in ferro battuto con pilastrini tronco-piramidali conclusa agli estremi da due cappelle di famiglia.

La seconda porzione, posta di fronte alla basilica, si compone di un recinto rettangolare. Un'alta cappella è affiancata simmetricamente da ali porticate tripartite. Il disegno, di gusto eclettico-storicista, prevede un tipico rivestimento in bugnato liscio della cappella centrale e dei pilastri tronco-piramidali dei portici.

 

Informazioni sullo stato della conservazione

L'edificio ha una struttura basilicale a tre navate culminanti in tre absidi. L'impianto interno è strutturato in cinque campate. Rimangono oggi, a testimonianza di quello che fu la basilica: le tre absidi e la prima campata coperti da tetti non più originali e parti della muratura perimetrale. La parte scoperta, ossia quella priva di tetto, è stata ed è tuttora parte del cimitero di Bonate Sotto con ancora tumuli e testimonianze sepolcrali. L'ornatura di alcuni capitelli richiama lo stile cluniacense.

L'analisi dello stato attuale ha messo in evidenza un insieme di problemi che condizionano fortemente le odierne possibilità di conservazione, utilizzo e valorizzazione della Basilica di Santa Giulia: il decredo della copertura, la situazione di degrado e precarietà dei paramenti lapidei a vista, la necessità di dare al complesso della Basilica di Santa Giulia un uso appropriato e coerente con la sua natura e la sua storia, nei limiti imposti dai suoi aspetti dimensionali e materiali.

Queste problematiche condividono il medesimo carattere di necessità e la loro risoluzione fa parte di un unico problema, nel senso che l'attività di riuso affianca, s'intreccia e completa l'attività della conservazione, garantendone la continuità di cure e attenzione.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

La Basilica di Santa Giulia è sita all'interno del cimitero di Bonate Sotto aperto dal lunedì al sabato dalle 8:30 alle 19:00 e la domenica dalle 8:00 alle 19:00 in estate e dalle 8:30 alle 17:00 tutti i giorni nel periodo invernale.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 73.895,25 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Pulitura del supporto murario mediante spazzole morbide con acqua deionizzata addizionata con carbonato d’ammonio.

Risarcitura e stilatura delle parti mancanti delle malte di allettamento del paramento murario (spessore fino a cm 10) con malta di calce idraulica priva di sali e sabbie selezionate per i primi strati di rinzaffo ed arriccio. Stesura senza fasce, seguendo l’andamento geometrico e le irregolarità delle pareti esistenti.

Finitura ad intonachino con malte a base di grassello di calce, sabbia ed aggregati minerali di granulometria e colorazione simile a quelli contenuti nelle malte esistenti.

Pulitura finale a tampone con soluzione acquosa.

 


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 80.510,89 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Allo stato attuale le condizioni delle pavimentazioni interne appaiono in pessimo stato di conservazione.

Il pavimento in cotto della navata coperta è frutto di molteplici interventi e trasformazioni avvenute tra ‘800 e ‘900.

Le mattonelle sono interessate da consistenti fenomeni di deterioramento dovuti all’esposizione diretta della pioggia di stravento, all’umidità di risalita capillare dal terreno, alla consunzione del tempo.

Il vialetto centrale nel giardino delle lapidi è in ghiaia e risulta del tutto indefinito e incoerente rispetto al valore del monumento e al carattere del luogo

Il progetto prevede il mantenimento e la conservazione delle mattonelle di cotto negli spazi delle tre absidi.

La sostituzione della pavimentazione esistente in mattonelle di cotto nella parte coperta della navata con una nuova pavimentazione in cemento battuto con inerti a vista.

Internamente al giardino delle lapidi si propone di ridefinire il percorso centrale con grandi lastre di cemento sabbiato. Si tratta di grandi lastre posate a secco semplicemente appoggiate su un letto di sabbia che ne garantisce la planarità

Internamente al giardino delle lapidi si propone il posizionamento di lastre monolitiche in cemento con finitura superficiale sabbiata semplicemente disposte a secco sul terreno. La finalità di tali elementi è di restituire a terra la posizione delle colonne che avrebbero dovuto costruire la navata.

 


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 166.847,32 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Il valore monumentale dell’architettura, il carattere non finito della costruzione, la particolare vocazione ad accogliere al proprio interno momenti di contemplazione spirituale e raccoglimento, sono questi i principali aspetti che fanno della Basilica di Santa Giulia un luogo unico e irripetibile, e di cui il progetto tiene conto nella caratterizzazione degli spazi esterni ed interni alla fabbrica storica.

La riconfigurazione degli spazi esterni permetterà una più corretta definizione dei percorsi, sottolineando da un lato gli ingressi alla Basilica, e dall’altro garantendo il quotidiano utilizzo dell’intero complesso cimiteriale.

Il nuovo disegno si basa su gesti minimali e coerenti con l’assetto già in essere.

In primo luogo viene confermato e rafforzato il rapporto con il verde. Le fasce verdi garantiscono il rispetto al monumento, e al tempo stesso sottolineano la straordinarietà della fabbrica storica rispetto al contesto cimiteriale. Oltre alla ridefinizione dei due parterres esterni, a filari di cipressi, il verde si estende verso l’interno con un nuovo tappeto verde in forma di "prato spigato" intorno all’edificio che conferisce all’insieme solennità e decoro. All’interno del recinto murato sarà valorizzato il prato delle lapidi, migliorandone il rapporto con la parte coperta e la lettura dell’edificio rimasto incompiuto.

Il disegno che definisce la nuova area pavimentata esterna alla basilica si ponte in continuità con il contesto e si conclude verso est con un grande emiciclo che ricollegandosi all’emiciclo verso ovest (il cimitero monumentale della famiglia Farina) risolve anche in modo più coerente il rapporto con le cappelle ai lati del cimitero ottocentesco verso est.

La rilettura dei percorsi parte dall’idea di differenziare i materiali in relazione al tipo di fruizione e al rapporto con il monumento: il nuovo anello esterno che circonda la basilica sarà realizzato con pavimentazione drenante in cemento e inerti a vista, mentre gli ingressi alla basilica e il percorso centrale che attraversa il prato delle lapidi saranno in lastre di pietra. La pavimentazione in mattonelle di cotto esistente nella parte coperta della navata sarà in massima parte sostituita con un nuovo pavimento in cemento battuto.

 


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 75.445,11 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

L'intervento conservativo ha l'obiettivo di risolvere i principali fenomeni di degrado riscontrabili sulle superfici. L'intervento riguarda il recinto murario che delimita l'area dell'impianto basilicale. Tecniche e modalità di intervento saranno oggetto di approfondimento e confronto con i funzionari della Soprintendeza Belle Arti e PAesaggio della Lombardia.

Sarà in ogni caso rispettato il seguente iter:

FASE 1 - Rilevamento dello stato di conservazione dell’interno manufatto con fornitura della mappatura di cantiere, da eseguirsi su rilievo preesistente, suddivisa per voci. Esecuzione di saggi relativi alle diverse fasi dell’intervento, per l’applicazione di materiali e metodologie diverse.

FASE 2 - Rimozione dei depositi superficiali incoerenti o/e parzialmente aderenti. Ristabilimento parziale della coesione propedeutica alle operazioni di pulitura. Stuccatura e microstuccatura temporanea con malta a base di grassello e sabbia fine nei casi di esfoliazioni, fessurazioni, scagliature, fratturazioni o lesioni. Ristabilimento della coesione su opere nei casi di decoesione, disgregazione, polverissazione, scagliatura e esfoliazione. Disinfestazione mediante applicazione di biocida e rimozione manuale della vegetazione superiore e da colonie di microrganismi autotrofi o/e eterotrofi e trattamento finale preventivo mediante applicazione di biocida, contro la crescita di vegetazione superiore e la formazione di attacchi di microorganismi autotrofi. Decolorazione dei residui di colonie di microrganismi autotrofi e/o eterotrofi non rimuovibili perché profondamente ancorati nella porosità della pietra degradata.

FASE 3 - Rimozione di depositi superficiali coerenti, incrostazioni, concrezioni, macchie solubili, di sostanze sovrammesse di varia natura quali olii, vernici, cere, etc.  Rimozione meccanica di stuccature in malta o in materiali relativamente coerenti, stuccature in gesso o cemento o in compositi resinosi e non solubili eseguite durante interventi precedenti con materiali che per composizione possono interagire con la pietra o che hanno perduto la loro funzione conservativa o estetica.  Rimozione di elementi metallici quali perni, grappe, staffe, etc. che per condizione ed ossidazione risultino causa di degrado per la pietra o trattamento per l’arresto dell’ossidazione o per la protezione di elementi metallici quali perni, grappe, staffe, cerchiature che per condizione o per locazione non necessitino oppure non permettano la rimozione o sostituzione.

FASE 4

Stuccatura con malta nei casi di fessurazioni, fratturazioni. Integrazione di parti mancanti di pietra al fine di restituire unità di lettura all’opera o ricostituire parti architettoniche o decorative strutturalmente necessarie alla conservazione delle superfici circostanti.

 


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 137.745,56 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

In generale si rileva uno stato di conservazione critico con patologie e segni di degrado diversificati in base alla natura degli elementi architettonici e alla loro collocazione rispetto all’insieme. Attualmente la copertura oggetto d’intervento si trova in stato di degrado e pericolo per via della vetustà dell’orditura in legno e per le saltuarie infiltrazioni meteoriche dovute allo spostamento accidentale dei coppi, che nel tempo hanno provocato indebolimenti e sfibramenti alla struttura lignea. La parte strutturale del tetto, di povera fattura, è prevalentemente costituita da travi longitudinali e correnti in legno di varie misure e forme, assito in legno e coppi a canale.

La gronda è costituita da semplici travetti con listelli in legno a vista.

Il tetto è sprovvisto di canalizzazioni per la raccolta delle acque meteoriche.

Nel corso degli anni il tetto è stato oggetto di interventi riparatori per il rinforzo delle parti strutturali in legno, ammalorate ed indebolite, ma non sufficienti per garantire sicurezza alla struttura portante principale.

Buona parte dell’orditura lignea primaria e secondaria è interessata da un consistente fenomeno di deterioramento del materiale causato dal fattore tempo (cedimenti), ma soprattutto dall’umidità dovuta alla mancanza di chiusure. Il progressivo cedimento dei travetti e dell’assito ha inoltre creato in alcuni punti evidenti depressioni e sconnessioni tra i coppi con la conseguente comparsa di discontinuità nel manto di copertura.

Erba, muschio (in maggiore quantità sulla falda nord) e guano ricoprono buona parte della superficie dei coppi. Il 60% dei coppi, presenta microfessurazioni e/o rotture.

Tale stato di degrado ha inevitabili ricadute sulla protezione e la conservazione delle strutture e degli spazi sottostanti determinando fenomeni di infiltrazione e cedimenti.