Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Sull’aguzzo sasso chiamato Pietra dell’Uso, che si erge al centro di una piccola conca costituita dalla biforcazione del fiume Uso di Tornano, sorge l’antica Pieve della Natività di Santa Maria, facente parte dell’abitato Pietra dell'Uso - anticamente “Castrum Petrae Bizingorum” - un nucleo rurale ormai abbandonato, posto a 8 km di distanza da Sogliano al Rubicone. La chiesa si staglia sull’Oasi Naturalistica di Montetiffi, non lontano dall’Abbazia benedettina di San Leonardo e dalla Chiesa di San Benedetto di Vernano. Il fascino del luogo è rimasto intatto dopo tanti secoli. Alcuni terrazzamenti in muratura fanno propendere per l’ipotesi che in origine a Pietra dell’Uso, precedentemente all’edificazione della chiesa, esistesse un edificio con funzioni militari, forse una torre di guardia con relativa cortina di difesa. Il sito si trova infatti in posizione dominante rispetto al fiume Uso. In seguito questo assetto si evolvette adeguandosi alle esigenze della comunità, motivo per cui, più tardi, dovette nascere la chiesa, nei pressi della quale è esistita la scuola del borgo.All’origine del nome “Castrum Petrae Bizingorum” c’era probabilmente la famiglia nobile dei Bizinghi che possedeva – e forse costruì – il castello prima del 1102, anno in cui risultava appartenere a Rinaldo de’ Bizinghi. Tracce della cinta muraria sono ancora visibili. Il cardinale Anglico nel 1371, nella sua Descriptio Romandiole, così riporta: “Petrebizingorum est super quodam sasso forti in quadam valle et habet Turrum fortem” (Pietra dei Bizinghi è posta sulla roccia in una valle ed ha una forte torre”). Tra il XIV e il XVI secolo la località transitò sotto il dominio della signoria dei Guidi di Bagno, dello Stato Pontificio e poi di Giacomo Malatesta, Signore di Roncofreddo e Montiano.La Pieve della Natività di Santa Maria ha una datazione non precisabile, ma l’origine è quasi certamente medievale. Si erge arroccata sul picco calcareo da cui prende il nome, scolpita nel cuore della pietra, a guardia della vallata del fiume. La presenza silenziosa del suo slanciato campanile, che sembra fungere da sentinella, caratterizza in modo suggestivo il paesaggio scosceso e boschivo. In effetti, la località soglianese di Pietra dell’Uso, con la sua pieve e la stupefacente posizione in cui sorge, costituisce uno degli elementi più rimarchevoli fra le strutture paesaggistiche e storiche dell’alta valle dell’Uso.Un borgo in pietra, un castello e una pieve, che però andarono incontro a una lenta e inesorabile decadenza. La pieve, attiva come chiesa parrocchiale fino agli anni ’60, è caduta in disuso a causa dello spopolamento.
Informazioni sullo stato della conservazione
La chiesa di Pietra dell'Uso è costuita da un manufao arroccato sopra un masso di roccia calcarea orientato in direzione Est-Ovest, la cui natura ha creato seri problemi struurali provocando un preoccupante quadro fessuravo dell'intero complesso. Dopo l'acquisizione del 2006 fu eseguito il puntellamento dei piedri e una protezione delle coperture. La costruzione è a pianta quadrangolare, con una superficie di circa 200 metri. Anche la cappella è a pianta quadrangolare. La facciata a capanna è contrassegnata da una lunetta centrale. Il lato sud presenta finestre non allineate e sembra aver ospitato l’antico ingresso. Attualmente l’accesso avviene mediante una rampa. La Chiesa è stata interessata dal crollo della copertura, nonostante ciò, risulta ancora evidente la solidità della struttura. L’interno, a un’unica navata, seppur devastato manifesta ancora un’eleganza settecentesca, mediata dalle cornici e dalle paraste del presbiterio. La superficie è completata da un abside centrale e due cappelle laterali, mentre alle pareti sono affisse alcune lapidi. La parte della chiesa in cui trovavano posto i fedeli era coperta da un soffitto a capriate lignee.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Attualmente non fruibile