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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Si hanno notizie del fatto che i frati conventuali erano presenti a Caravaggio nel 1401, e a quella data si può ricondurre l’avvio della costruzione della chiesa e il convento a lato dell’attuale via Polidoro Caldara, nel cuore del centro storico di Caravaggio.

Vi è memoria che già nei primi anni del ‘600 il convento francescano avesse funzione di mensa, ricovero e ospedale per i meno abbienti e si ha notizia dell’istituzione della Confraternita della Santa Concezione, cioè dell’Immacolata, di origine molto antica ma istituita formalmente nel 1616.

Dopo diverse vicende, purtroppo non tutte tracciabili,  il convento venne soppresso nel 1786 entro le riforme dell’imperatore Giuseppe II d’Austria. Ai primi dell’Ottocento tutto il complesso passò in proprietà alle famiglie Ramazzotti e Mangoni. Nel 1840 per testamento di Santo Ramazzotti fu istituito l’Orfanotrofio femminile nell’ala occidentale del convento. Più tardi l’Amministrazione comunale collocò l’Asilo “Umberto I” nell’ala orientale. Con la soppressione la chiesa fu demolita e le strutture murarie adattate alle nuove funzioni civili. L’Orfanatrofio femminile cessò la propria attività nei primi anni 80 del secolo scoro, la proprietà dell’intero edificio passò al Comune di Caravaggio e fu destinato a scuola materna fino alla fine degli anni novanta, dopo di che fu completamente abbandonato, salvo la presenza di alcune associazioni locali in alcuni spazi.

Il complesso di fabbricati, ormai dismesso da lungo tempo, è di considerevoli dimensioni e si sviluppa a U, attorno ad una corte a giardino, su tre livelli fuori terra compresi i sottotetti. Gli accessi principali sono a sud da via Polidoro Caldara. Altri spazi a giardino lambiscono gli edifici a nord e a ovest dove è presente una seconda corte, con carattere di servizio, anch’essa con accesso carrabile da via Polidoro Caldara.

La sequenza degli spazi interni è caratterizzata dalle gallerie che si affacciano verso la corte-giardino e che servono i vani retrostanti prospettanti ad est sul giardino, a ovest sulla corte di servizio e a nord ancora sul giardino e verso la roggia di circonvallazione Seriola.

La decorazione pittorica e a stucco del complesso monumentale si caratterizza per una variegata tipologia di interventi artistici, di secoli diversi, che si allineano a quelli che sono stati i diversi impieghi dell’edificio.

Informazioni sullo stato della conservazione

L’edificio si presenta in stato di abbandono, in particolare l’ala ovest già orfanatrofio, quindi con muri scrostati, detriti accumulati, umidità diffusa, infissi divelti e un generale degrado. Naturalmente, viste le condizioni, l’accesso alla struttura è interdetto.

 Nell’anno 2024 è stato attuato un progetto per la riqualificazione ed il risanamento conservativo dell’ala ovest del complesso. L’intervento è finanziato con le risorse del PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA MISSIONE 5, “INCLUSIONE E COESIONE per servizi sociali, disabilità e marginalità sociale” ottenute dall’Azienda Consortile Risorsa Sociale Gera d’Adda di cui Caravaggio con altri 17 comuni fa parte.

Durante le prime fasi dei lavori è avvenuto un imprevisto e suggestivo ritrovamento: lungo il porticato, sotto diversi strati di intonaco, sono emersi decori e frammenti di affreschi.

Dopo aver condiviso la scoperta con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio si è deciso di comune accordo di procedere al recupero di queste preziose vestigia del passato per concedere alla comunità intera la possibilità di tornare a fruire della loro bellezza da tempo nascosta e addirittura dimenticata.

La riqualificazione con finalità sociale e inclusiva di un edificio storico da tempo dismesso e la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico custodito nei secoli sono gli obiettivi che il progetto di rigenerazione urbana intende perseguire.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il portico, aperto sul lato est dell’edificio, mette in collegamento vari vani che su di esso si affacciano. Nel progetto di destinazione d’uso dell’intero stabile, è previsto che il portico sarà utilizzato come parte in comune, aperta quindi al pubblico quale passaggio, una sorta di percorso pedonale, ma coperto, posta sulla direttrice nord-sud. Le sette lunette riferite ognuna a una campata saranno restaurate e visibili da chiunque.

 La piccola cappella del primo piano dell’edificio è destinata a utilizzo come ambiente comune a tutto lo stabile. Sarà quindi un punto accessibile ai visitatori e ai frequentatori della struttura.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


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DESCRIZIONE INTERVENTO

All’apice della lunetta sono stati rimossi sei strati di colore così da permettere di aprire due ‘finestrelle’ di tassello, piuttosto grandi, che hanno mostrato altrettanti episodi di piccole scene all’interno di una abitazione. L’impostazione a piccoli riquadri pare sia in linea con le modalità pedagogico-narrative dell’Ordine Francescano. Nel primo è raffigurato san Francesco che ferma un uomo mentre sguaina una spada verso la donna che gli sta di fronte inginocchiata. Nel secondo episodio, un uomo si rivolge in maniera cortese a una signora. Le scenette fanno certamente parte degli episodi a ciclo della vita del santo di Assisi ed è probabile che, rimosso il colore sovrapposto nel tempo, vi siano ulteriori riquadri con raffigurate altre scene. Il dipinto come quelli incontrati nelle lunette del portico è riconducibile al XVII secolo ad opera di maestranze bergamasche.

 

Il discreto stato di conservazione della porzione oggi a vista fa ben sperare nella possibilità di trovare altre parti affrescate sotto gli strati di ridipintura, i quali saranno rimossi meccanicamente. Più problematiche paiono alcune linee di fessurazione dell’intonaco, forse dovute a un assestamento statico dell’edificio, ma che dovranno essere indagate a fondo per capire la reale consistenza del danno arrecato agli affreschi sottostanti.

Il lavoro prevede la rimozione per tutta la campata degli strati di ridipintura stesi sulla superficie affrescata. Dopo il consolidamento della pellicola pittorica si procederà con il fissaggio strutturale dell’intonaco sottostante in modo da consentire l’operazione di pulitura chimico-fisica e, contemporaneamente, la rimozione dei depositi ancora in essere e le concrezioni saline.

Si prevede, come per la campata precedente, un lavoro di ricostruzione con stuccatura delle aree mancanti. È infatti probabile, per quanto visibile per l’andamento superficiale dell’intonaco ora a vista, che alcune aree siano state danneggiate nel corso dei decenni precedenti per il passaggio di canalette (si veda la cassetta tonda di derivazione) per i cavi elettrici. In questo caso saranno rimosse le malte cementizie e sostituite con materiali idonei e rifiniti con velature di colore neutro per una più uniforme lettura dei dipinti.

Costo 16.000 € (compresi oneri di sicurezza, opere provvisionali, spese tecniche, IVA ed altri oneri fiscali)


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DESCRIZIONE INTERVENTO

In questa lunetta si è potuta indagare una vasta area che, senza soluzione, partendo dal punto di aggancio della volta al muro scende fino al pavimento. Il dato consente di dedurre che, oltre alla componente narrativa con gli episodi francescani, il porticato era stato decorato con una serie di elementi architettonici tra di loro coerenti e in dialogo con la reale struttura dell’edificio. Per l’estensione e per il gusto qualitativo di queste finte architetture è da ipotizzare che all’interno della bottega, che qui ha operato nel XVII secolo, vi fossero anche delle maestranze specializzate nella esecuzione delle quadrature, ossia le finte architetture dipinte. È emerso anche un cartiglio che recita: humiliato viene alla citta et data la fede conversa fra tutti. L’iscrizione consente di ipotizzare che non fosse l’unica (si veda la seconda lunetta); infatti è probabile che se ne potranno svelare altre sotto gli strati di ridipintura. Inoltre, questa scritta, sempre in via ipotetica, sarebbe da associare a un episodio della vita del poverello di Assisi, ovvero quando San Francesco incontra il lupo di Gubbio. Si dovrà attendere il restauro per scoprire se sotto i sei strati di ridipintura della sesta campata sia stato affrescato proprio questo episodio francescano.

Quanto messo in luce dopo la rimozione delle ridipinture si presenta in discreto stato di conservazione, sebbene in alcuni punti la pellicola pittorica è andata totalmente persa forse a causa di lavori per il passaggio dell’impianto elettrico (dato riscontrato in tutto il porticato). Rimane da verificare (solo a seguito della rimozione degli otto strati di ridipintura che si sono incontrati) la reale consistenza e il degrado delle porzioni di affreschi ancora celati.

Il lavoro prevede la rimozione per tutta la campata degli strati di ridipintura stesi sulla superficie affrescata (si veda il tassello di indagine posto anche alla base del muro). Dopo il consolidamento della pellicola pittorica si procederà con il fissaggio strutturale dell’intonaco sottostante in modo da consentire l’operazione di pulitura chimico-fisica e, contemporaneamente, la rimozione dei depositi ancora in essere e le concrezioni saline.

È da prevedere un lavoro di ricostruzione a stucco di aree mancanti perché, per quanto è visibile dall’andamento superficiale dell’intonaco ora a vista, alcune aree sono state danneggiate dal passaggio di canalette per i cavi elettrici. In questo caso saranno rimosse le malte cementizie e sostituite con materiali idonei e rifiniti con velature di colore neutro per una più uniforme lettura dei dipinti.

  Costo 16.000 € (compresi oneri per la sicurezza, opere provvisionali, spese tecniche, IVA ed altri oneri fiscali

 


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DESCRIZIONE INTERVENTO

Dai due interventi di indagine, localizzati all’apice dell’arco della quinta lunetta, sono emerse due aree interamente dipinte raffiguranti un pilastro e il mezzo busto di un vescovo con piviale e mitria. Il pilastro, per quanto potuto osservare dai tasselli d’indagine visti nelle altre lunette, potrebbe fungere da struttura divisoria di due scene distinte per cui il vescovo, collocato sulla destra e in alto, è forse appartenente a una scena più ampia di cui il prelato è solo una porzione marginale e forse di secondo piano. I colori, la tecnica esecutiva e l’impostazione dei disegni visti – sia nella finta cornice in marmo che segue il profilo della lunetta, sia nella resa del vescovo – trovano affinità con le decorazioni incontrate anche nelle altre lunette: si deduce che gli affreschi sono stati realizzati a cavallo dei primi due quarti del secolo XVII da una bottega di pittori bergamaschi ancora da individuare con precisione.

Quanto emerso all’apice della lunetta è in buono stato di conservazione, il colore è presente su tutto l’intonaco, sebbene siano necessari interventi di pulitura e verifica della tenuta. In genere le parti più in alto tendono a meglio conservarsi in quanto non soggette ad azioni dell’uomo. Rimane da verificare (solo a seguito della rimozione degli otto strati di ridipintura che si sono incontrati) la reale consistenza e il degrado delle porzioni di affreschi ancora celati.

Il lavoro prevede la rimozione per tutta la campata degli otto strati di colore stesi sulla superficie affrescata (si veda il tassello posto anche alla base del muro). Dopo il consolidamento della pellicola pittorica si procederà con il fissaggio strutturale dell’intonaco sottostante in modo da consentire l’operazione di pulitura chimico-fisica e, contemporaneamente, la rimozione dei depositi ancora in essere e le concrezioni saline.

È da prevedere un lavoro di risarcimento a stucco di aree mancanti che, per quanto è ora visibile dall’andamento superficiale dell’intonaco, sono state danneggiate nel corso dei decenni precedenti per il passaggio di canalette per i cavi elettrici. In questo caso saranno rimosse le malte cementizie e sostituite con materiali idonei e rifiniti con velature di colore neutro per una più uniforme lettura dei dipinti.

 Costo 16.000 € (compresi oneri per la sicurezza, opere provvisionali, spese tecniche, IVA ed altri oneri fiscali)


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DESCRIZIONE INTERVENTO

I due saggi di indagine alla quarta campata del portico sono stati realizzati nelle porzioni di intonaco della lunetta in alto e della muratura inferiore (a circa un metro dalla quota di calpestio). Quanto emerso a un’analisi visiva risulta coevo e stilisticamente associabile alle porzioni di affresco indagate sulla parete rivolta ad est del portico che attraversa l’edificio. Proprio sulla parte inferiore della muratura la decorazione a greca venuta alla luce dovrebbe congiungersi, una volta rimosse le ridipinture, con quanto visto nella terza lunetta attigua alla presente. Il piccolo tassello (aperto quasi all’apice della lunetta) mostra parte del busto di un cardinale vicino a un personaggio assiso, ma del quale si vedono solo gli arti superiori. Dal dettaglio si presume che l’episodio qui raffigurato sia la Conferma della regola francescana da parte di papa Onorio III. Il dipinto si inserisce quindi nella narrazione a ciclo della vita di san Francesco per cui gli altri episodi dovrebbero essere raffigurati nelle lunette dello stesso porticato; l’opera è da datare al XVII secolo e attribuibile a maestranze bergamasche ancora da indagare.

La porzione figurativa risulta in discreto stato di conservazione, in quanto non gravata da picchiettature per l’aggancio del successivo intonaco. Grazie alle recenti indagini stratigrafiche a campione si è potuto verificare che la superficie che dovrà essere portata alla luce è posta sotto 9 strati di ridipintura. L’area sotto alla lunetta è stata in buona parte tamponata con del materiale da costruzione per chiudere una apertura. Rimane da valutare quanto si sia conservato in particolare nell’intradosso della originaria apertura.

Dopo il consolidamento della pellicola pittorica e l’asportazione delle tinteggiature, si procederà con il fissaggio strutturale dell’intonaco sottostante in modo da consentire l’operazione di pulitura chimico-fisica e, contemporaneamente, la rimozione dei depositi ancora in essere e le concrezioni saline.

Ove necessario si chiuderanno le lacune mediante malte di calce e integrate con pigmento neutro. In presenza di mancanze di parti figurative dell’affresco, dove è caduto il pigmento, queste saranno integrate ad acquarello mediante tecnica a rigatino.

 Costo 16.000 € (compresi oneri per la sicurezza, opere provvisionali, IVA ed altri oneri fiscali)


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DESCRIZIONE INTERVENTO

Come per le altre lunette poste nel porticato, anche per la presente sono emersi resti di pittura murale.

Una piccola porzione raffigura una scena di vita urbana con la presenza di vari edifici abitativi e alcuni personaggi in movimento. Sono presenti una madre con un figlio, un uomo rivolto verso la porta di una città e un altro che si dirige nel lato opposto. È probabile che questo paesaggio urbano sia solo lo sfondo dell’episodio principale il quale dovrebbe essere raffigurato nella porzione centrale della lunetta, ancora in attesa di essere scoperta mediante la rimozione delle ridipinture. Per quanto visibile si percepisce un certo gusto per la narrazione messa in opera con abilità quasi miniaturistica: si apprezza la scioltezza delle sagome umane in movimento.

Altra porzione d’indagine ha messo in luce un fascio di decorazione a greca giallo-ocra e violaceo che verosimilmente doveva essere in origine lo stipite di un’apertura (finestra?) posta sotto lo scarico della volta sovrastante. Per tecnica esecutiva e soggetto l’affresco è in linea con quanto presente anche in altri punti del medesimo porticato. S’ipotizza una datazione al XVII secolo e un’attribuzione a una bottega bergamasca.

La porzione figurativa risulta in discreto stato di conservazione, in quanto non gravata da picchiettature per l’aggancio del successivo intonaco. Grazie alle recenti indagini stratigrafiche a campione si è potuto verificare che la superficie che dovrà essere portata alla luce è posta sotto a 9 strati di ridipintura. L’analisi a vista conferma il discreto stato di conservazione dei pigmenti stesi a fresco, sebbene vi siano alcune porzioni necessarie di interventi di consolidamento.

Sempre da un’analisi a vista si nota che in alcuni punti l’intonaco dovrebbe essere più compromesso. L’area sotto alla lunetta, benché interessata da soli due strati di ridipintura, ha probabilmente subito una modifica della muratura (una apertura tamponata) per cui si notano punti in cui la decorazione pittorica è andata perduta.

L’intervento di restauro prevede: il consolidamento preventivo della pellicola pittorica e la rimozione (descialbo) delle ridipinture così da far emergere l’intonaco affrescato; il fissaggio strutturale dell’intonaco sottostante in modo da consentire l’operazione di pulitura chimico-fisica; la rimozione dei depositi ancora in essere e delle concrezioni saline.

Le probabili lacune di intonaco (come quelle già documentate nella porzione inferiore, nella greca verticale) saranno stuccate con malte di calce e integrate con pigmento neutro; tale operazione è volta ad affievolire, rispetto alla percezione del fruitore dell’opera, la mancanza di pigmento. Le porzioni dipinte saranno, dove necessario, integrate ad acquarello mediante tecnica a rigatino.

Costo 16.000 € (compresi oneri per la sicurezza, opere provvisionali, spese tecniche, IVA ed altri oneri fiscali)

 

 


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La presente lunetta è attualmente la parte del porticato cui è stata destinata maggiore attenzione in quanto sono stati interamente rimossi gli strati di ridipintura che erano stati sovrapposti agli affreschi. Ne deriva che è possibile fin da ora visionare gli affreschi nel loro insieme. La scoperta consente, di riflesso, di ipotizzare che pure nelle altre lunette si potranno scoprire scene complete o comunque per buona parte non distrutte. Il cordolo in finto marmo dipinto visibile nella lunetta precedente è presente pure nella nostra in maniera completa. Lo spazio è diviso in due episodi che si propone di riconoscere in San Francesco appare al capitolo di Arles (sulla sinistra) e San Francesco si getta tra i rovi per affrontare la tentazione. Entrambe le scenette fanno parte del racconto della vita del santo: si presume che anche gli episodi ancora celati sotto le ridipinture nelle altre lunette si rifacciano all’agiografia francescana.

Nella porzione destra, al di sotto della lunetta, è affrescata una finta architettura con greche, travi, fregio con iscrizione in cartiglio. Tale decorazione compare anche in alcuni saggi di indagine eseguiti sulle lunette 3, 4, 6. 

Gli affreschi sono già stati portati interamente alla luce in seguito alla rimozione di vari strati di tinteggiatura molti dei quali riconducibili con buona probabilità allo scorso secolo. Lo stato di conservazione è quindi discreto ma sono necessari alcuni interventi volti alla salvaguardia dell’affresco per il futuro.

 

Oltre alle ordinarie operazioni di consolidamento e pulitura meccanica, si interviene per ripristinare alcune lacune cagionate con buona probabilità dal passaggio nel Novecento delle canalette per l’elettricità; in questi punti sarà steso un intonaco a calce e velato con un colore neutro così da ridurre la percezione di lacune alla vista del fruitore. Ove mancante il colore sarà integrato ad acquarello con la tecnica a rigatino.

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DESCRIZIONE INTERVENTO

 

L’opera si inserisce in un complesso monumentale fondato nel XV secolo dall’Ordine dei Frati Minori Francescani. Nella lunetta è con buona probabilità raffigurato un episodio di un ciclo più ampio che si snoda nelle altre lunette del medesimo porticato. I due tasselli di indagine (realizzati pre-restauro) permettono di suggerire che la scena si svolga all’aperto in quanto vi sono arbusti e il cielo; è inoltre presente una piccola porzione di un cordolo semicircolare dipinto che a imitazione di una scultura in marmo segue il reale profilo architettonico della lunetta.

Dal punto di vista stilistico e per tecnica artistica l’affresco pare della medesima bottega che ha realizzato anche le altre lunette; la data di esecuzione è collocabile entro i primi decenni del Seicento. L’affresco, assai importante per la novità della scoperta, trova interesse anche per la definizione delle frequentazioni di maestranze bergamasche, ancora da individuare, nel presente convento e, più in generale, per la ricostruzione delle presenze artistiche a Caravaggio.

Grazie alle recenti indagini stratigrafiche a campione si è potuto verificare che al di sotto dell’attuale strato di ridipintura, presente anche sul resto del porticato, vi sono altri 4 strati fino ad arrivare al più antico livello. L’indagine preliminare ha quindi messo in evidenza che nello strato più in profondità sono ancora presenti affreschi di carattere figurativo, più finte decorazioni imitanti elementi architettonici. L’analisi a vista conferma il discreto stato di conservazione dei pigmenti stesi a fresco: si ritiene che la rimozione delle ridipinture potrà restituire altre porzioni dipinte in modo da leggere una scena più ampia in linea con quanto presente anche nelle lunette del medesimo portico.

Sempre da un’analisi a vista si nota che in alcuni punti l’intonaco dovrebbe essere più compromesso. Si vedano, sul lato sinistro, un tubo fuoriuscente e un tondo (ora tamponato, compatibile con una cassetta di derivazione elettrica) che con buona probabilità hanno scassato in profondità la muratura fino allo strato affrescato il quale dovrebbe essere stato compromesso in modo grave.

L’intervento di restauro prevede quale prima fase il consolidamento preventivo della pellicola pittorica e la rimozione delle ridipinture così da far emergere l’intonaco affrescato. Si procederà con il fissaggio strutturale dell’intonaco sottostante in modo da consentire l’operazione di pulitura chimico-fisica e, contemporaneamente, la rimozione dei depositi ancora in essere e le concrezioni saline.

Le probabili lacune di intonaco saranno stuccate con malte di calce e integrate con pigmento neutro; tale operazione è volta ad affievolire, rispetto alla percezione del fruitore dell’opera, la mancanza. Le porzioni dipinte saranno, dove necessario, integrate ad acquarello mediante tecnica a rigatino.

 

Costo 16.000 € (comprensivi di oneri per la sicurezza, opere provvisionali, spese tecniche, IVA ed oneri fiscali vari)