Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Le vicende storiche della porta di Sant'Antonio sono strettamente connesse a quelle del Cassero di Sant'Antonio, che, insieme al Cassero di Sant'Angelo, era parte integrante del sistema difensivo che aveva il suo fulcro nella fortezza papale di Porta Sole, commissionata dall'Abate di Monmaggiore su progetto di Matteo di Gattapone nel 1373. L'Abate di Monmaggiore era il nome con il quale fu noto in Italia Gherardo du Puy, abate del monastero benedettino di Marmoutier, presso Tours. Nominato nel 1372 governatore di Roma, del ducato di Spoleto e d'altri feudi da Gregorio XI, fu fortemente inviso ai Perugini, che nel 1375 gli si ribellarono assediandolo nella rocca.
La Fortezza di Porta Sole venne demolita a partire dal 1375, mentre il cassero di Sant'Antonio fu demolito nel 1424, insieme a quello di Porta Sant'Angelo, per fornire mattoni alla Piazza del Sopramuro e le pietre ai frati di San Domenico per la loro chiesa. Le muraglie in cotto che si vedono oggi dipartire dalla porta per proseguire lungo le vie Cialdini e Brugnoli furono ricostruite, anche sopra i ruderi delle mura del Cassero, come difesa contro gli attacchi del duca d'Urbino nel 1519.
Per quanto riguarda la Porta Sant'Antonio, questa sostituì un'anteriore porta già esistente nel 1273, ricavata nel tracciato delle mura urbiche medievale sul versante settentrionale di esse. L'assetto attuale della Porta di Sant'Antonio reca tracce evidenti di ambiti murari ad essa addossati, specialmente nel lato esterno alle mura, che testimoniano le complesse trasformazioni architettoniche subite, continuate fino ai primi decenni del XX sec., come testimonia l'immagine di seguito riportata.
Informazioni sullo stato della conservazione
In entrambe le facciate la Porta presenta una muratura in opera mista formata da conci in travertino ed in arenaria, mentre la parte sommitale è realizzata con muratura in mattoni. Mentre le parti in travertino, per l’intrinseca struttura del materiale e per interventi recenti di pulitura, appaiono meno aggredite da agenti biologici e da alterazioni cromatiche dovute all’azione di agenti inquinanti, le parti in arenaria presentano un cattivo stato di conservazione dovuto a lacune e scagliature diffuse, riscontrabili anche a carico delle stuccature in malta cementizia e dei paramenti in laterizio. Particolarmente evidenti sono i fenomeni di alterazione cromatica e la presenza di vegetazione infestante. Sembra essere compromesso anche il bauletto di protezione sommitale.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Sempre visibile