Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
In cima a uno sperone roccioso si erge il Castello di Avio, che domina la frazione di Sabbionara e si affaccia sulla Val Lagarina solcata dal fiume Adige. Il primo nucleo del Castello, già esistente nel 1053, era costituito da un possente mastio difensivo, cui furono aggiunte due cinte murarie e il Palazzo Baronale. Dopo alterne vicende legate alla famiglia dei Castelbarco, il castello passò, fino al 1509, sotto il dominio dei veneziani, che lo persero a seguito della disfatta contro la Lega di Cambrai. Il territorio e il Castello vennero incamerati dall’Imperatore Massimiliano d’Asburgo e, dopo una lunga diatriba durata più di cento anni, furono riassegnati ai Castelbarco di Gresta, quali legittimi discendenti del ramo estinto dei Castelbarco di Avio. In seguito il Castello venne più volte rivenduto finché nel 1937 fu comprato dal conte Emanuele Rezzonico Pindemonte di Castelbarco.
A metà del declivio interno dell’intero sistema difensivo sorge la Casa delle Guardie, il cui piano più alto conserva due stanze dalle pareti dipinte. La prima – denominata Anticamera – mostra le quattro pareti decorate da losanghe scalinate policrome su fondo bianco, ciascuna contrassegnata al centro da una lettera gotica con funzione ornamentale, secondo la moda veronese del Trecento.
Dall’Anticamera si accede alla celebre Stanza delle Guardie dove le quattro pareti sono affrescate con scene militari che si svolgono su due registri, mentre lo zoccolo inferiore è decorato da una pelliccia di vaio. La precisione con cui sono disegnate armi e armature ha permesso di datare l’opera tra il 1350 e il 1360. Gli affreschi furono eseguiti probabilmente da una maestranza locale trentina, influenzata sia dalla pittura veronese che da certi stilemi d’Oltralpe, che si rivelano negli espressionismi dei visi (contorni marcati e luci violente): sono dunque una testimonianza dell’incontro tra nord e sud in una zona che ne fa da cerniera.
Informazioni sullo stato della conservazione
Nel 1977 la figlia del Conte Emanuele Rezzonico Pindemonte di Castelbarco dona il Castello e la sua collina al FAI, che ha dedicato ogni cura per recuperare il complesso dallo stato di rovina in cui versava e per offrirlo fin dal 1979 al godimento dei visitatori.
Il restauro ad opera del FAI, iniziato nel 1978 con il radicale consolidamento del Palazzo Baronale e di oltre metà della cerca muraria, è poi proseguito negli anni, con interventi settoriali, ma sempre legati alla concezione generale fissata inizialmente da uno studio e dal conseguente progetto.
Per quanto riguarda la Casa delle Guardie il restauro degli affreschi avvenne all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso e ormai, a quasi più di vent’anni di distanza, è necessario intervenire con azioni mirate a riportare alla luce i colori originali ormai offuscati dalla “patina del tempo”.
Tutti gli interventi sulle antiche strutture hanno ricercato le verità originarie, senza invenzioni strutturali o architettoniche che potessero mascherare aspetti del documento che si stava man man rivelando.Sono state rispettate anche alcune “licenze” ottocentesche o del primo novecento, pur avendo queste preso il posto, distruggendole, di primitive soluzioni architettoniche.
Cosicché il Castello si presenta come un libro cui il restauro non ha strappato alcuna pagina, al contrario di quanto tempi passati, culturalmente immaturi, hanno ovunque fatto.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il Castello di Avio riaprirà al pubblico il 28 febbraio 2020 con i seguenti orari:
dal mercoledì alla domenica
Orario: 10:00 - 18:00
Ultimo ingresso: 30 minuti prima della chiusura.