Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Monumento medioevale più rilevante e meglio conservato nel Polesine, il castello di Arquà è sopravvissuto a tutte le fortezze costruite lungo il Canalbianco, che in quel tempo era la via d'accesso principale.
Il complesso si compone di una torre merlata medioevale (suddivisa in tre piani), di un corpo di fabbrica che si apre verso il cortile con tredici arcate seicentesche, dal granaio e dalle scuderie.
Conserva ancora il fossato tutto intorno e per accedervi occorre superare un ponte, non più levatoio, ma sufficiente a richiamare l'originaria sensazione di accesso al castello.
Nel castello di Arquà rivive in una sala, sulle quatto pareti, in un affresco cinquecentesco, il mito di Fetonte, figlio del Sole, che drammaticamente finì la sua vita sulle rive del fiume Po, un tempo Eridano.
Fetonte, auriga inesperto, dopo mille suppliche ottenne dal padre il carro infuocato; con esso si lanciò nel cielo senza poi più riuscire a tenere a freno i focosi destrieri. Salì altissimo, lasciando un segno nella volta azzurra, la Via Lattea. Scese poi altrettanto rapido sulla terra provocando gravi ustioni che diedero origine ai deserti.
Zeus, per scongiurare altre catastrofi, colpì con un micidiale fulmine il carro impazzito che cadde lungo la sponda sinistra dell'Eridano dove Fetonte morì. A lungo lo piansero le sorelle, le Eliadi, le quali tanto sostarono nella golena che si trasformarono in pioppi e le gocce dorate delle loro lacrime si trasformarono in ambra.
Informazioni sullo stato della conservazione
L’immobile necessita di un articolato intervento di manutenzione, protezione e restauro, finalizzato al ripristino delle condizioni di sicurezza, funzionalità e accessibilità, nel rispetto delle normative vigenti e della tutela del patrimonio storico. In particolare:
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Consolidamento strutturale: tre archi delle barchesse risultano attualmente centinati e necessitano di interventi di rinforzo a partire dalle fondazioni.
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Copertura: il manto presenta infiltrazioni diffuse e deve essere urgentemente ripassato per garantire la tenuta all’acqua e la protezione delle strutture sottostanti.
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Accessibilità verticale: le scale di accesso al piano primo non sono conformi alle normative di sicurezza e devono essere integralmente rifatte. Anche il montacarichi risulta non conforme e necessita di sostituzione.
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Impianto antincendio: non funzionante e da rifare integralmente secondo le prescrizioni vigenti.
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Impianto di trattamento dell’aria: non certificato e non idoneo alla destinazione d’uso dell’immobile; si rende necessario il rifacimento completo.
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Impianto elettrico: non conforme alle normative CEI e da rifare integralmente.
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Servizi igienici: si rende necessaria la messa a norma degli impianti esistenti e l’integrazione di nuovi servizi igienici, al fine di garantire la piena funzionalità e l’adeguamento alle normative sanitarie e di accessibilità.
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Infissi: in stato di conservazione precario, in particolare sul lato ovest, e da sostituire con elementi compatibili con il contesto storico.
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Barriere architettoniche: da abbattere in alcune zone per garantire l’accessibilità universale e l’utilizzo dell’immobile da parte di persone con disabilità.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Le sale affrescate del complesso non sono attualmente accessibili al pubblico, in quanto prive del Certificato di Prevenzione Incendi e delle ulteriori certificazioni di sicurezza e conformità impiantistica previste dalla normativa vigente. La riapertura al pubblico sarà possibile solo al termine degli interventi di ristrutturazione e messa a norma, che includono il rifacimento degli impianti, l’adeguamento delle vie di esodo e il ripristino delle condizioni di sicurezza e fruibilità.
Anche tutti gli altri locali delle barchesse, attualmente non fruibili, saranno aperti al pubblico una volta conclusi i lavori di consolidamento strutturale, adeguamento impiantistico e abbattimento delle barriere architettoniche, al fine di garantire una piena accessibilità e valorizzazione dell’intero complesso.