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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

La villa marittima di Quinto Ortensio Ortalo, il grande retore di età repubblicana, abbraccia l’intero banco tufaceo di Cento Camerelle e declina, col suo insieme di terrazze e portici, verso la Marina del Poggio e la Marina Grande di Bacoli, una costruzione enorme che, una volta entrata a far parte della proprietà di Nerone, fu arricchita di un impianto termale ancora oggi riconoscibile e di ambienti mosaicati. Della villa fu ospite l’imperatrice Antonia Minore, madre dell’imperatore Claudio. Agrippina, madre di Nerone, fu ospite di questa straordinaria residenza pochi giorni prima di essere uccisa.

Informazioni sullo stato della conservazione

La pars maritima della villa, per effetto del bradisismo, si trova oggi in ambiente subacqueo, a circa 2-3 m sotto il livello del mare. Si conservano ambienti monumentali di carattere termale in fondazione e in elevato, e lacerti di mosaico a circa 150 m dalla costa, solo di recente individuati.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

La villa si trova in area demaniale, interdetta all’ancoraggio e alla navigazione; accessibile dalla spiaggia di Marina Grande e fruibile liberamente in modalità snorkeling.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 15.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto prevede il rilievo aggiornato 3D e un multibeam, dove le quote batimetriche lo consentano, per rilevare eventuali anomalie presenti sul fondale, probabile indizio della presenza di strutture archeologiche non altrimenti documentate sotto la sabbia, di tutta la parte marittima della villa stimata in circa 60.000 mq (250 m per lato).

Lo scavo archeologico subacqueo sarà orientato invece nella zona a SE dello specchio d’acqua, più prossima alle propaggini per promontorio di Cento Camerelle e alla scogliera moderna, dove, a circa 10 m ad est, su una batimetrica di -2.50 m slm, sono stati individuati due lacerti di mosaico, pertinenti ad ambienti non altrimenti documentati. Si tratta di un tessellato bicromatico, essenzialmente bianco, con motivi ornamentali e bordature in nero, pertinenti al rivestimento pavimentale di almeno due ambienti, separati da un setto murario in opera reticolata. Il mosaico è stato intercettato, a seguito di segnalazione e poi ricognizione sul posto, su un’area di 1 mq circa. Il progetto prevede appunto l’ampliamento della superficie d’indagine, con scavo archeologico mediante pulizia del fondale, spostamento delle macerie superficiali e sorbonatura accurata del deposito sabbioso che copre i mosaici. Si procederà poi con la valutazione del più idoneo intervento di recupero e consolidamento delle superfici decorate e conservazione delle stesse con tnt e sacchi di sabbia.

Occorre prevedere:

  • noleggio di gommone, bombole, sorbona;
  • delimitazione dell’area d’intervento con boe legate da cime
  • coinvolgimento di personale tecnico specializzato OTS e restauratori
  • acquisto di beni e forniture per lo scavo archeologico (sacche, buste, sassole, lavagne subacquee, ecc)