Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Nel 1476 la Signoria concesse allo Spedale di S. Maria Nuova un terreno in prossimità dell'Arno, appena fuori le mura, perché vi costruisse un lazzaretto per gli appestati, che venne intitolato a San Sebastiano. Nel 1529, in seguito all'assedio posto alla città dalle truppe imperiali, fu deciso di abbattere tutti gli edifici fuori delle mura per un raggio di tre miglia. Il terreno fu allora concesso a due comunità di monache francescane, quella di Santa Maria Annunziata di Monticelli e quella di Santa Maria Assunta di Montedomini (Monte del Signore), che avevano dovuto abbandonare le sedi primitive situate al di fuori delle mura cittadine; le comunità vi edificarono due monasteri contigui, prospicienti Via De' Malcontenti. Agli inizi dell'Ottocento, a seguito delle vittorie napoleoniche, la Toscana passò direttamente sotto il dominio francese. Con una ordinanza del 29 aprile del 1808 Napoleone decise la soppressione di tutti i conventi, tranne quelli di utilità civile, e tutto il patrimonio relativo venne affidato al Demanio. Fu allora che i due conventi vennero unificati e ridotti a "Deposito di Mendicità", destinato a reprimere la piaga dell’accattonaggio mediante l’accoglienza e l’aiuto dato ai poveri che dovevano sostenersi col frutto del loro stesso lavoro. Sorsero così a Montedomini filature di lana, canapa e lino, una bottega di calzolaio, una di fabbro e una di falegname.
Col ritorno dei Lorena l’ospizio, che allora ospitava giovani rei di piccoli delitti, usciti dalle carceri e dal reclusorio, fu oggetto di profonde riforme che approdarono, nel 1816, alle nuove disposizioni che lo ridenominarono “Pia Casa del Lavoro” (detta di Montedomini) e ne stabilirono le attività secondo un triplice scopo: accogliere i poveri, invalidi e anziani nell’ospizio; servire da reclusorio per gli arrestati come questuanti; svolgere attività di casa di educazione per fanciulli e fanciulle povere.
Con l'avvento del Regno d'Italia, per decreto regio, la Pia Casa fu riconosciuta come "Opera Pia".
Dopo il 1966, a seguito dell'alluvione dell'Arno, gran parte dell'edificio venne abbandonata e da allora l'Istituto venne riservato all'accoglienza degli anziani.
Nel 2006, in attuazione della Legge 328/2000, la Regione Toscana ha trasformato l'Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficienza "Pia Casa di Montedomini" in Azienda Pubblica dei Servizi alla Persona Firenze Montedomini.
L'intero complesso architettonico è compreso fra le seguenti strade: Via Malcontenti, via delle Casine, via Pietro Thouar e Viale Giovine Italia.
Informazioni sullo stato della conservazione
L'intero complesso è suddivisibile in più porzioni, anche in relazione all'utilizzo e allo stato di manutenzione.
Circa il 50% del complesso è attualmente utilizzato quale sede dell'ASP Firenze Montedomini e dei sevizi di accoglienza per anziani in regime residenziale.
Una porzione è stata ceduta ll'Azienda Sanitaria Toscana Centro per l'erigendo Distretto Sociosaniatario per il Centro storico di Firenze.
Una porzione prospiciente il lato su via Pietro Thouar è stata individuata quale sede per la realizzazione di un progetto di residenzialità per anziani fragili denominato "Villaggio Montedomini", approvato dalla Regione Toscana con DGRT nr 1132 del 28/10/2021.
La porzione dell’immobile oggetto dell’intervento, costituita da due piani fuori terra, risulta attualmente in disuso e presenta evidenti segni di deterioramento dovuti allo stato di abbandono. Il degrado risulta evidente soprattutto nelle zone soggette a copiose infiltrazioni delle acque meteoriche con conseguente ammaloramento anche delle strutture secondarie oltre a tutte le finiture.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
L'area destinata al "Villaggio Montedomini" sarà aperta alla cittadinanza, compatibilmente alle misure di sicurezza delle aree soggette a cantiere, previo appuntamento da concordare col Servizio Patrimonio dell'ASP Montedomini.