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Raccolta realizzata a seguito della Risoluzione n. 136/2017 dell'Agenzia delle Entrate

Attività principali dell'istituzione

Il Polo Culturale Le Clarisse ha sede nell’ex Convento di Santa Chiara di Grosseto, complesso sorto alla fine del Cinquecento e ampliato nel Seicento. Abbandonato dalle religiose nel tardo Settecento, l’edificio ebbe usi diversi: dapprima residenza per i dipendenti dell’ospedale, poi luogo di creatività con abitazioni e studi d’artista. Acquisito dal Comune nel 1995, è stato oggetto di importanti restauri all’inizio del nuovo secolo. Oggi, insieme alla contigua Chiesa dei Bigi, rappresenta un polo culturale vivace che unisce memoria storica e funzioni contemporanee, ospitando quattro istituzioni: il Museo Collezione Gianfranco Luzzetti, Clarisse Arte, il MUSEOLAB e la facoltà di Scienze Storiche e del Patrimonio Culturale del Polo Universitario Grossetano.

Al piano terra si trova il Museo Collezione Luzzetti, inaugurato nel 2019 grazie al lascito dell’antiquario Gianfranco Luzzetti. Il nucleo principale riguarda l’arte fiorentina del Seicento, valorizzata nella cornice del monastero coevo: tra gli artisti figurano Pier Dandini, Santi di Tito, Cigoli, Passignano, Martinelli, Vignali, Curradi, Vanni e Pietro Tacca. Sono presenti anche opere della scuola romana (Spadarino, Passeri, Rusconi), dipinti del Nord Italia (Montalto, Panfilo Nuvolone), capolavori settecenteschi di Giaquinto e Lombardi e paesaggi ottocenteschi di Maffei e Markò.

Al primo piano si sviluppa Clarisse Arte, spazio espositivo e centro di documentazione con biblioteca, archivio artisti, mediateca e deposito delle collezioni pubbliche. Le opere, esposte a rotazione, seguono nuclei tematici: la ricerca sulle origini del territorio; i maestri del realismo, con lavori di Levi, Treccani, Grazzini e altri autori locali; le donazioni private, come la donazione Tarquini (Bueno, Guttuso, Festa, Maccari, Schifano); e il lascito Celtracon, dedicato alle ricerche artistiche degli anni Novanta.

Al secondo piano ha sede il MUSEOLAB, gestito dalla Fondazione Polo Universitario Grossetano e dall’Università di Siena, nato dagli scavi archeologici urbani condotti tra il 1998 e il 2003. Il museo raccoglie reperti originali e ricostruzioni che raccontano la storia di Grosseto e del suo territorio. Nello stesso piano si trova la facoltà universitaria di Scienze Storiche e del Patrimonio Culturale, completando la vocazione culturale e formativa delle Clarisse.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 95.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto Design Funzione Arte 2026, curato da Alessandro Corina, propone un percorso culturale che attraversa un anno di attività – da marzo a ottobre – dedicato al rapporto tra ingegno umano, artigianalità e creatività contemporanea. L’idea alla base dell’edizione 2026 è raccontare la “visione artigianale” come filo conduttore che unisce la manualità del passato alle innovazioni del presente, sottolineando come il sapere artigiano sia da sempre un patrimonio condiviso e un motore di sviluppo per la comunità.

L’evento si sviluppa in tre diversi “concept”, ciascuno pensato per affrontare un aspetto del dialogo tra design, funzione e arte.

La prima sezione, dedicata al design, prevede una mostra al MAAM (Museo Archeologico e d'Arte della Maremma) dove oggetti contemporanei ispirati alla cultura etrusca – realizzati da Bosa Ceramiche, eccellenza italiana del settore – vengono accostati ai reperti antichi del museo, creando un confronto visivo e conceattuale che invita a riflettere sull’evoluzione dei linguaggi estetici.

La fase dedicata alla funzione ruota attorno a una tavola rotonda con un imprenditore italiano capace di valorizzare l’intelligenza artigianale nei processi produttivi. Il dialogo, guidato da un moderatore, esplora come l’etica del lavoro e la cura del dettaglio siano elementi centrali nel mantenere viva e contemporanea la tradizione manuale.

Il terzo momento, dedicato all’arte, affida al regista Virgilio Villoresi la realizzazione di un cortometraggio in stop motion che narra il legame tra passato e presente attraverso un immaginario poetico e artigianale. Il video, concepito come una vera opera d’arte, diventa anche strumento di promozione dei valori etici e culturali del territorio.

Il progetto si poggia su una struttura organizzativa consolidata dall’esperienza delle edizioni precedenti che hanno registrato grande partecipazione di pubblico, ampia copertura mediatica e il sostegno di numerosi partner istituzionali e privati. L’obiettivo del 2026 è accrescere ulteriormente il livello qualitativo dell’evento, rafforzando la sua capacità di raccontare, attraverso linguaggi diversi, la forza dell’artigianalità come patrimonio identitario e risorsa innovativa per il territorio.