Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Monumento ai caduti di Fonte San Giovanni
Il Monumento ai caduti ponteggiani è situato a Perugia, frazione Ponte San Giovanni, in via del Ponte Vecchio.
Il monumento, a perenne memoria dei caduti di Ponte San Giovanni e Pieve di Campo, nel corso dei conflitti mondiali è situato in una area verde, che nel corso del tempo ha subito delle modifiche. Alle spalle del monumento, che ha resistito ai bombardamenti del 1944, c’è un cartello che riporta l’immagine e la descrizione della prima sistemazione dell’area che in origine era delimitata da recinzione . Ora ci sono pilastri di cemento con catene di ferro ai lati.
Realizzato nel 1921 in travertino è a forma piramidale con quattro lastre commemorative poste su altrettanti lati. Il simbolo che lo rappresenta è una lampada votiva in vetro a forma di fiamma sulla cuspide del monumento.
Fonte di San Francesco
Il nome di Fonte di San Francesco, deriva dal fatto che nel 1202 San Francesco si fermato presso la fonte per dissetarsi e lavarsi le ferite prima di essere portato in catene al carcere di Perugia dopo la battaglia di Collestrada.
Le prime notizie relative alla costruzione della fonte, ci vengono tramandate da un manoscritto di Giuseppe Belforti, che la nomina già così nel 1297 e in cui ricorda che fu ordinato che si ristrutturasse la fonte: “in strada publica, qual vodit ad pontem S. Jannis in villa casa palie”.
Detta fonte è alimentata da una sorgente, una volta purissima e ricca di virtù salutari, proveniente dal soprastante Montevile che doveva far parte di un complesso termale romano.
Da una delibera del Consiglio Comunale del 8 maggio 1871, risulta che la fontana, nonostante fosse già stata restaurata nel 1700, era nuovamente in rovina, poiché si dice: che l'acqua è stata usurpata e la fonte demolita, venga rivendicata e ripristinata all'uso pubblico.
Informazioni sullo stato della conservazione
Monumento ai caduti di Fonte San Giovanni
Dall’esame visivo, la lapide, costituita essenzialmente da travertino, è alterata dal tipico degrado che aggredisce le opere lapidee esposte all’aperto.
Sono presenti estese macchie di annerimento dovuta alla presenza di depositi biologici e da formazione di colonie di microorganismi. Le lastre in travertino si presentano leggermente divelte ed una ha un evidente fessurazione. Gli elementi in ferro, che sostengono la lampada votiva presentano tracce di ossidazione.
Fonte di San Francesco
Dall’esame visivo, la fontana si presenta in discreto stato di conservazione.
Tutto il prospetto, costituito nella parte bassa in laterizi mentre nella parte sommatale intonacata, presenta un leggero annerimento, localizzato con maggiore intensità in circoscritte zone, è derivato da deposito superficiale di polvere e materiale incoerente trasportato dal vento oltre che da smog.
Tutto il prospetto è interessato da erosione del materiale lapideo con isolati fenomeni di disgregazione e distacco dello stesso. Allo stesso modo i tre bacini in travertino sono interessati dallo stesso fenomeno di erosione, come pure le formelle soprastanti raffiguranti protome antropomorfe
Sotto i tre rubinetti, in corrispondenza del paramento in laterizi, si nota uno sbiancamento del materiale lapideo con relativa formazione di patina biancastra generata da efflorescenza localizzata. Questa, in corrispondenza del bordo inferiore si presenta esfoliata specialmente dove il materiale risulta imbibito.
Contestualmente si nota la formazione di patina biologica si in questa zona, sia in corrispondenza dei bacini in travertino. La stessa patina, ma sotto forma di muschio, di colore verde chiaro e scuro, si nota nella parte intermedia all’altezza della zona in cemento, nella parte sommatale costituita in laterizi e nella parte inferiore all’altezza del grande bacino di raccolta dell’acqua (che si presenta vuoto come le tre vaschette) Il fondo della vasca è anch’esso interessato da deposito di microflora algale.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
I beni sono entrambi visibili e fruibili.