Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Le due grandi tele (cm 408x790 ciascuna) nascono indubbiamente come pendant, realizzato secondo un gusto raffinato, come suggeriscono i riferimenti puntuali a opere veneziane e romane, forse richiesti dai committenti stessi. Il silenzio delle fonti antiche, che mai le menzionano, si potrebbe motivare ipotizzando che si trovassero in un luogo non aperto al pubblico.
Le opere furono donate al Comune di Brescia dai fratelli Mangiante, nel febbraio del 1890. Diversi membri di questa famiglia avevano la proprie residenze a Brescia in via fratelli Bandiera: Lorenzo Mangiante, in particolare, acquistò in quella via il palazzo Conter, già di proprietà della famiglia Bona nei secoli XVII e XVIII.
Nella Cacciata di Eliodoro è lampante il riferimento all'affresco di Raffaello con lo stesso tema, non solo per l'ambientazione, ma anche per le citazioni quasi letterali, tra le quali emerge il gruppo centrale con il cavaliere che atterra Eliodoro. Quanto al Banchetto di Baldassarre sono più evidenti i rimandi alla cultura neoveronesiana di Sebastiano Ricci, che viene generalmente considerato il maestro del bresciano Tortelli.
Se il classicismo si ritrova soprattutto nei riferimenti figurativi e nel generale equilibrio compositivo, è però il venetismo di Ricci e di Gregorio Lazzarini a dominare, nelle ombre accentuate, nella stesura liquida e trasparente, ma anche nelle tipologie delle figure e nella risoluzione di alcuni gruppi. Nelle due tele, inoltre, convivono figure dai lineamenti anticlassici, che possono derivare dal Celesti, e volti dai profili netti e regolari, secondo un gusto rigoroso di matrice romano-bolognese.
Informazioni sullo stato della conservazione
I due dipinti permangono in prima tela, ancorate a telai costruiti con incastri fissi, rinforzati da una crociera centrale e da elementi diagonali ad ogni angolo. Il supporto è formato da quattro teli di tessuto a trama ortogonale, sovrapposti, congiunti con cuciture, ben individuabili anche dal fronte. In passato vennero effettuati alcuni interventi manutentivi, resisi necessari per tamponare lacerazioni e fori, dovuti principalmente ad urti accidentali. Sono infatti rilevabili a tergo alcune toppe a cui corrispondono sul fronte riprese pittoriche ormai alterate.
L’aspetto che pregiudica la buona conservazione delle opere è rappresentato da un diffuso cretto, che coinvolge uniformemente tutte le campiture, a cui si accompagna l’imperfetta adesione degli strati pittorici alla tela di supporto. Oltre alle riprese pittoriche di restauro, sulla superficie è presente uno spesso strato di vernice non originale, probabilmente di natura cerosa, marcatamente ingiallita. Per l’invecchiamento dei materiali, originali e non, si è creato un difforme lucore superficiale, caratterizzato da zone di prosciugo e da altre più lucide. Alla scarsa leggibilità delle scene contribuiscono anche i corposi depositi di particellato inquinante e polveri.
Nel 2013 è stato effettuato un intervento manutentivo, che ha comportato:
- Pulitura a tergo del telaio ligneo e della tela di supporto
- Trattamento antitarlo degli elementi del telaio
- Verifica della tenuta e dello stato conservativo dei chiodi perimetrali: sostituzione di quelli che si rivelassero corrosi e passivazione di tutti gli elementi metallici.
- Ritensionamento localizzato della tela, nelle zone che denotassero sborsature o deformazioni accentuate.
- Controllo dello stato dei vecchi rattoppi e sostituzione di quelli che si presentassero particolarmente deteriorati o contratti per l’essicazione del collante.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Alla riapertura della Pinacoteca Tosio Martinengo in palazzo Martinengo da Barco (prevista per inizio 2018) i dipinti figureranno nella loro collocazione tradizionale, sulle pareti dello scalone d'onore, che servirà all'uscita dei visitatori. Tale ubicazione, di grande impatto grazie anche al dialogo con la decorazione settecentesca del plafone, conferisce notevole enfasi alle du tele.
Il museo sarà aperto dal martedì alla domenica, negli orari previsti per tutte le sedi della rete dei Musei Civici di Brescia.