I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.
L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 N.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

L’Istituto Centrale per la grafica ha tra le sue collezioni la più importante raccolta di matrici calcografiche al mondo, per consistenza numerica e qualitativa. Il nucleo originario della raccolta, circa 9000 rami, fu acquistato per volere di papa Clemente XII Corsini nel 1738 dalla Stamperia De’ Rossi alla Pace, nei pressi di Piazza Navona, con l’intenzione di istituire la Calcografia della Reverenda Camera Apostolica: la Calcografia nasceva dunque come istituto pontificio; nel 1870 divenne Regia, sempre una emanazione del potere politico, con la missione strategica di divulgare le immagini sulle quali il governo esercitava potere di indirizzo e controllo; dal 1946 la Calcografia fu Nazionale, e come tale confluì nel 1975 nell’Istituto Nazionale per la Grafica (oggi Centrale).

Attualmente il patrimonio di matrici ammonta a quasi 24.000 rami; tra queste circa 800 sono traduzioni da Raffaello, ossia incise da un invenit dell’Urbinate, gran parte appartenenti al fondo antico De’ Rossi, altre acquistate o commissionate dalla Calcografia Camerale e Regia.

Raffaello non incise alcuna lastra di sua mano ma, come sappiamo dal racconto di Vasari, quando comprese, attraverso l’esempio di Dürer, le potenzialità dell’incisione come strumento divulgativo per l’arte, di conseguenza come mezzo per eternare la sua opera, coinvolse il bolognese Marcantonio Raimondi in questa attività. Fu così che Raffaello iniziò ad essere tradotto a stampa da Marcantonio dal secondo decennio del Cinquecento.

Morto Raffaello, egli continuò ad essere tradotto con matrici non più affidate alla mano dei suoi professionisti, non più derivate dal progetto grafico, bensì dalle testimonianze dipinte sulle tavole o nei celebri cicli pittorici.

La florida traduzione da originali raffaelleschi copre un arco temporale che va dal Cinquecento fino agli inizi del Novecento. Le matrici conservate nella Calcoteca dell’Istituto centrale per la grafica ne sono la più alta e preziosa testimonianza.

Si propone pertanto il restauro di un iniziale lotto composto da 78 rami, la cui scelta è stata orientata su base tematica, volendo privilegiare in questa prima fase il tema de Le Madonne e la figura muliebre nelle matrici da Raffaello. Completeranno il primo lotto alcune traduzioni da dipinti della Trasfigurazione, della Galatea, e della Fornarina, le matrici con i Ritratti di Raffaello, nonché la serie di matrici riproducenti le volte delle Logge Vaticane incise da Volpato e Ottaviani, e la serie di Scherzi di Amorini incisi da Corrado Metz sempre dalle Logge.

L’intento è quello di portare a termine con programmazione annuale, attraverso l’inserimento in Art Bonus di lotti successivi, il restauro e la revisione conservativa di tutto il fondo raffaellesco della Calcoteca.


Informazioni sullo stato della conservazione

Le matrici calcografiche sono entrate a pieno titolo nel novero dei "Beni Culturali" solo con il Codice Urbani del 2004. Seppure non venissero più stampate su base regolare, è un fatto che venissero considerate un mero strumento d'uso per il trasferimento su foglio cartaceo di immagini che rappresentavano e rappresentano un patrimonio iconografico importante.

Dal momento che negli anni '60 del '900 la direzione della Calcografia passò in mano agli storici dell'arte, la funzione d'uso cominciò a scemare, seppure ancora si vendessero le stampe tratte dalle matrici originali.

Preservare le lastre calcografiche dal consumo divenne dunque una missione primaria quando la Calcografia migrò nell'Istituto Nazionale per la Grafica nel 1975 e negli anni si sono adottate misure di conservazione sempre più aggiornate. Innanzitutto alla fine del secolo scorso fu allestito il nuovo "magazzino dei rami", una moderna Calcoteca dove le lastre sono conservate in un deposito climatizzato, in contenitori pensati per sostenere il notevole peso dei manufatti e consentirne comunque la visione. Nel 1994, poi, venne istituito il Laboratorio Diagnostico per le Matrici con la missione di sovrintendere al restauro e alla conservazione delle forme da stampa, aggiornando così anche i protocolli d'intervento su questi particolari manufatti.

È così che, proprio grazie ad un finanziamento Art Bonus, sono state di recente restaurate le Vedute di Roma di Giambattista Piranesi. Ma all'interno del patrimonio iconografico conservato in Calcoteca, le matrici che riportano le invenzioni di Raffaello sono un patrimonio importantissimo che abbraccia la storia della grafica dal 1500 ai primi del '900.

Le matrici da Raffaello scelte per questo primo lotto si presentano in uno stato di conservazione diversificato, in quanto nel tempo sono state trattate diversamente. In generale presentano ancora residui di inchiostro all'interno dei segni incisi, a volte ossidazioni superficiali di varia entità e un protettivo in genere presente sulla superficie stampante, ma non sul retro della lastra. Il protettivo superficiale cambia a seconda del momento in cui la matrice ha ricevuto una manutenzione: prima della fine del '900 il protettivo tradizionale era il bitume di giudea, resina di colorazione bruna, che nasconde i segni incisi e nel tempo perde la sua funzione di barriera agli agenti esterni; tra la fine del secolo scorso e il 2005 il protettivo, innanzitutto sperimentato e poi adottato, è stato l'Akeogard CO, un copolimero fluorurato che forma una ottima barriera agli inquinanti ambientali e che grazie alla sua trasparenza consente la fruizione dei manufatti nella loro lucentezza metallica. Dopo il 2005 il Laboratorio Diagnostico ha optato per un altro protettivo trasparente, preso dalla tradizione conservativa dei manufatti in argento, ovvero la vernice Zapon. Quest'ultima è la vernice tutt'oggi in uso che garantisce una ottima durata nel tempo.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Le matrici della collezione Calcoteca ICG sono consultabili previo appuntamento (ic-gr@cultura.gov.it). Talvolta sono esposte nelle mostre organizzate dall’Istituto, o nelle mostre sul territorio nazionale ed estero che le hanno richieste in prestito.

Le matrici sono anche oggetto di visite guidate in Istituto.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 10.000,00 €

 slide
 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Le matrici verranno tutte revisionate con l'attuale protocollo di intervento che prevede l'eliminazione dei protettivi superficiali adottati prima del 2005, ovvero Bitume di giudea o Akeogard CO.

Quindi, con un bagno alcalino di EDTA tetrasodico si rimuovono gli inchiostri disseccati nei segni e sulla superficie del verso delle matrici: tale agente chelante, grazie al suo pH basico, saponifica i grassi contenuti nell’inchiostro, permettendone così la totale rimozione. L’azione chelante del composto chimico, inoltre, coadiuva la rimozione di parte dei sali di rame presenti sulle superfici.

Per rimuovere poi i sali di corrosione residui o le ossidazioni dalla superficie del rame si effettua una breve immersione in una soluzione di EDTA bisodico a pH lievemente acido.

Per assicurare poi la conservazione futura delle superfici metalliche, queste vengono trattate in modo da essere protette sia chimicamente che fisicamente: innanzitutto viene applicato un inibitore della corrosione, che previene lo scurimento che le superfici di rame subiscono al contatto con l'ossigeno dell'aria; quindi si applica il film plastico protettivo di vernice Zapon che ha la funzione di formare una barriera rispetto agli agenti atmosferici.

Gli ambienti conservativi predisposti all'interno dell'Istituto Centrale per la Grafica garantiscono infine la stabilità dei parametri termo-igrometrici ottimali per continuare a fruire di questo nostro patrimonio artistico.


NOTE Intervento archiviato