Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Edificata sulle preesistenze di una cappella medievale dedicata a San Leonardo di Noblac poi dismessa già a partire dal XV secolo, la chiesetta di Lovari venne costruita per espressa volontà della popolazione locale che, in seguito a un significativo incremento demografico registrato sul finire dell’Ottocento, avvertiva con urgenza la necessità di una chiesa ad uso della comunità locale.
Non ci sono riscontri documentali che possano avvalorare il reimpiego di materiale edilizio proveniente dall’oratorio tardo settecentesco di proprietà della famiglia Antonelli di Campretto, mentre è ben documentata l’edificazione della chiesa sotto la direzione del capomastro Antonio Toso (1863- 1943) negli anni compresi tra il 1894 e il 1902, con il contributo determinante dato dalla popolazione locale.
La costruzione, tuttavia, venne portata a termine solo negli anni successivi con il completamento del pavimento (1900), del soffitto e della facciata (1902); una nota redatta nel 1943 costituisce un termine post quem per la realizzazione degli affreschi nella crociera del presbiterio, tuttora visibili sebbene in precario stato di conservazione. Nel 1952 si mise in opera il paliotto d’altare con il tabernacolo, entrambi provenienti dalla vicina chiesa di Tombolo e contestualmente venne rialzata la nicchia che ospitava una statua lignea della Vergine con il Bambino. In ragione delle mutate esigenze della comunità in crescita, negli anni Sessanta venne avviata l’edificazione di una nuova chiesa: l’oratorio di Lovari venne così progressivamente dismesso, chiuso al culto nel 1965 e sconsacrato il 6 aprile 1983.
Nel settembre del 2005, in ragione del forte valore identitario che il piccolo oratorio riveste nella storia locale, esso è stato acquisito dal Comune di San Martino dei Lupari e sottoposto a un progetto di restauro conservativo che ha interessato il rifacimento del tetto e il recupero dei paramenti murari compromessi. L’obiettivo perseguito è quello di restituire la chiesetta di Lovari alla fruizione della comunità attraverso la sua conversione a spazio culturale, in continuità con il progetto di riqualificazione del centro storico ottocentesco della frazione.
L’articolazione degli spazi si caratterizza per una semplicità delle linee e delle partiture che richiamano la sobrietà delle costruzioni neoclassiche; tale essenzialità di impostazione si riflette anche all’esterno: i paramenti murari, in mattoni pieni intonacati a calce, sono interrotti solo dall’apertura di due finestre a lunetta sui lati della navata, due nel vano presbiteriale, e conclusi da una cornice che percorre l’intero perimetro della costruzione.
Informazioni sullo stato della conservazione
La costruzione della chiesetta ebbe inizio ne 1894 utilizzando parte del materiale edilizio recuperato dalla demolizione del settecentesco oratorio di Campretto (frazione di San Martino di Lupari).
Sotto la guida del capomastro Antonio Toso, la chiesa venne costruita tra il 1894 1986 e grazie al ritrovamento di un documento scritto di proprio pugno dallo stesso Toso è possibile risalire alle fasi più importanti della costruzione:
- 1884 inizio lavori,
- 1886 edificio al grezzo,
- 1898 intonacatura interna ed esterna,
- 1902 si concludono i lavori con la realizzazione del soffitto e le modanature sulla facciata,
- la chiesetta viene utilizzata per le funzioni religiose fino al 1965,
- a seguito della costruzione di una nuova Chiesa, l’edificio rimane inutilizzato e lasciato in totale abbandono.
- Nel 1985 viene acquistato dalla famiglia Villatora per farne un magazzino agricolo.
Nel 2005 il comune di San Martini di Lupari ne acquista la proprietà con l’obbiettivo di restauro per farne uno spazio pubblico ad uso culturale.
Nel 2009 a fronte dell’evidente stato di precarietà del tetto, il Comune elabora un progetto, ottiene il benestare da parte della Soprintendenza beni ambientali e architettonici di Venezia ed esegue i lavori di salvaguardia e consolidamento dell’edificio.
Lavori eseguiti a salvaguardia:
- Attraverso la tecnica dello “scuci-cuci” le murature sono state riportate alla loro originale solidità
- L’intonacatura esterna, completamente mancante o degradata è stata ripristinata quasi totalmente, ad esclusione di un metro alla base per tutto il perimetro esterno, con l’utilizzo di bio-calce e con tecniche di posa tradizionali.
- La struttura del tetto, ad esclusione del presbiterio e dell’abside, è stata completamente rinnovata attraverso la sostituzione delle capriate.
- È stato rifatto il soffitto, come in originale, con tavelle in cotto a vista.
e di conseguenza anche il manto di copertura con coppi in cotto di Possagno.
- La copertura è stata completata con la posa in opera di tutte le opere di lattoneria di rame.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
L'immobile sarà destinato ad accogliere attività di interesse culturale, sociale e ricreativo.
La fruizione dei locali sarà subordinata alle attvità programmate

