Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Collocata sullo sfondo della piazza del Campidoglio, la fontana vanta una storia piuttosto complessa legata alle vicende di una delle piazze più importanti di Roma, sede dal XII secolo del Comune cittadino.
Quando nel 1538 ha inizio la sistemazione urbanistica ideata da Michelangelo, sulla piazza erano già presenti le due colossali statue marmoree raffiguranti il Nilo e il Tigri (poi trasformato in Tevere con l’aggiunta della lupa e dei gemelli), che nel 1543 Buonarroti collocò su due plinti ai piedi della nuova scala di palazzo Senatorio, ai lati dell’altissima nicchia centrale destinata ad accogliere nel 1583 una colossale statua di Minerva.
Nessuna fontana era prevista all’epoca nell’area, in quanto il Campidoglio rimase privo di acqua corrente fino alla costruzione dell’acquedotto Felice, realizzato per volontà di papa Sisto V (1585-1590), opera alla quale l’Amministrazione Capitolina partecipò con l’acquisto di cento once di acqua da destinare al colle e poter costruire nuove fontane pubbliche. Solo nel 1588 Matteo Bartolani da Castello fu incaricato di progettare una fontana monumentale sulla piazza, tramite un concorso voluto dallo stesso Sisto V inteso a magnificare anche sul Campidoglio la grande impresa idraulica, come testimoniano alcune iscrizioni sul palazzo Senatorio.
La fontana è costituita da un doppio bacino in marmo a pianta mistilinea, collocato tra le due statue del Nilo e del Tevere, decorato semplicemente da cinque stemmi, che si inserisce sulla piazza in forma discreta e rispettosa del disegno michelangiolesco. Nel 1593, infine, la statua di Minerva nella nicchia centrale fu sostituita con una statua in porfido e marmo di epoca domizianea, di piccole dimensioni, raffigurante una Minerva, posta al di sopra di un basamento costituito da tre basi sovrapposte, che fu reinterpretata come Dea Roma.
Informazioni sullo stato della conservazione
A 25 anni dall’ultimo restauro, la fontana si trova in cattivo stato di conservazione e presenta criticità relativamente all’impianto idrico, soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento delle acque, causa della prolungata chiusura del flusso idrico.
Sulle superfici in marmo, sono presenti depositi di particellato atmosferico e materiale inquinante, patine biologiche e incrostazioni calcaree, queste ultime concentrate soprattutto sul bordo della vasca superiore, dove raggiungono lo spessore di diversi millimetri. Molte stuccature sono deteriorate e alterate cromaticamente. Alcune infiltrazioni d’acqua sono presenti sul monumentale bordo della vasca inferiore e alla base della fontana, sono dovute al degrado della impermeabilizzazione dei due bacini. Depositi di particellato inquinante e sono presenti sulla statua e sul retro del basamento, mentre il piedistallo presenta anche perdita della rubricatura della iscrizione. Sono inoltre riscontrabili ossidazione delle parti in metallo.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Aperta al pubblico