Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La presenza dell’Oratorio è rilevabile già nella planimetria di Voltaggio inclusa nel “Dominio della Serenissima Repubblica de Genova” pubblicato da Vinzoni nel 1773. La sua forma attuale, importata in Liguria da Anton Maria Ricca è ad aula a schema semplificato senza navate laterali ed è articolata in due parti una costituente l’aula vera e l’altra il presbiterio e coro. I lavori sono databili alla prima metà del 1700 come si evidenzia da Documentazione di Archivio. Le indagini archeometriche condotte direttamente sull’edificio, in sintesi, consentono di formulare una cronologia di trasformazioni cosi definibile: 1) Fase cinquecentesca; 2) Fase di sopraelevazione del complesso nel XVII secolo; 3) Modifica della parte terminale, ad est con aggiunta del vano absidale, nel XVIII secolo; 4) Ci sono inoltre alcuni interventi minori posteriori, ottocenteschi.
L’edificio faceva parte di un complesso Religioso più ampio posto sul lato Nord di Voltaggio il Convento di San Francesco dei Padri Minori Con l’oratorio di San Giovanni Battista dei Disciplinanti. Nel 1961 la confraternita esistente si estinse e questo genero l’abbandono dell’Oratorio e la spoliazione di decorazioni e suppellettili. Tuttavia negli anni settanta fu oggetto di uno studio universitario diretto dal Prof. Cesare Fera, con interessanti ipotesi sulla parte metrologica. Negli anni ottanta si registra la sconsacrazione, la donazione al Comune di Voltaggio e con il perdurare dell’abbandono nonché il crollo parziale della copertura che, priva di manutenzione, subirà diversi danni. La stessa verrà ripristinata dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici del Piemonte. A metà del 1994 i muri della vicina Sacrestia segnano un crollo ed ulteriori danni lo arreca il sisma del 2003.L’area geologica si presenta particolarmente complessa essendo il terreno costituito da ben tre distinte unità tettoniche.
Informazioni sullo stato della conservazione
Attualmente il Bene è inagibile per motivi di precarietà statica. A fine restauro il Comune intenderendere fruibile il Bene come sala per eventi collettivi. E’ stato eseguito un rilievo accurato della geometria della costruzione e del quadro fessurativo, nonché di un monitoraggio strutturale e del terreno atto a fornire un sistema di sorveglianza periodico. Il progetto di restauro si è articolato in due fasi. La conoscenza del manufatto attraverso il rilevo geometrico del quadro fessurativo, accompagnato da un monitoraggio delle principali fessure e dei principali meccanismi locali di danno. Si è proceduto per i materiali alla determinazione del loro processo di degrado determinando con una fase diagnostica strumentale il loro stato di conservazione rispetto ai processi di degrado meccanico fisico e chimico (murature, intonaci, elementi lignei della copertura). Contestualmente è stata sviluppata un’approfondita campagna di conoscenza geognostico-geotecnica con sondaggi e prove in sito al fine di meglio delineare il comportamento del terreno rispetto ai cedimenti in atto. La seconda fase del progetto di restauro ha previsto la definizione degli interventi di consolidamento strutturale con una progettazione che tiene in debito conto i dettami del restauro ed ella conservazione del monumento con le esigenze di definirne la sicurezza anche alle sollecitazioni sismiche i cui effetti sono identificabili anche nell’attuale quadro fessurativo.Gli esiti delle indagini rendono quindi necessario un intervento di consolidamento statico delle fondazioni con posa di micropali e cordolo di collegamento e nelle murature in elevazione la posa di sistemi di consolidamento atti a riconferire resistenza meccanica alle sollecitazioni anche di natura sismica alle murature e con posa di presidi di collegamento e difesa alla vulnerabilità sismica del monumento (appositamente valutata nelle indagini pre-progettuali).
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Attualmente il bene non è agibile per motivi di precarietà statica.