Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Il Castello di Lunano è situato su un colle dominante la confluenza del torrente Mutino nel Fiume Foglia, era un punto strategico di controllo della viabilità valliva e intervalliva. Il suo sviluppo urbanistico fu eccezionale. All'interno del doppio circuito murario sorsero la Torre dei signori dominanti, i palazzi nobiliari, le case a schiera con sviluppo circolare verso la cima, la casa del comune, la chiesa parrocchiale, quella dell'Ospedale e della Confraternita: una vera e propria cittadella fortificata.
Dopo l'originario possesso da parte di uomini liberi, Lunano passò sotto il dominio dei conti di Montefeltro (1228). Nei primi decenni del trecento, al pari di Sassocorvaro, fu assorbito nei possedimenti dei signori Brancaleone di Casteldurante: questa famiglia lo tenne fino al 1424, quando da papa Martino V fu dato in vicariato ai conti, poi Duchi di Urbino, con aggregazione alla Provincia della Massa Trabaria. Alla loro estinzione, nel 1631, passò nello stato della Chiesa.
Nel 1446, durante la trentennale guerra fra i signori di Rimini ed i conti di Urbino, Sigismondo Pandolfo Malatesti pose l'assedio al Castello di Lunano, avendo con se anche le bombarde. Ma dovette abbandonare questo piano di occupazione proprio per la imprenditorialità del sistema fortificato, protetto da una doppia muraglia di cinta e con due sole porte d'accesso consecutive.
La sua medievale posizione di altura fu però anche la causa della sua lenta decadenza. Dopo il Cinquecento non erano più necessarie le condizioni di difesa del medioevo. Le attività agricole, artigianali, commerciali crescevano ormai sul piano, lungo la strada che costeggiava il Foglia. Un po alla volta la popolazione scese ad abitare nelle due frazioni di Villa Borgo Nuovo e Villa Strada, dalla cui unione si è generato l'attuale centro cittadino moderno. Con la popolazione scese anche la casa del Comune, la chiesa e perfino la denominazione ufficiale di Lunano.
Informazioni sullo stato della conservazione
Conseguentemente all'abbandono e al perdurare disuso, all'azione degli agenti atmosferici, ai crolli e alla massiccia invasione della vegetazione spontanea ed infestante, i resti della Torre e della Cinta Muraria, non sono facilmente rilevabili anche perchè sussiste il pericolo di nuovi crolli. Si è comunque potuto operare un rilievo piuttosto dettagliato soprattutto sulla Torre.
La Torre ha pianta quadrata con lato di ml. 7,20 ed altezza pari a circa il doppio del lato di base ed è costituita da struttura portante in muratura di pietra. Lo spessore delle pareti è variabile e va da m. 1,20 alla base fino a restringersi a m. 0,90 nella parte più alta.
Il manufatto nel suo insieme necessita in tempi rapidissimi di un "Pronto intervento per messa in sicurezza" delle parti rimaste, compresi interventi di ripulitura generale delle pareti dalla vegetazione.
La Cinta Muraria del Castello è a tutt'oggi facilmente leggibile soprattutto a sud e a est e in modo meno evidente ad ovest e a nord.
Le mura rilevate hanno uno sviluppo planimetrico di circa 232 ml nel tratto sud, 75 ml nella parte visibile a nord - ovest e 37 ml nel lato sud - est, compreso lo sviluppo del Bastione.
L'intera cinta muraria, compreso il Bastione all'interno del quale era localizzata la prigione, è realizzata in pietra e ciotoli di fiume e anche questa è una causa del degrado in cui versano.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il recupero della fruibilità della Torre e la creazione delle due aree di sosta, inseriti nel contesto del Castello, all'interno del quale il Comune gestisce una struttura destinata alla esposizione di prodotti tipici locali, renderà più articolata la risposta alla domanda dei visitatori che, siano essi turisti o residenti, attratti dal fascino di quei luoghi, potranno trovare spazi caratterizzati dalla visione di paesaggi ed elementi ad alta valenza paesaggistica e storica.
La Torre del Castello e le aree circostanti non sono aperte al pubblico.