Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
LA CHIESA DEL ROSARIO
L’attuale Chiesa del Santo Rosario risale al XIX secolo e la sua facciata è spartita in due ordini principali: quello inferiore, pur impreziosito dal portale manierista della chiesa precedente, è piuttosto semplice e coronato da un lunotto in trachite rossa con l’immagine della Madonna col Bambino. L’ordine superiore della facciata, più elaborato, appare fortemente condizionato dalle forme barocche della vicina Chiesa del Carmine: proprio in questa parte è ubicato il grande orologio commissionato nel 1875 dall’Amministrazione comunale di Bosa che ne detiene ancora la proprietà.
L’OROLOGIO PUBBLICO
Il grande orologio pubblico bifacciale, oggetto del presente intervento di restauro e valorizzazione, rappresenta un elemento assai caro alla cittadinanza bosana, oltre che risultare un oggetto di grande richiamo turistico e di forte impatto emotivo, anche per la sua posizione lungo il principale asse viario della città. Il “sistema orologio” è costituito da due parti fondamentali ed egualmente importanti: il quadrante bifacciale a “bandiera”, visibile dalla via pubblica e il meccanismo vero e proprio di movimento, ubicato all’interno: pur essendo evidentemente un unicum, le due parti che compongono l’orologio presentano forma, materiali, livello di degrado e modalità di restauro differenti.
- Il quadrante
Il quadrante ha dimensioni interne di 154cm x 177cm x h.173/204cm, con una sezione in pianta a base triangolare, supportata da due mensole in ferro battuto con motivi a ricciolo delle misure di 187 cm x 106 cm e da un puntone in tubolare di ferro centrale: la cassa aggettante è collegata al vano retrostante del meccanismo da una piccola porta di cm 70 x 140.
I due quadranti contrapposti sono realizzati in vetro opalino, anch’essi databili al 1875 - come riportato nel contratto stipulato tra la ditta Campazzi e il Comune di Bosa - realizzati dalla casa B. Morand di Parigi e divisi entrambi in due semicirconferenze (probabilmente per facilità di montaggio e manutenzione). Le lancette delle ore (circa 90 cm) e dei minuti (circa 67 cm), realizzate in ferro con un decoro terminale a foggia di piccolo sole, sono collegate al meccanismo mediante un doppio giunto cardanico e relativi alberi di trasmissione del movimento.
- Il meccanismo
Il meccanismo, di dimensioni 141cm x 48cm x 50cm, venne realizzato ad opera del costruttore Giovanni Campazzi di Novara, attivo in Sardegna anche a S.Antioco dove realizzò l’orologio della omonima basilica: il funzionamento si basa su un sistema di pesi in trachite posizionati a coppie sui due lati del meccanismo, sospesi a mezzo carrucole di scorrimento all’interno di due vani corsa verticali che, dal sommo della retrofacciata, arrivano sino a terra, per uno sviluppo di circa 10,00 m. L’intelaiatura è in ferro bronzato con ruote di movimento in ottone, tranne quelle dei “remontoirs” (riavvolgitori), realizzate in ferro fuso con pignoni in acciaio e grani in bronzo.
Informazioni sullo stato della conservazione
- Il quadrante
La struttura dei due quadranti versa in un avanzato stato di degrado, a causa della mancata manutenzione e per l’attacco organico dovuto ad insetti xilofagi e muffe, oltre che per l’aggressione atmosferica (sole, acqua e vento). L’insieme di queste concause ha provocato fenomeni di distacco di vernice, scollegamento meccanico degli elementi strutturali e ossidazione, rendendo particolarmente urgente ed improcrastinabile un accurato intervento di restauro, sia delle parti lignee che di quelle metalliche.
- Il meccanismo
Il meccanismo dell’orologio è parzialmente grippato a causa della mancata manutenzione e del sopraggiunto ossido e della ruggine, che ha colpito molte sue parti, fortunatamente non tutte.
La ruggine ha aggredito il metallo dei pignoni e dei piani dentati con la conseguenza del blocco parziale del motore e risulta bloccata anche la meccanica di collegamento del motore alla campana, mentre in migliori condizioni risultano la meccanica di trasmissione al doppio quadrante (giunti cardanici e cremagliere). Anche le aste di collegamento tra il motore ed i martelletti delle ore e dei quarti (5 martelli in tutto) risultano ossidate ed in qualche punto spezzate.
I quattro contrappesi in trachite di forma ogivale sono sospesi sui relativi vani corsa verticali mediante delle carrucole realizzate in ferro (sistema di cuscinetti a sfera) con rullo di scorrimento in tamburo di legno cavo, posizionati a mensola sul lato destro e sinistro del meccanismo; versano in pessimo stato di conservazione in quanto fortemente ossidati ed anche lesionati in più punti.
Occorre infine realizzare una nuova scala di accesso in quanto quella attualmente esistente impedisce la fruizione del meccanismo, anche ai più piccoli gruppi e, fatto ancor più grave, rende molto difficoltosa persino l’ordinaria manutenzione.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il quadrante è sempre visibile dal corso Vittorio Emanuele mentre il meccanismo, al termine del restauro e grazie alla realizzazione della nuova scala, potrà essere reso facilmente fruibile a piccoli gruppi, con un accesso contingentato.