I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.
L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 N.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio).
Raccolta realizzata a seguito della Risposta n. 20/2018 dell'Agenzia delle Entrate

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

 

Porta San Gennaro, posta di fronte al borgo dei Vergini, è una delle più antiche di Napoli. Nota dalle fonti sin dal 928, fu demolita e ricostruita una prima volta in epoca ducale e una seconda nel 1537 durante il vicereame spagnolo per volontà di Don Pedro di Toledo. La porta fu dedicata a San Gennaro poiché rappresentava un passaggio obbligato per raggiungere le catacombe del santo patrono.
Nel 1656, al termine di una violentissima epidemia di peste, il Consiglio degli Eletti di Napoli deliberò che su tutte le porte cittadine fossero dipinte immagini votive in segno di ringraziamento per lo scampato pericolo dalla pestilenza. L’esecuzione delle opere fu affidata a Mattia Preti, affermatosi in quegli anni come uno dei pittori di spicco nel panorama artistico cittadino. Dei sette affreschi per le sette porte napoletane, quello di porta San Gennaro è l’unico sopravvissuto e rappresenta un importante testimonianza per la conoscenza della produzione pittorica pretiana, la cui opera fu fondamentale per tanti artisti partenopei del tempo e dunque per la nascita della pittura barocca napoletana.
L’affresco rappresenta la Vergine Immacolata con il Bambino in braccio, affiancata da san Gennaro, san Francesco Saverio e santa Rosalia che intercedono per la fine del morbo.
La scena è divisa in due registri: in quello alto la Vergine col Bambino in mezzo a una gloria di Angeli poggia su una falce di luna, tipico attributo iconografico dell'Immacolata Concezione. Da un lato San Gennaro in paramenti vescovili tiene tra le mani l’ampolla di sangue e dall’altro lato San Francesco Saverio con il dito puntato verso il cartiglio con la scritta: S. FRANCISCUS XAVE... PATRONUS. Collocata in secondo piano in abito monacale è Santa Rosalia con una ghirlanda di rose che la incorona.
Nella parte bassa dell’affresco, sono raffigurate le disgrazie patite dagli abitanti della città flagellata dalla peste. A sinistra (ma oramai quasi illeggibile) è seduta sui gradini l’Allegoria della Peste raffigurata come una donna piena di piaghe e coperta di cenci colta nell’atto di mordere se stessa (simbolicamente un auto alimentarsi della malattia attraverso il contagio).
La storia conservativa dell’affresco appare molto travagliata: vent'anni dopo la realizzazione dell’edicola votiva, il dipinto fu danneggiato a causa del terribile terremoto del 1688, e nella metà del Settecento versava in un pessimo stato di conservazione. Alla fine dell'Ottocento si decise di restaurarlo, coprendolo con un composto di albume d'uovo e siero di latte che, combinandosi con il particellato atmosferico, lo rese quasi del tutto illeggibile.
L'ultimo restauro risale agli anni Novanta ma, oggi, la preziosa opera si presenta degradata e annerita per effetto degli agenti atmosferici inquinanti e della mancata manutenzione.

Informazioni sullo stato della conservazione

 

Le indicazioni sulle cause di degrado, sinteticamente riportate nella sezione “condizioni ambientali”, consentono di comprendere il degrado del
dipinto. Esso risulta diffusamente fessurato per la continua sollecitazione dovuta all’intenso traffico veicolare anche pesante che è responsabile,
altresì, della patina che lo offusca. L’alterazione dei protettivi ha interessato quasi tutta l’opera in forma di diffusa patina biancastra altrove
definita tecnicamente come “effetto Bloom”
Supporto (Fenomeni di degrado e probabili cause - Indicazioni specifiche: tipologia, localizzazione, estensione) fessurazione, soprattutto
perimetrale per sollecitazioni meccaniche da eventi tellurici e traffico veicolare connesse alla risposta asincrona di parti dell’edificio che hanno
struttura, forma e dimensioni differenziate.
Strati preparatori (Fenomeni di degrado e probabili cause - Indicazioni specifiche: tipologia, localizzazione, estensione) fessurazione diffusa da
sollecitazioni meccaniche connesse ad eventi tellurici e traffico veicolare che hanno insistito sulle linnee di separazioni delle stratificazioni del
complesso muratura-arriccio-intonaco-intonachino.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

L'opera è sempre fruibile ai cittadini napoletani, ai turisti e ai curiosi che ogni giorno passano per porta san Gennaro con il naso all'insù

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 35.500,00 €

 slide
 slide
 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

RESTAURO DEL DIPINTO MURALE di Mattia Preti Soggetto: "Immacolata Concezione con Bambino in braccio e Angeli, sul lato a sinistra S. Gennaro e dall’ altro lato S.

Francesco Saverio, nella parte bassa del dipinto e raffigurata una donna nuda impiagata con cenci in testa."

EPOCA 1656

TECNICA AFFRESCO

PROGETTO DI RESTAURO a cura dell'Associazione Restauratori Napoletani (Emanuele Vitulli - dir. lavori arch. Gennaro Piezzo):

Consolidamento dell’intonaco

Consolidamento della pellicola pittorica

Pulitura

Stuccatura

Trattamento delle lacune

Integrazione pittorica e protezione finale

con il contributo di Del Core Restyling e Home Decoration