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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

La costruzione del primo nucleo fortificato è collocabile tra il 1199 e il 1202, pochi anni dopo la fondazione di Villafranca. Distrutto durante le guerre contro Mantova, fu ricostruito nel 1243 e rinforzato con torri di guardia. Controllato dal comune di Verona, ospitava una guarnigione al comando di un castellano al soldo della città. Nel corso del Trecento, durante la signoria di Cangrande II della Scala (1345-1355), il corpo centrale fu rinserrato da una possente cortina muraria intervallata da torri mediane e angolari e circondato da un vallo, al cui interno fu fatto deviare il corso del fiume Tione. Si provvide inoltre a collegare il castello ad un sistema difensivo ancora più ambizioso, il cosiddetto Serraglio, costituito da un muro fortificato che collegava i dintorni di Nogarole Rocca a Valeggio sul Mincio, del quale rimangono attualmente solo frammenti. Perdette in seguito la sua funzione militare e si ridusse a stazione daziaria. I primi interventi di restauro datano al 1890, anno in cui fu apposto anche l'orologio sulla torre principale. All’interno del corpo centrale, lungo il corridoio di accesso, è la piccola chiesa del Cristo Re, che ospita tre grandi tele settecentesche di G.B. Lanceni. Le decorazioni e gli stucchi della sacrestia annessa, con motivi della Passione, risalgono ai primi anni dell’Ottocento.

Informazioni sullo stato della conservazione

La cinta muraria della corte d'armi si trova attualmente in condizioni eterogenee di conservazione, dovute allo svolgimento di recenti interventi di restauro effettuati negli ultimi anni o nell'ultimo decennio.

Tali interventi hanno coinvolto parzialmente la torre centrale a sud e completamente il muro a nord compre le due torri angolari.

Tutta la rimanente cinta muraria non ha avuto attenzioni fin dall'uttimo imponente intervento del 1926/27. Le parti suddette denotano diverse problematiche in ordine statico e di conservazione delle malte ormai decoese con caduta di elementi laterizi e ciottoli e decoesione degli elementi murari.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Allo stato attuale il castello viene aperto in occasione di eventi (concerti, attività sociali e pubbliche, ecc...) con date prefissate. Al momento non sono istituiti ingressi giornalieri organizzati ma l'amministrazione comunale sta procedendo a una serie di interventi volti all'apertura continuativa e visite guidate.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 598.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Il presente progetto riguarda i lavori di restauro del tratto di muratura e della torre mediana della cinta muraria, lato est, del Castello Scaligero per opere di messa in sicurezza, soprattutto delle parti sommitali (merlature e apparati sporgenti) della cinta muraria.

L’intervento ha carattere conservativo e riguarderà in particolare tutte quelle opere che si rendono necessarie al fine di interrompere il degrado dell’apparato murario del tratto di cinta suddetto.

Nel corso del tempo infatti, quasi tutta la muratura del Castello ha subito gli attacchi degli agenti atmosferici, delle piante infestanti, di muschi e agenti biotici, di fauna invasiva (colombi, storni), nonché operazioni e lavorazioni non consone allo stato e all’età del manufatto.

In particolare la torre mediana, di cui al presente progetto, ubicata al centro della muratura sul lato est della cortina muraria, assomma anche problematiche di carattere statico da valutare e verificare che, se non sembrano destare preoccupazione particolare, meritano attenzione e un’attenta analisi tecnica e strumentale al fine di determinare le azioni che eventualmente si rendessero necessarie.

Inoltre, a causa della perdita delle protezioni in laterizio della sommità della muratura, si sono prodotte infiltrazioni e decoesioni dei materiali leganti in calce, cosicché la struttura è divenuta pericolosa a seguito della caduta di parti di muratura e ciottoli che la compongono.

Questa situazione ha prodotto la necessità di interdire l’uso di ampi tratti dei camminamenti afferenti ai terrazzamenti che circondano tutta la cinta muraria, come si evince dalla documentazione fotografica allegata al progetto, con detrimento alla fruizione alla cittadinanza, nonché il pericolo di ulteriori perdite di materiali.