Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Nel 1627 Gabriele Ventura fa edificare all’interno delle mura castellane di Morro d’Alba la chiesina di San Francesco dove, sull’altare maggiore, fa eseguire a Claudio Ridolfi una piccola pala su tela raffigurante l’Incoronazione della Vergine con il santo patrono, Michele, ed i santi maggiormente legati alla tradizione locale ed alla famiglia Ventura.
Nel 1717 l’opera risulta ancora nella chiesa di San Francesco e, in una visita pastorale di quell’anno, per la prima volta ne viene citato ufficialmente l’autore come Claudio Ridolfi. Dalla collocazione originaria viene rimossa nel 1769 quando l’erede del patrimonio della famiglia Ventura, Giuseppe Stelluti di Arcevia, dona al Comune sia la chiesa sia il patrimonio in essa contenuto. L’edificio sopravvive ancora per pochi anni poiché, nel 1773, viene abbattuto per consentire l’apertura di una nuova porta cittadina ed il dipinto viene spostato nella chiesa di San Gaudenzio sull’altare della comunità. Qui la tela è documentata nel 1783 e qui, probabilmente, rimane fino agli anni 20 del Novecento quando per volontà del parroco viene sostituita da un’opera del Galimberti. Il dipinto è quindi trasferito nella residenza municipale dove, nella sala consiliare, è documentato nel 1947 quando la Soprintendenza effettua una ricognizione delle opere scampate alla guerra. Successivamente la tela viene arrotolata e messa in soffitta dove viene riscoperta alla fine degli anni 70 del ‘900 e restaurata dalla Soprintendenza stessa, probabilmente in occasione della mostra su Claudio Ridolfi del 1994.
(notizie tratte da Claudio Ridolfi - Un pittore veneto nelle Marche del ‘600 - scheda di Marina Massa e da Il Patrimonio storico artistico di Morro d’Alba a cura di Carlo Vernelli)
Informazioni sullo stato della conservazione
Dopo un parziale restauro il dipinto si presenta in buone condizioni conservative in quanto “messo in sicurezza” con una quanto mai opportuna operazione di foderatura ed intelaiatura. L’osservazione però è fortemente condizionata da una rovina piuttosto diffusa della pellicola pittorica, che però è adesso ben adesa al suo supporto originario. Evidentemente sull’opera, già fortemente deteriorata anche al momento del censimento del ’47, dopo il periodo di arrotolamento ed oblio si sono prodotti e/o accentuati gravissimi problemi di tenuta del colore che è caduto in gran copia. L’intervento praticato è stato chiaramente limitato, forse per ragioni economiche, alle operazioni di conservazione tralasciando tutto quanto necessario al recupero della continuità del tessuto figurativo la cui lettura risulta fortemente compromessa dalla grande quantità di lacune presenti. Per tentare di ovviare al problema in modo minimale, ma forse discutibile, porzioni di tela venuta alla luce nelle lacune sono state “intonate” cromaticamente per “suggerire” la forma di elementi pittorici perduti o delimitarne visivamente altri. L’approccio è stato comunque corretto dal momento che oggi si potrà procedere con quanto necessario per la conclusione del recupero totale del dipinto alla miglior fruizione e valorizzazione per la Comunità di Morro d’Alba attraverso operazioni, come la stuccatura, non esclusivamente utili all’estetica ma necessarie ad una migliore conservazione.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
La fruizione dell'opera è possibile nella Pinacoteca comunale ubicata nella Sala Consiliare, negli orari di apertura al pubblico del palazzo comunale e in occasione di tour guidati organizzati nel punto di informazione turistica di Morro d'Alba.