Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Il trittico a sportelli mobili, dipinto su legno di rovere, giunge al Museo dalla pieve di San Giovanni alla Vena (Vicopisano), dove è attestato nel 1860 – 1863 dall’Ispettore Marianini “in cattivo stato di conservazione ed esposto alla inclemenza delle stagioni”. L’opera fu così ceduta acquistata nel 1887 dallo Stato, come risulta dal cartellino apposto sul retro. Dopo essere stato esposto alla Mostra d’Arte Fiamminga e Olandese tenutasi a palazzo Strozzi nel 1947, il dossale fu depositato presso il Museo di San Matteo.
Il pannello centrale raffigura la Deposizione con i soccorritori e gli astanti in primo piano, mentre la veduta della città è relegata ai margini alti della tavola. I laterali a dossale aperto presentano i due ladroni sulla croce, a dossale chiuso due grisaille raffigurano a sinistra la Vergine e il Bambino e a destra San Giovanni Evangelista.
Ragghianti scrive che il Trittico, per il quale è stata avanzata da alcuni un’attribuzione a scuola spagnola, va ritenuto piuttosto opera germanica di eclettismo fiammingo. Stephan Kemperdick, curatore della Gemäldegalerie di Berlino, vi riconosce la mano del Maestro della leggenda di Godeleva, attivo a Bruges intorno al 1480-1500.
Le statuarie figure in grisaille, invece, riccamente panneggiate e inquadrate in nicchie architettoniche sembrano d’altra e migliore mano, sono state attribuite a Ambrosius Benson da Ragghianti, secondo il quale riflettono un grande modello probabilmente da David giovane.
I riferimenti fiamminghi del Trittico di Vicopisano si riscontrano nella pittura olandese degli anni Ottanta e Novanta del Quattrocento mutuata attraverso le sue silografie
In questo problematico Maestro di Vicopisano così difficile da capire e collegare ai pittori delle due culture che lo hanno formato, si osservano ben individuabili soluzioni strutturali e di condotta pittorica
L’intero Trittico è un blocco rettangolare, delimitato dai crocefissi e dalla grande croce centrale, è una struttura severa, dipinta con forti contrasti chiaroscurali, che si preoccupa di dare credibilità fisionomica ai volti dei personaggi, alle particolarità anatomiche dei nudi e alle cose.
Molti sono gli interrogativi che ci pone quest’opera singolare che incuriosisce anche per le presumibili peripezie nel tempo. Perché e come è stata affidata ad un pittore di Bruges l’esecuzione del verso di un Trittico di cospicua mole, come e quando è arrivato a Vicopisano, territorio prossimo a San Miniato al Tedesco che per cinque secoli era stato un importante punto di forza dell’Impero. Il trasporto a Firenze, forse in seguito alla soppressione di una comunità religiosa e, dopo la guerra, la restituzione al Museo di Pisa sono le traversie di queste tavole
Informazioni sullo stato della conservazione
Il supporto è costituito da assi sottili in legno di rovere di circa 1,5 cm di spessore. La pala centrale è dotata di traverse sul retro, mentre gli sportelli laterali, essendo dipinti su ambo le facce, ne sono sprovvisti. L’opera doveva essere inserita in un telaio e i due pannelli laterali dovevano essere imperniati su cardini che ne consentivano l’apertura e la chiusura. Il pannello centrale è costituito da sei assi disposti verticalmente e i laterali da tre ciascuno.
Gli strati preparatori e pittorici sono molto sottili. Sono presenti dorature probabilmente a missione, nelle aureole, nelle vesti e nei particolari delle armi dei soldati che sorreggono i cartigli.
L’opera si presenta in cattivo stato di conservazione. Sono presenti ampie fenditure del supporto e numerosi sollevamenti degli strati preparatori e pittorici. Inoltre sono numerose e diffuse le lacune di colore nonché le abrasioni, i graffi e gli accumuli di materiali filmogeni superficiali alterati. In un precedente intervento inoltre, per tentare di risolvere il problema dei distacchi di film pittorico, sono state effettuate numerose fermature utilizzando una quantità eccessiva di cera: ne sono ben visibili gli accumuli opalescenti presenti su gran parte della superficie e in spessore rilevante. Inoltre sono state effettuate in passato maldestre prove di pulitura nonché numerose integrazioni con campiture fuori tono e debordanti sull’originale.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
L’opera dopo il restauro tornerà in esposizione nel Museo nazionale di San Matteo che osserva il seguente orario:
da martedì a sabato, dalle 9:00 alle 19:00 (ultimo ingresso 18:30).
Domenica e festivi dalle 9:00 alle 13:30 (ultimo ingresso 13:00)
Chiuso lunedì