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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Opera di punta della chiesa Museo di Santa Croce, la pala della Deposizione dalla Croce fu dipinta da Luca Signorelli nel 1516 su commissione della omonima Confraternita. L'opera è costituita da una pala centrale raffigurante la Deposizione, incorniciata lateralmente da due pilastri con decorazioni a candelabra dorate che recano con l'iscrizione “Lucas Signorellus de Cortona pictor pingebat” dipinta in oro in conchiglia su un fondo blu. La pala poggia su una pradella autoportante che funge da basamento e dove in tre scomparti sono raffigurate scene tratte dalla Leggenda della Vera Croce di Iacopo da Varagine. La pala del Signorelli è incastonata in una fastosa macchina d'altare in stile barocco commissionata nel 1611 dalla Confraternita di Santa Croce all'artista marchigiano Giampietro Zuccari da Sant'Angelo in Vado.

Informazioni sullo stato della conservazione

L'intera opera è stata oggetto di un accurato intervento di restauro conclusosi nel 1998. La sua digitalizzazione in altissima definizione ha l'obiettivo di favorire la conservazione (ad esempio permette l'individuazione di micro-sollevamenti della pellicola pittorica) e una migliore fruibilità da parte di studiosi e visitatori, che grazie alla tecnologia di riproduzione Gigapixel potranno godere dei minimi dettagli dell'opera.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

La Deposizione orna l'altare maggiore della chiesa Museo di Santa Croce e rappresenta uno dei pochi esempi di opere del Signorelli conservata nel sito per il quale fu commissionata.

L'opera è fruibile dal pubblico nei seguenti orari:

da venerdì a domenica e festivi

maggio/settembre …...... 10.30-13.00 / 16.00-18.30

ottobre/aprile …............. 10.30-13.00 / 15.00-17.30

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 3.500,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

La riproduzione Gigapixel della tavola di Luca Signorelli ad Umbertide consiste in una serie di scatti ad alta risoluzione, che poi verranno uniti, attraverso un algoritmo di ‘stitching’, per ottenere delle immagini finali con risoluzione di 800 ppi, ovvero la maggiore nitidezza e la più definita resa del colore. Verranno effettuati numerosi scatti, decine o centinaia con accorgimenti specifici: la fonte di illuminazione, il posizionamento della fotocamera e la calibrazione della ripresa, nel totale rispetto dell’opera. La tecnica in Gigapixel non è infatti invasiva e ogni aspetto della ripresa è studiato affinché non vi siano interazioni e quindi rischi per il manufatto. La tecnologia utilizzata permette di studiare i minimi dettagli del manufatto: nella stessa immagine infatti è possibile osservare sia i dettagli microscopici sia l’opera per intero, con l’ausilio dello zoom digitale. L’osservazione dei particolari consente uno studio approfondito della superficie del manufatto artistico; è possibile notare caratteristiche che ad occhio nudo sarebbero invisibili o non identificabili, come ad esempio, in ambito conservativo, l’individuazione di micro-sollevamenti della pellicola pittorica. Un aiuto determinate per studiare il dipinto da monitor con tutti i vantaggi della fotografia digitale: visualizzazioni negative, zoom o elaborazioni che ne esaltino le caratteristiche di interesse; un approccio che permette anche di intervenire tempestivamente su opere che necessitano integrazioni o restauri, impedendo l’aggravarsi della situazione.